Oro e Gloria - La Strada per El Dorado
di
Redazione Gamesurf
Oltre a questo, va sottolineata con particolare entusiasmo la caratterizzazione davvero riuscitissima di Miguel e Tullio. Anche grazie al grande doppiaggio di Gianmarco Tognazzi (Tullio) e Alessandro Gassman (Miguel), i due improbabili eroi appaiono ben definiti nelle loro caratteristiche, ma non per questo particolarmente standardizzati o banali. Allo stesso modo va reso grande onore a chi ha curato i dialoghi del gioco, sempre arguti, divertenti, ironici e capaci di strappare sorrisi a tutto spiano
ALTIVO, TIRACI FUORI DAI GUAI!
Se finora abbiamo praticamente steso le lodi di un gioco divertente, appassionante e ben studiato, purtroppo non possiamo esimerci dal rendere noti anche i difetti maggiori che non gli permettono di andare a lottare spalla a spalla con le migliori produzioni Lucasarts (giusto per fare un nome)
Indubbiamente il gruppo di Charles Cecil (Revolution Software) si riabilita agli occhi del pubblico dopo la semi-debaclé di A Sangue Freddo, ma é anche vero che Cecil e soci si erano già rivelati validi narratori e "registi di giochi" in titoli quali il duo di Broken Sword, tra gli altri. La Strada per El Dorado invece paga pegno alla sua natura cinematografica che, con tutta probabilità, ha imposto delle particolari scelte a livello di game design che non riescono a elevare il gioco ai suoi potenziali massimi livelli. In primis c'é da registrare una certa facilità e una libertà di movimento negli ambienti piuttosto scarsa, ma il tutto é evidentemente da ricercarsi nel target per cui é destinato un titolo simile (secondo la stessa Ubi Soft un gruppo di utenza decisamente giovane). Ma il "difetto" che sicuramente reca maggior fastidio e colpisce in senso negativo é sicuramente lo stacco narrativo che s'insinua nella seconda metà del gioco: se inizialmente ci viene data la possibilità di entrare e inoltrarci nell'avventura, alla scoperta dei personaggi e dei luoghi, con una certa continuità e coinvolgimento, nella seconda parte del gioco si viene sballottolati da un punto all'altro dell'avventura, quasi senza accorgersene. Esiste una lacuna narrativa nella presentazione delle vicende, dato che i filmati d'intermezzo tra una fase di gioco e quella seguente, per quanto tratti dal film quindi tecnicamente eccellenti, intriganti e coinvolgenti, non riescono a raccontare precisamente e in maniera soddisfacente quanto sta succedendo. Ci si trova insomma con una trama che viene fatta "correre" quasi a dismisura, per poi fermarsi nuovamente, giocare, risolvere una situazione e ancora via... verso un'altra fase di filmati. Unendo il tutto alla scarsa longevità del gioco (lo abbiamo terminato in meno di tre ore di gioco), si ha un quadro piuttosto completo della situazione
ALTIVO, TIRACI FUORI DAI GUAI!
Se finora abbiamo praticamente steso le lodi di un gioco divertente, appassionante e ben studiato, purtroppo non possiamo esimerci dal rendere noti anche i difetti maggiori che non gli permettono di andare a lottare spalla a spalla con le migliori produzioni Lucasarts (giusto per fare un nome)
Indubbiamente il gruppo di Charles Cecil (Revolution Software) si riabilita agli occhi del pubblico dopo la semi-debaclé di A Sangue Freddo, ma é anche vero che Cecil e soci si erano già rivelati validi narratori e "registi di giochi" in titoli quali il duo di Broken Sword, tra gli altri. La Strada per El Dorado invece paga pegno alla sua natura cinematografica che, con tutta probabilità, ha imposto delle particolari scelte a livello di game design che non riescono a elevare il gioco ai suoi potenziali massimi livelli. In primis c'é da registrare una certa facilità e una libertà di movimento negli ambienti piuttosto scarsa, ma il tutto é evidentemente da ricercarsi nel target per cui é destinato un titolo simile (secondo la stessa Ubi Soft un gruppo di utenza decisamente giovane). Ma il "difetto" che sicuramente reca maggior fastidio e colpisce in senso negativo é sicuramente lo stacco narrativo che s'insinua nella seconda metà del gioco: se inizialmente ci viene data la possibilità di entrare e inoltrarci nell'avventura, alla scoperta dei personaggi e dei luoghi, con una certa continuità e coinvolgimento, nella seconda parte del gioco si viene sballottolati da un punto all'altro dell'avventura, quasi senza accorgersene. Esiste una lacuna narrativa nella presentazione delle vicende, dato che i filmati d'intermezzo tra una fase di gioco e quella seguente, per quanto tratti dal film quindi tecnicamente eccellenti, intriganti e coinvolgenti, non riescono a raccontare precisamente e in maniera soddisfacente quanto sta succedendo. Ci si trova insomma con una trama che viene fatta "correre" quasi a dismisura, per poi fermarsi nuovamente, giocare, risolvere una situazione e ancora via... verso un'altra fase di filmati. Unendo il tutto alla scarsa longevità del gioco (lo abbiamo terminato in meno di tre ore di gioco), si ha un quadro piuttosto completo della situazione
Oro e Gloria - La Strada per El Dorado
Oro e Gloria - La Strada per El Dorado
La Strada per El Dorado è un gioco che, prima di tutto, si rivela decisamente divertente ed appassionante, e parlando di un'avventura si tratta evidentemente di caratteristiche vincenti. Ma se da una parte va consigliato senza riserve per la caratterizzazione riuscitissima, per la freschezza e la passione dei dialoghi, per la gestione intrigante dei due personaggi... d'altra parte va anche messo in guardia il giocatore da una longevità piuttosto scarsa, da una profondità di gioco a tratti limitata e da una narrazione che nella seconda metà del gioco diventa a volte lacunosa. Un gioco assolutamente perfetto per un pubblico giovane, meno adatto a chi ha giocato a perdifiato tutte le avventure da Maniac Mansion in avanti.