Onimusha: Warlords
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Nonostante una gestazione a dir poco tribolata (cambi di formato, di idee e di realizzazioni, cancellazioni, rilanci, ripensamenti vari e assortiti), Onimusha ha visto la luce all'inizio di questo anno nella terra del Sol Levante convincendo critica e pubblico. Da una parte la stampa specializzata che ne decanta le doti di design e di giocabilità, dall'altra il pubblico che premia la casa di Mega Man con la bellezza di oltre un milione di copie vendute. Un bel risultato, non c'è che dire.
Appare quindi ovvio che questa edizione europea abbia poco da confermare sul lato squisitamente giocoso. Onimusha è rimasto praticamente inalterato nel suo passaggio da un continente all'altro, anche per quel che riguarda il linguaggio utilizzato: inglese in entrambe le edizioni. Le specifiche tecniche di questa versione PAL si chiudono con la presenza di due piccole bande nere alle estremità verticali dell'immagine, rimasuglio storico di un formato (quello PAL, appunto) che, se ben sfruttato, potrebbe evitare di rendere Samanosuke un piccolo botolo con tanto di spada.
MR. SAMA, IF YOU'RE NASTY!
Effettivamente la leggera rotondità acquisita dal nostro valente protagonista in questa conversione scompare velocemente agli occhi del giocatore, soprattutto dopo i primissimi minuti di gioco che permettono di prendere una perfetta confidenza con il sistema di controllo (preciso e particolarmente funzionale) e con l'ambientazione di gioco.
Onimusha stende le sue basi, come anticipato, nel Giappone feudale che rischia di essere riunito in un unico grande regno sotto la spinta guerraiola di Nobunaga, personaggio storico realmente esistito che in Onimusha si scontra con gli altri warlords del territorio nel tentativo di ottenere il possesso di tutte le terre nipponiche. Nel tentativo di sottomissione dei nemici rientra anche la bella abitudine di rapire le figlie di un warlord ("signore della guerra") avversario, ovvero la principessa Yuki. Dato che Samanosuke ne sa una più del diavolo, letteralmente diremmo!, toccherà a lui stringere un misterioso ma prolifico patto con le forze dell'oscuro e lanciarsi nel ritrovamento di Yuki.
Appare quindi ovvio che questa edizione europea abbia poco da confermare sul lato squisitamente giocoso. Onimusha è rimasto praticamente inalterato nel suo passaggio da un continente all'altro, anche per quel che riguarda il linguaggio utilizzato: inglese in entrambe le edizioni. Le specifiche tecniche di questa versione PAL si chiudono con la presenza di due piccole bande nere alle estremità verticali dell'immagine, rimasuglio storico di un formato (quello PAL, appunto) che, se ben sfruttato, potrebbe evitare di rendere Samanosuke un piccolo botolo con tanto di spada.
MR. SAMA, IF YOU'RE NASTY!
Effettivamente la leggera rotondità acquisita dal nostro valente protagonista in questa conversione scompare velocemente agli occhi del giocatore, soprattutto dopo i primissimi minuti di gioco che permettono di prendere una perfetta confidenza con il sistema di controllo (preciso e particolarmente funzionale) e con l'ambientazione di gioco.
Onimusha stende le sue basi, come anticipato, nel Giappone feudale che rischia di essere riunito in un unico grande regno sotto la spinta guerraiola di Nobunaga, personaggio storico realmente esistito che in Onimusha si scontra con gli altri warlords del territorio nel tentativo di ottenere il possesso di tutte le terre nipponiche. Nel tentativo di sottomissione dei nemici rientra anche la bella abitudine di rapire le figlie di un warlord ("signore della guerra") avversario, ovvero la principessa Yuki. Dato che Samanosuke ne sa una più del diavolo, letteralmente diremmo!, toccherà a lui stringere un misterioso ma prolifico patto con le forze dell'oscuro e lanciarsi nel ritrovamento di Yuki.