Outrun 2
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Se Outrun 2 è un gioco che nel panorama videoludico odierno non passa certo inosservato, è perché il suo game design ricco di tradizione è eccellente, con un lifting d'autore che lo presenta come un netto passo avanti rispetto al precedente capitolo, pur rimanendogli ossequiosamente similare in più aspetti. Il pargolo dell'AM2 è la roboante voce di una filosofia videoludica che non c'è più, dove il miglioramento personale, il divertimento senza troppi fronzoli e la capacità di stupire con "poco" sono le marce in più che gli permettono di destreggiarsi in un agone affollato come quello dei racing game. Non da meno la sua singolarità, intesa come mancanza di valide alternative che lo rendono "unico" nel proprio genere.
E' di non facile risoluzione il problema di un confronto tra il titolo Sega e qualsiasi altro racing game sulla piazza (racing game arcade, se vogliamo peccare di precisione), per cui andiamo oltre. Outrun 2 è un titolo che diverte. Diverte davvero tanto. Lo fa con una formula collaudata nel tempo, un impianto ludico che, pur operando un evidente richiamo a quanto proposto nel titolo originale del 1986, si ripropone ora sotto una nuova luce, pur senza snaturare le qualità salienti che l'han portato sotto la cresta dell'onda: velocità, adrenalina, un sistema di guida pressoché geniale e infine una bionda al nostro fianco. Anche lei fa la sua parte, è indubbio. Da queste basi c'era da aspettarsi grandi cose.
Ancora una volta la modalità principale ci vedrà immersi nel traffico cittadino lungo una serie di piste - esplicitata dall'ormai storico reticolo grafico che dovremo superare entro un limite massimo di tempo. Alla fine di ogni pista, prima del checkpoint, un bivio dove optare per la strada più semplice (sinistra) o per la più difficile (destra). Inutile dire che dietro a un'inaudita semplicità di base, si cela una profondità di gioco disarmante, con un modello di guida implementato - marcatamente arcade - che dimostra una grande personalità. Giocano un ruolo fondamentale la perfetta gestione della derapata, l'inserimento preciso in curve lunghissime da percorrere alla massima velocità possibile e il riallineamento della vettura nervosa dopo una chicane superata in mezzo a due camion. L'attenzione richiesta al giocatore è altissima, soprattutto ai livelli di difficoltà maggiori dove anche un singolo tamponamento può compromettere l'esito della gara.
Se notevoli sforzi sono stati profusi nell'ottimizzazione del sistema di controllo, col joypad che in quanto a precisione non fa rimpiangere il volante della versione da sala, altrettanto analogo è il discorso concernente l'aspetto meramente tecnico. Stilisticamente parlando, l'anima della serie si dichiara attraverso le fantasiose ambientazioni, che spaziano da magnifiche coste a montagne rocciose fino ad arrivare a castelli immersi nella nebbia. A garanzia della buona riuscita della conversione, la tecnologia hardware di Chihiro, una sorta di xbox "truccata" con qualche MB di ram aggiuntivo. Un motore grafico pigro nel far provare al giocatore velocità inaudite, ma capace di garantire un frame rate costante in ogni situazione. Che poi il traffico in Outrun sia come la tangenziale di Mestre all'ora di punta, vien da sé. Il reparto audio regala emozioni forti con i vari rombi dei motori o i fruscii aerodinamici, nulla però al confronto della track list che vanta, remixati, tutti i gloriosi brani della versione originale che oramai anche i sassi conoscono.
Purtroppo, è innegabile dirlo, anche la longevità è un richiamo alla storia di famiglia. Il suo ego da gioco da sala riesce senz'ombra di dubbio a regalare emozioni forti anche al giocatore occasionale, d'altro canto mostra il fianco a una durata totale della modalità principale che definire esigua sarebbe un eufemismo. Paragonare poi il numero di vetture complessivo a qualsiasi altro gioco attualmente sulla piazza diventerebbe quasi imbarazzante: solamente otto vetture (tra cui Ferrari Enzo, 360 Modena, F50 e la mitica testarossa), di cui quattro sbloccabili. Nonostante tutto, Outrun è uno di quei giochi che pur nella loro ripetitività di fondo si lasciano giocare davvero bene, sia per frantumare i propri record, per rosicchiare secondi o per fare giusto un giretto e ammirare il panorama. Poco importa se la pista iniziale l'abbiamo ormai percorsa duecento volte. Come cura alla sindrome da gioco da sala (ovvero scarsa longevità), i programmatori si sono mossi inserendo la modalità online e affiancando a quella principale, 101 missioni da portare a termine. In quest'ultime il giocatore è chiamato a collezionare un certo numero di cuori per accontentare la ragazza seduta nel posto passeggeri, assecondando di volta in volta i suoi voleri. A missioni dove effettuare derapate e manovre fuori di testa ne succederanno altre di natura mnemonica, alcune dove arrivare primi al traguardo o altre ancora dove scattare fotografie ai bordi della pista cercando di immortalare dei grossi cuori.
I programmatori sono riusciti nell'ardua impresa di non demistificare un capolavoro senza tempo come Outrun, proponendo al pubblico un decoroso erede, curato sotto tutti i punti di vista. Grafica, sonoro, giocabilità ad altissimo livello, per un vestito d'alta classe macchiato solo dalla longevità ridotta ai minimi termini. Un lavaggio in tintoria a base di modalità Live e 101 missioni da portare a termine, ed Outrun è pronto per il gran galà dei racing game. Fate largo.
E' di non facile risoluzione il problema di un confronto tra il titolo Sega e qualsiasi altro racing game sulla piazza (racing game arcade, se vogliamo peccare di precisione), per cui andiamo oltre. Outrun 2 è un titolo che diverte. Diverte davvero tanto. Lo fa con una formula collaudata nel tempo, un impianto ludico che, pur operando un evidente richiamo a quanto proposto nel titolo originale del 1986, si ripropone ora sotto una nuova luce, pur senza snaturare le qualità salienti che l'han portato sotto la cresta dell'onda: velocità, adrenalina, un sistema di guida pressoché geniale e infine una bionda al nostro fianco. Anche lei fa la sua parte, è indubbio. Da queste basi c'era da aspettarsi grandi cose.
Ancora una volta la modalità principale ci vedrà immersi nel traffico cittadino lungo una serie di piste - esplicitata dall'ormai storico reticolo grafico che dovremo superare entro un limite massimo di tempo. Alla fine di ogni pista, prima del checkpoint, un bivio dove optare per la strada più semplice (sinistra) o per la più difficile (destra). Inutile dire che dietro a un'inaudita semplicità di base, si cela una profondità di gioco disarmante, con un modello di guida implementato - marcatamente arcade - che dimostra una grande personalità. Giocano un ruolo fondamentale la perfetta gestione della derapata, l'inserimento preciso in curve lunghissime da percorrere alla massima velocità possibile e il riallineamento della vettura nervosa dopo una chicane superata in mezzo a due camion. L'attenzione richiesta al giocatore è altissima, soprattutto ai livelli di difficoltà maggiori dove anche un singolo tamponamento può compromettere l'esito della gara.
Se notevoli sforzi sono stati profusi nell'ottimizzazione del sistema di controllo, col joypad che in quanto a precisione non fa rimpiangere il volante della versione da sala, altrettanto analogo è il discorso concernente l'aspetto meramente tecnico. Stilisticamente parlando, l'anima della serie si dichiara attraverso le fantasiose ambientazioni, che spaziano da magnifiche coste a montagne rocciose fino ad arrivare a castelli immersi nella nebbia. A garanzia della buona riuscita della conversione, la tecnologia hardware di Chihiro, una sorta di xbox "truccata" con qualche MB di ram aggiuntivo. Un motore grafico pigro nel far provare al giocatore velocità inaudite, ma capace di garantire un frame rate costante in ogni situazione. Che poi il traffico in Outrun sia come la tangenziale di Mestre all'ora di punta, vien da sé. Il reparto audio regala emozioni forti con i vari rombi dei motori o i fruscii aerodinamici, nulla però al confronto della track list che vanta, remixati, tutti i gloriosi brani della versione originale che oramai anche i sassi conoscono.
Purtroppo, è innegabile dirlo, anche la longevità è un richiamo alla storia di famiglia. Il suo ego da gioco da sala riesce senz'ombra di dubbio a regalare emozioni forti anche al giocatore occasionale, d'altro canto mostra il fianco a una durata totale della modalità principale che definire esigua sarebbe un eufemismo. Paragonare poi il numero di vetture complessivo a qualsiasi altro gioco attualmente sulla piazza diventerebbe quasi imbarazzante: solamente otto vetture (tra cui Ferrari Enzo, 360 Modena, F50 e la mitica testarossa), di cui quattro sbloccabili. Nonostante tutto, Outrun è uno di quei giochi che pur nella loro ripetitività di fondo si lasciano giocare davvero bene, sia per frantumare i propri record, per rosicchiare secondi o per fare giusto un giretto e ammirare il panorama. Poco importa se la pista iniziale l'abbiamo ormai percorsa duecento volte. Come cura alla sindrome da gioco da sala (ovvero scarsa longevità), i programmatori si sono mossi inserendo la modalità online e affiancando a quella principale, 101 missioni da portare a termine. In quest'ultime il giocatore è chiamato a collezionare un certo numero di cuori per accontentare la ragazza seduta nel posto passeggeri, assecondando di volta in volta i suoi voleri. A missioni dove effettuare derapate e manovre fuori di testa ne succederanno altre di natura mnemonica, alcune dove arrivare primi al traguardo o altre ancora dove scattare fotografie ai bordi della pista cercando di immortalare dei grossi cuori.
I programmatori sono riusciti nell'ardua impresa di non demistificare un capolavoro senza tempo come Outrun, proponendo al pubblico un decoroso erede, curato sotto tutti i punti di vista. Grafica, sonoro, giocabilità ad altissimo livello, per un vestito d'alta classe macchiato solo dalla longevità ridotta ai minimi termini. Un lavaggio in tintoria a base di modalità Live e 101 missioni da portare a termine, ed Outrun è pronto per il gran galà dei racing game. Fate largo.