Operation Flashpoint: Dragon Rising

di Marco Modugno
Quasi assenti, poi, gli intermezzi cinematici, fatta eccezione per il filmato storico iniziale che ricostruisce i fatti (perlopiù reali) che hanno generato la contesa sull'isola tra Cina, Giappone e Russia fino all'intervento americano (che Putin si metta a chiedere aiuto agli USA per un intervento militare alle porte di casa, questa sì che é fantapolitica!).
Il giocatore dovrà fin dall'inizio darsi da fare, oltre che per gestire il suo alter ego digitale, a capo di una squadra da ricognizione di quattro uomini, anche per impartire ordini e coordinare l'azione degli altri tre soldati, gestendo il loro approccio offensivo, le regole d'ingaggio con l'avversario e l'eventuale assegnazione dei posti a bordo di veicoli e velivoli (elicotteri, automobili, gipponi armati e mezzi corazzati vari, e nulla vieta che più in là ne vengano rilasciati di nuovi sotto forma di DLC) con i quali abbreviare i tempi di trasferimento attraverso la mappa, e garantirsi magari un po' di potenza di fuoco supplementare.

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La varietà di armi in dotazione, o raccoglibili dall'avversario e dai depositi in giro per la mappa, in pieno stile RPG, consente sempre due o più scelte d'approccio nell'affrontare una missione. Potrete ad esempio avvicinarvi ad un carro armato e depositare una carica di esplosivo tra i cingoli, prima di allontanarvi e farlo saltare con il comando a distanza. Oppure farlo a pezzi con un missile Javelin, standovene comodamente a distanza. Gli scontri a fuoco con l'avversario, però, é bene che lo teniate presente, si presentano in modo assai diverso da come siete abituati a vedere negli altri FPS. Sentirete il nemico prima di vederlo, giacché i cinesi, dal cui esercito dovrete liberare Skira nella campagna, sembrano essere dotati tutti di 20/10 di vista e di ottiche di puntamento avveniristiche (oltre che di un'abilità di tiro che vi farà sentire a volte dei perfetti idioti). Provate a mostrare anche solo il profilo del vostro elmetto “Fritz” oltre un cespuglio ed ecco che una pioggia di proiettili si abbatterà su di voi implacabile.

Una volta in contatto, la prima cosa da fare é mettere i vostri e voi stessi al coperto, prima di cercare d'identificare la posizione del nemico e iniziare a rispondere al fuoco. Quasi sempre sparerete ad una figuretta lontana della quale, prima di averla abbattuta, vedrete poco o nulla, a parte una manciata minuscola di pixel in movimento su cui azzerare il tiro mediante la vostra ottica di precisione o scaricare una granata. La voce di uno dei vostri gregari vi avviserà del positivo esito dei vostri sforzi, consentendovi di sollevare di nuovo la faccia dal fango e riprendere a respirare normalmente. Se si può fare un appunto alla grafica che abbellisce e rende più piacevole il gioco, é il fatto che, quando siamo distesi bocconi, avremo quasi sempre la visuale bloccata dalla vegetazione, come se il nostro alter ego ci tenesse a strisciare con il mento a terra, rimanendo con gli occhi sotto il livello del fogliame e muovendosi alla cieca. E' un genere di difetto che abbiamo già riscontrato, in passato, in altri titoli del genere ma forse, al giorno d'oggi, sarebbe stato possibile evitarlo.



Quanto all'IA di amici e nemici, urge fare un discorso a parte. I vostri gregari e gli spietati soldati cinesi assumono, talvolta, comportamenti a dir poco bizzarri. Come quando i vostri colleghi vanno a ripararsi sul lato sbagliato di un muro, o corrono sconsideratamente attraverso la vostra linea di fuoco mentre state effettuando un tiro di soppressione di punto. O ancora si avvicinano come incuriositi ad un bersaglio statico che avete appena minato per farlo saltare, lasciandosi coinvolgere nell'esplosione ed invocando subito dopo le vostre cure. O come quando i nemici, inspiegabilmente, lasciano la copertura di bunker e trincee attorno ad un sito protetto e vi vengono incontro tutti assieme, rinunciando al vantaggio di chi difende una postazione protetta e più elevata.

Peccati veniali, comunque, sopperiti da un sistema di checkpoint che, perlomeno a difficoltà normale (per giocare ai livelli superiori aspettate; affrontare la campagna senza aiuti a schermo che vi diano la posizione di amici e nemici e tante altre cose significa rendervi la vita più difficile di come la vive un vero marine sul campo) vi consente di ricominciare l'azione, nel non improbabile caso in cui vi facciano la pelle, da un punto abbastanza vicino e non dall'inizio della missione. Quando ho scoperto che questa cosa funziona anche come salvataggio, nel senso che il checkpoint viene salvato anche qualora decidiate di spegnere la console e di riprendere il gioco a distanza di ore o giorni, mi sono quasi commosso, visti i sudori freddi che il completamento della campagna di giochi, come Heroes Over Europe, che non implementano tale possibilità mi avevano fatto spargere.

Dulcis in fundo il multiplayer, cooperativo e competitivo. Giocare la campagna in quattro invece di contare sull'aiuto di tre bots fa davvero la differenza in termini di divertimento. Un conto, però, é vedersela con tre amici connazionali collegati via chat e un altro e reclutare al volo il ragazzino brufoloso anglosassone che, con la sua vocina sovreccitata in falsetto, simile a quella di un gremlin strafatto di metanfetamina, attenterà alla vostra salute mentale, e a quella delle vostre gonadi, prima che siate riusciti a percorrere una ventina di passi (nel gioco), costringendovi ad abbatterlo o simulare un logout tecnico. Meno interessante, all'apparenza, il competitivo dove otto giocatori sembrano davvero troppo pochi per una mappa tanto grande. Sarebbe stato preferibile, probabilmente, restringere il campo d'azione ad arene circoscritte e aumentare, quantomeno a 16, il numero di giocatori coinvolti. Il traguardo dei 50 contendenti di ArmA II é lontanissimo comunque, e c'é da temere che questo aspetto comprometta la longevità del titolo.

Il quadro é completo e dovrebbe essere sufficiente a farvi un'idea. Una cosa é certa. OFP:DR non é roba per gente che si stufa facilmente, che s'impermalisce se non vince tutto e subito, che non sa tenere a freno il dito sul grilletto e, quando guarda un DVD, spinge il tasto d'avanzamento rapido fino alla scena d'azione successiva. Se siete soldati virtuali sul serio, provatelo. Non ve ne pentirete. Se invece preferite continuare solo e soltanto a giocare alla guerra, rinunciando a qualsiasi accenno di realismo, rivolgetevi altrove.

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