Panzer Elite

di Andrea Casetti
Il protagonista assoluto di questo Panzer Elite, come si può facilmente intuire dal titolo, è il famoso carro armato tedesco, inteso come agglomerato d'acciaio da 30 tonnellate ornato da un cannone da 75 mm e mosso da motori tanto potenti da poter movimentare treni. Tutte le missioni di questa produzione Jowood, infatti, vi vedono alla guida di uno dei 15 carri presenti nel gioco, con cui dovrete districarvi lungo le varie battaglie che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale.
Per differenziare il gameplay va detto che vi sarà concesso di interpretare i panni di tre ufficiali sui differenti fronti del conflitto mondiale. Prima di tutto impersonerete un comandante nazista impegnato nella trionfale fase iniziale delle operazioni belliche, quando in pochi mesi l'armata di Hitler è riuscita a invadere la Polonia, sconfiggere la Francia e quindi impensierire seriamente Stalin arrivando fino alle porte di Stalingrado. È proprio in quest'istante che cambierete fronte, assumendo il controllo di un comandante dell'armata rossa intento a salvare la sua città, spinto dalle dottrine patriottiche tipiche dei russi. È in questi frangenti che rivivrete l'inizio della disfatta della Wermacht, dalle porte di Stalingrado, fino alla decisiva battaglia di Kursk.
Infine vi toccherà di assumere il controllo del classico ufficiale yankee nell'intento di aprire il tanto bramato secondo fronte in Europa (rivivendo così il terribile sbarco in Normandia) fino agli ultimi istanti di belligeranza (almeno in Europa), sanciti dall'attraversamento del Reno da parte degli Alleati.


La storia non basta
La ricostruzione storica è piuttosto coerente, ben coadiuvata dall'impiego di filmati originali dell'epoca, con i quali sono spiegati anche i momenti chiave del conflitto. Tuttavia va ricordato che siamo qua a trattare un videogioco, non certo un documentario storico, ed è proprio qui che, come si dice abitualmente, casca l'asino, perché purtroppo il gameplay proposto da Panzer Elite non è certo all'altezza della situazione.
Innanzi tutto va detto che i modelli tridimensionali dei carri sono nel complesso ben realizzati e sfoggiano una cura nei dettagli tutto sommato discreta, che raggiunge l'apice nella modellizzazione dei cingoli: davvero ben fatta è la dinamica con cui sono gestite le ruote (che si adattano perfettamente alle asperità del terreno) e, conseguentemente i cingoli. Tutto ciò, purtroppo, risulta in nettissimo contrasto con le ambientazioni, quanto mai anonime, spoglie e, come se non bastasse, infarcite da un fogging davvero onnipresente e non giustificato dalle condizioni ambientali di gioco.
Anche gi effetti delle esplosioni sono poco convincenti, così come assolutamente da rivedere sono i crolli delle torrette di vedetta: provate a colpirne una e la vedrete scomparire all'istante in una mediocre nuvoletta, senza alcun poligono a testimoniare la recente presenza della costruzione nemica.
La situazione non migliora più di tanto nelle ambientazioni notturne, che tuttavia riescono a variegare un tantino l'impatto visivo del gioco, altrimenti davvero monotono.


Scontri tra pochi intimi
Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio, va detto che spesso e volentieri sarete accompagnati dalla vostra squadra, dotata di una AI non particolarmente evoluta che faticherà a farvi accorgere della loro presenza durante i combattimenti.
Per quanto riguarda gli scontri a fuoco, va detto che nemmeno i nemici sono delle "cime": le loro routine di gestione dei comportamenti non sono certo le più evolute che abbiamo visto girare sull'Xbox, tanto che noterete spesso e volentieri gruppi di fanteria rimanere impassibili sotto il vostro fuoco devastante, mezzi non blindati dirigersi verso di voi anziché scappare e convogli attendere diligentemente che voi li riduciate in cenere.
Anche dal punto di vista dell'affollamento dello schermo la situazione non è affatto rosea: le battaglie si concretizzano per la maggior parte delle volte in scontri tra gruppetti di pochi tank per volta, agli antipodi di quanto non raccontato dai libri di storia e, soprattutto, ben lontano dall'appassionante azione vista in Mercenaries. Questa impostazione è probabilmente dettata da vincoli dettati dalla scarsa efficienza del motore grafico (che peraltro affligge anche la grafica del gioco) ma titoli Heroes of the Pacific, giusto per fare un esempio a tema, insegnano come si possano gestire quasi agevolmente centinaia di veicoli sullo schermo, cosa che avrebbe di certo aiutato ad apprezzare maggiormente questo Panzer Elite. Per concludere, siamo di fronte a un titolo mediocre, incapace di stupire in nessuno degli aspetti che vengono presi in esame per giudicare un titolo.

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