Outland
di
Un po' platform, un po' sparatutto
Outland é la nuova scommessa nata negli studi del team Housemarque, famoso al grande pubblico per aver dato i natali ad un fenomeno come quello di Super Stardust e, in tempi più recenti, Dead Nation. Nato dalla mente di persone che programmano videogame dai gloriosi tempi dell'Amiga, Outland si presenta come un classico platform in due dimensioni, ma non nasconde di avere, alla base, un'ispirazione che arriva da uno dei migliori sparatutto a scorrimento di sempre, cioé Ikaruga. Ma cosa centrano i giochi a piattaforme con quelli dove tutta l'attenzione é incanalata verso il cercare di sopravvivere ai colpi nemici e distruggere ogni cosa che si muove? Ma ovviamente dalla luce e dall'oscurità! Non avete ancora capito? Allora facciamo un piccolo passo indietro...
La nostra storia ci mette nei panni di un guerriero che, a causa di terribili incubi, inizia un percorso per scoprire la causa dei suoi problemi, immerso in un mondo dove a governare tutto sono Luce e Oscurità, due divinità gemelle che si spartiscono il potere. Bene e Male? No, semplicemente due facce della stessa medaglia che, in base alle differenti situazioni, possono essere positive o negative nei nostri confronti. Partiremo quasi incapaci a difenderci, potendo contare solo sulla nostra agilità e su una spada, per poi acquisire importanti poteri con il passare del tempo, naturalmente proseguendo per diversi livelli irti di pericoli ma anche pieni di tesori.
Dopo qualche decina di minuti di gioco, acquisiremo infatti i poteri dell'oscurità e della luce, fulcri su cui si baserà praticamente tutto il titolo in esame. I nostri avversari saranno appunto quasi sempre legati ad uno di questi due elementi e, per poter sopravvivere, dovremo imparare a destreggiarci in scioltezza passando dall'uno all'altro. Tramite la pressione di uno dei tasti dorsali del nostro gamepad potremo utilizzare uno dei due poteri e, in base a questo, avremo un diverso rapporto con tutto quello che ci si parerà davanti. Qualora dovessimo affrontare un avversario di luce saremo in grado di colpirlo unicamente utilizzando la forza dell'oscurità, ma se il nostro intento sarà quello di passare indenni attraverso i suoi colpi, dovremo assumere forma elementale identica alla sua, in modo da assorbirne il potere. Chiarissimo insomma il richiamo ad Ikaruga, dove i proiettili del nemico potevano essere resi innocui in base al tipo di energia da noi selezionata.
Saltando e schivando
Proprio “l'assorbimento” risulta un fattore imprescindibile, anche perché incontreremo decine e decine di avversari o elementi, in stile “torrette di difesa”, che spareranno di continuo raffiche di colore blu o rosso, spesso in maniera apparentemente impenetrabile. Starà alla nostra abilità nel cambiare potere il salvarci, tanto che talvolta spiccheremo un salto sotto il fuoco nemico blu e atterreremo minacciati da raffiche di colore rosso. Inutile dire che dovremo impegnarci e fare un po' di pratica per utilizzare al meglio le nostre capacità, sia col gamepad che dal punto di vista della percezione di quello che vedremo a schermo. Tutto potrebbe sembrare, in un primo momento, estremamente difficoltoso e problematico, ma col tempo saprete muovermi con una certa dimestichezza in mezzo a mille pericoli. Trabocchetti, piattaforme mobili, muri da abbattere e mostri vari si sprecano nei diversi mondi che ci porteranno a trovare la soluzione ai nostri incubi.
Non mancano naturalmente i classici boss di fine livello, tutti molto coreografici e dalle dimensioni quasi esagerate e, anche in queste occasioni, potremo uscire vincitori solo sfruttando a dovere ogni nostra possibilità. Più andremo avanti con la storia, più poteri sbloccheremo e questo, ve ne accorgerete molto presto, sarà un altro dei fili conduttori di Outland. Ogni livello é stato costruito per essere esplorato a pieno solo in seguito a diversi passaggi, a causa di zone raggiungibili unicamente in seguito al ritrovamento di un determinato potere. Fortunatamente il backtraking é stato inserito in quantità elevata, si, ma in maniera sapiente e senza cadere nella noia del dover ritornare troppe volte sui propri passi.
Outland é la nuova scommessa nata negli studi del team Housemarque, famoso al grande pubblico per aver dato i natali ad un fenomeno come quello di Super Stardust e, in tempi più recenti, Dead Nation. Nato dalla mente di persone che programmano videogame dai gloriosi tempi dell'Amiga, Outland si presenta come un classico platform in due dimensioni, ma non nasconde di avere, alla base, un'ispirazione che arriva da uno dei migliori sparatutto a scorrimento di sempre, cioé Ikaruga. Ma cosa centrano i giochi a piattaforme con quelli dove tutta l'attenzione é incanalata verso il cercare di sopravvivere ai colpi nemici e distruggere ogni cosa che si muove? Ma ovviamente dalla luce e dall'oscurità! Non avete ancora capito? Allora facciamo un piccolo passo indietro...
La nostra storia ci mette nei panni di un guerriero che, a causa di terribili incubi, inizia un percorso per scoprire la causa dei suoi problemi, immerso in un mondo dove a governare tutto sono Luce e Oscurità, due divinità gemelle che si spartiscono il potere. Bene e Male? No, semplicemente due facce della stessa medaglia che, in base alle differenti situazioni, possono essere positive o negative nei nostri confronti. Partiremo quasi incapaci a difenderci, potendo contare solo sulla nostra agilità e su una spada, per poi acquisire importanti poteri con il passare del tempo, naturalmente proseguendo per diversi livelli irti di pericoli ma anche pieni di tesori.
Dopo qualche decina di minuti di gioco, acquisiremo infatti i poteri dell'oscurità e della luce, fulcri su cui si baserà praticamente tutto il titolo in esame. I nostri avversari saranno appunto quasi sempre legati ad uno di questi due elementi e, per poter sopravvivere, dovremo imparare a destreggiarci in scioltezza passando dall'uno all'altro. Tramite la pressione di uno dei tasti dorsali del nostro gamepad potremo utilizzare uno dei due poteri e, in base a questo, avremo un diverso rapporto con tutto quello che ci si parerà davanti. Qualora dovessimo affrontare un avversario di luce saremo in grado di colpirlo unicamente utilizzando la forza dell'oscurità, ma se il nostro intento sarà quello di passare indenni attraverso i suoi colpi, dovremo assumere forma elementale identica alla sua, in modo da assorbirne il potere. Chiarissimo insomma il richiamo ad Ikaruga, dove i proiettili del nemico potevano essere resi innocui in base al tipo di energia da noi selezionata.
Saltando e schivando
Proprio “l'assorbimento” risulta un fattore imprescindibile, anche perché incontreremo decine e decine di avversari o elementi, in stile “torrette di difesa”, che spareranno di continuo raffiche di colore blu o rosso, spesso in maniera apparentemente impenetrabile. Starà alla nostra abilità nel cambiare potere il salvarci, tanto che talvolta spiccheremo un salto sotto il fuoco nemico blu e atterreremo minacciati da raffiche di colore rosso. Inutile dire che dovremo impegnarci e fare un po' di pratica per utilizzare al meglio le nostre capacità, sia col gamepad che dal punto di vista della percezione di quello che vedremo a schermo. Tutto potrebbe sembrare, in un primo momento, estremamente difficoltoso e problematico, ma col tempo saprete muovermi con una certa dimestichezza in mezzo a mille pericoli. Trabocchetti, piattaforme mobili, muri da abbattere e mostri vari si sprecano nei diversi mondi che ci porteranno a trovare la soluzione ai nostri incubi.
Non mancano naturalmente i classici boss di fine livello, tutti molto coreografici e dalle dimensioni quasi esagerate e, anche in queste occasioni, potremo uscire vincitori solo sfruttando a dovere ogni nostra possibilità. Più andremo avanti con la storia, più poteri sbloccheremo e questo, ve ne accorgerete molto presto, sarà un altro dei fili conduttori di Outland. Ogni livello é stato costruito per essere esplorato a pieno solo in seguito a diversi passaggi, a causa di zone raggiungibili unicamente in seguito al ritrovamento di un determinato potere. Fortunatamente il backtraking é stato inserito in quantità elevata, si, ma in maniera sapiente e senza cadere nella noia del dover ritornare troppe volte sui propri passi.