Panzer Dragoon Orta

di Redazione Gamesurf

Un'altra cosa che noterete sicuramente del vecchio gioco è la grafica, che sfigura alquanto se confrontata con quella di PDO. A dire il vero però quasi tutti i giochi sul mercato attuale sfigurano davanti alla grafica di PDO: questo è sicuramente il gioco che sfrutta di più l'Xbox. I modelli dei draghi sono assolutamente perfetti, così come anche quelli dei nemici, con livelli di dettaglio davvero terrificanti. Le texture sono ad altissima definizione, applicate magistralmente ai modelli, e rendendoli così realistici da farli sembrare vivi. I nemici poi sono stati disegnati con moltissima fantasia, guardare il boss del terzo episodio per credere. Tutto questo splendore grafico ha poi un suo sfogo naturale nelle animazioni dei personaggi, sempre fluide ed eleganti, e che raggiunge il suo apice nel passaggio da una forma all'altra del vostro drago. I livelli di gioco, ovviamente, sono stati realizzati con la stessa maestria. Bump mapping, effetti atmosferici realistici, superfici curve e gli effetti grafici creati in battaglia impreziosiscono un quadro già di per sè perfetto.

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Come se ciò non fosse abbastanza, alla Smilebit sono riusciti a fare girare tutto questo casino di nemici su schermo a 60 frame per secondo. Il sonoro si affida in particolare a una colonna sonora ben realizzata, anche se un poco sotto gli standard ai quali ci avevano abituati i primi episodi. Gli effetti sonori sono classici, con laser, esplosioni, missili, mentre le voci sono tutte in una lingua inventata, usata nel mondo di Panzer Dragoon. Per fortuna, i sottotitoli sono in italiano, così come tutti i menu e i dati dell'enciclopedia. La longevità è garantita soprattutto dalla grande presenza di contenuti extra da sbloccare, anche perché il gioco in sé è abbastanza corto anche a difficoltà massima, come tutti i rail-shooter dopotutto.

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