Panzer Dragoon Orta

di Redazione Gamesurf

C'erano una volta gli shooter a due dimensioni. Questo genere ha fatto la storia dei videogame, invadendo soprattutto le sale giochi e i bar dell'epoca. Con l'arrivo della grafica 3D arriva anche il bisogno di evolversi, e nel suo nuovo gioiello tecnologico a 32 bit, il Saturn, la SEGA pensa di portare la terza dimensione in questo genere di giochi. Invece di sparare in alto e in basso o a destra e a sinistra, finalmente grazie alla presenza di uno spazio tridimensionale è possibile distruggere nemici presenti in ogni zona dello schermo. Su questo fondamento nasce Panzer Dragoon, uno dei titoli di lancio del Saturn. Il gioco magari non ottiene il successo che avrebbe dovuto avere, però pone le fondamenta per una serie che durerà finchè il Saturn vivrà, composta di altri due capitoli, Panzer Dragoon Zwei e Panzer Dragoon Saga. Dopo la morte del Saturn e del Dreamcast, la SEGA cambia tattica e passa a sviluppare giochi per le console concorrenti. E' quindi su Xbox che arriva il nuovo capitolo della saga, una saga che, si spera, sia destinata a durare.



La trama del gioco si basa su Orta, una ragazza che a quanto pare ha a che fare con il destino del mondo, e tutti i problemi connessi al caso. L'Impero cerca di ucciderla, per fortuna a salvarla c'è un drago corazzato... chi l'ha mandato o da dove venga, è un mistero per tutti. Durante il corso del gioco Orta apprenderà la sua vera natura e chi siano i suoi amici e i suoi nemici. Il gioco è un rail-shooter, cioè un tipo di sparatutto dove si muove solo il mirino, mentre il drago si muove su un percorso predefinito. Grazie ai grilletti del joypad è possibile muovere lo sguardo di 90° verso ogni direzione, per colpire così i nemici che ci attaccano di lato o alle spalle. Per difenderci abbiamo a disposizione, oltre che una pistola laser, anche un attacco di raggi che inseguono gli obiettivi. Queste caratteristiche sono le stesse del primo Panzer Dragoon, il quale però era piuttosto essenziale: praticamente si poteva sparare e basta. Visto che il mercato odierno probabilmente non accoglierebbe molto volentieri un gioco del genere, sono state fatte varie aggiunte al gameplay.

Innanzitutto è stato modificato il sistema di fuoco: finalmente una pressione singola del tasto 'A' corrisponde ad una serie di colpi, e non ad un singolo shot come accadeva nei primi capitoli. Il sistema di puntamento è rimasto invece invariato: tenendo premuto il tasto di fuoco e passando il mirino sopra gli obiettivi, è possibile "agganciarne" fino a un certo numero, per poi distruggerli con un raggio guidato una volta rilasciato il tasto. Le innovazioni più grandi riguardano soprattutto due elementi: il primo è sicuramente il sistema di planata. Una volta che la barra gialla presente nell'HUD in basso a sinistra si sarà caricata, premendo X o B sarà possibile, rispettivamente, utilizzare una forte accelerazione di un solo secondo e fare quindi una frenata improvvisa. Queste due mosse si rivelano soprattutto utili per schivare ostacoli oppure nei combattimenti contro i vari boss di fine livello, dove per attaccare i punti deboli sarà necessario spostarsi davanti o dietro al nemico.