Overwatch 2 - Recensione: chi lascia la strada vecchia per la nuova
Ci siamo presi un po’ di tempo al fine di immagazzinare le informazioni circa la trasformazione di Overwatch nella sua nuova incarnazione. La versione 2.0 dello sparatutto di casa Blizzard mostra notevoli punti di forza, sebbene permangano delle ombre pronte a danneggiarne la fattura, a prescindere dell’impegno profuso per svilupparlo.
È bene fare comunque un excursus prima di scendere nel dettaglio di quella che è la nuova formula di Overwatch 2, di come Blizzard ha deciso di impostare il proprio cambiamento e di come la stessa software house, si spera, progetta di andare avanti da oggi in poi.
Il mondo ha bisogno di Eroi
Sin dal momento del lancio, Overwatch era riuscito a prendere le distanze dai propri competitor: la ragione è presto detta e i meriti, inutile negarlo, vanno sicuramente a quello che era Blizzard prima dei cambiamenti a tutti noti, ovvero una società capace di scrivere storie convincenti quanto emozionanti.
Lo avevamo visto con titoli maggiori e più strutturati, come i franchise Diablo, Starcraft e Warcraft, ma con Overwatch si assisteva ad una ventata di freschezza anche negli sparatutto, vista la completa e sfaccettata lore che componeva il titolo in ogni suo aspetto. Eravamo partiti con pochi eroi, ma buoni, ognuno caratterizzato da una storia avvincente, ben inserita all’interno di un contesto credibile ed entusiasmante.
Un’associazione di eroi nota come Overwatch conteneva al suo interno un nutrito manipolo di eroi, eroi che più di una volta si erano scontrati con un’oscura associazione chiamata Talon. Tale elemento basico era stato poi approfondito con ognuna delle storie dedicate ai personaggi che componevano tali gruppi, alcuni dei quali erano riusciti persino a ricevere dei cortometraggi dedicati, un plus capace di creare la giusta appetibilità in un mondo competitivo come quello dei videogiochi.
Basti pensare a un titolo come Apex Legends, uno dei tanti battle-royale che sulla lunga, grazie a un’attenta produzione di contenuti sempre freschi e distribuiti su varie stagioni, ha conquistato il cuore di molti e sta continuando a farlo. Overwatch era riuscita a fare lo stesso, elemento difficile da confutare vista peraltro la sua presenza all’interno del panorama competitivo, tra piccoli e grandi tornei di eSport.
Oltre al materiale promozionale, all’attenzione per le skin e le loot-box annesse, Overwatch vantava un discorso difficile da ignorare, ovvero la sua capacità di essere facile da imparare, ma difficile da padroneggiare. Stiamo parlando della stessa firma di fabbrica vista in titoli della stessa casa di sviluppo, come Hearthstone e World of Warcraft. Qualcuno si starà chiedendo: come siamo arrivati a Overwatch 2?
Sapere cosa si lascia, non sapere cosa si trova
Lasciando perdere il tornado che ha fatto terra bruciata in casa Blizzard, e parlarne ci sembra addirittura superfluo, il motivo del cambiamento era forse più semplice di quanto si possa pensare. Serviva un’aria di cambiamento, un momento di stallo seguito da un completo restyle del titolo fin nelle sue fondamenta, con tanto di notevoli cambi di abilità per molti dei personaggi presenti nel gioco, accompagnati tra l’altro dall’aggiunta di tre new entry.
Cominciamo col dire che adesso le partite saranno di 5vs5, una modifica che potrebbe apparire ridicola sulla carta (prima era 6vs6) ma che se guardata da varie angolazioni, può rivelarsi un primo cambiamento pronto a modificare drasticamente l’esperienza in gioco, sia per il casual gamer, sia per quello maggiormente votato alla competizione. L’assenza del secondo tank cambia di molto gli equilibri e spinge drasticamente i giocatori a dover in qualche modo collaborare, o usare meglio il proprio personaggio, pena la sconfitta senza nemmeno passare dal via.
Oltre a questo cambiamento radicale, sono state apportate notevoli modifiche anche ai personaggi presenti nel roster base: basti pensare al tank Orisa, che a oggi è cambiata così tanto da lasciare spaesato anche chi la usava come main, ma la stessa cosa la si può dire per Bastion e Sombra, mentre modifiche minori sono state rilevate praticamente in tutti i personaggi.
Le tre new entry occupano rispettava il ruolo di tank, dps ed healer: Junker Queen è un tank estremamente versatile, capace di fare la differenza sul campo di battaglia grazie alle sue abilità corpo a corpo, con una persino capace di curarla nel tempo applicando dei dot negativi agli avversari. Sojurn è un dps piuttosto ostico da affrontare, se non altro per la sua mobilità, e infine l’healer Kiriko si è rivelata probabilmente la più affascinante tra i personaggi presentati, complice il cortometraggio pubblicato sui canali ufficiali di Blizzard.
Ci sono stati dei miglioramenti anche nelle modalità di gioco, adesso troviamo una piacevole variante alla scorta dei payload, quest’oggi trasformato nella modalità Scorta in un robot che dovrà per l’appunto essere scortato il più lontano possibile nel campo avversario, ma che tornerà subito indietro nel momento in cui non ci saranno più elementi del team nelle sue vicinanze. Le nuove mappe sono state create al meglio, si nota un certo interesse nel cercare di rendere ogni elemento di level design convincente e appagante, persino quando si tratta di incentivare l’uso della verticalità durante i vari match con i personaggi dedicati.
Addio alle loot box: un bene?
Se prima non facevamo altro che attendere il classico level-up al fine di sbloccare una delle tante loot-box dedicate, ricordiamoci sempre degli eventi tematici, adesso tutto questo scompare per lasciare spazio all’ormai onnipresente season pass, composto in questo caso da ottanta soglie da sbloccare giocando il più possibile al gioco.
Overwatch 2 ha intrapreso la strada degli altri competitor f2p, seguendo orme già profonde lasciate indietro da chi ormai ne fa un uso spasmodico per più volte l’anno. In questo caso troviamo due tipologie di pass, uno gratuito e uno premium con possibilità differenti di sblocco, e le monete della nuova valuta in game potranno essere utilizzate per comprare oggetti dedicati a ogni eroe. Per dire, Kiriko sarà sbloccabile solo al livello cinquantacinque del pass, mentre chi pagherà il premium potrà sbloccarla sin da subito.
A nostro avviso l’aspetto più importante legato all’inserimento del pass sarà quello di essere “costretti”, uso d’obbligo le virgolette, a seguire pedissequamente il gioco durante tutto il corso della sua vita, pubblicando in tempi stretti nuovi contenuti da inserire in altrettanti nuovi pass, come skin e molto altro ancora. Se la strada è questa, allora forse vedremo riemergere Overwatch dalle ceneri in cui era stato abbandonato, mentre in caso contrario, beh, al momento cerchiamo di non pensarci.
Versione Testata: PC
Overwatch 2
Overwatch 2 deve ancora fare molta strada per convincerci e il motivo è molto semplice: le modifiche aggiunte sembrano fatte ad hoc per portare il franchise nel nuovo millennio, allineandolo ai competitor di settore, ma dall’altro lato della barricata troviamo in agguato ombre pericolose che possono minare la riuscita del titolo, come l’incapacità di riuscire a supportare il gioco celermente e con contenuti sempre più freschi. Il rischio di fare la fine di Heroes of the Storm è palpabile, soprattutto visti gli ultimi chiari di luna. Apostrofando il buon Fox Mulder “I Want to Believe!”