Paper Mario: Il Portale Millenario, un classico senza tempo restaurato – Recensione Switch

La recensione del remake del GDR targato Nintendo e Intelligent Systems, una gemma che ancora oggi riesce a entusiasmare e divertire come 20 anni fa

di Jacopo Retrosi

Delle innumerevoli perle di casa Nintendo prodotte durante la sesta generazione di console, uno dei titoli che più avrebbe meritato una seconda chance su una piattaforma di maggior successo è sicuramente Paper Mario: Il Portale Millenario. Si tratta di una delle avventure più amate dell’idraulico in rosso, e dopo la deriva delle meccaniche GDR tipiche della serie in favore di elementi platform e/o puzzle anche uno dei più richiesti dalla community per un ritorno in pompa magna. Non è un caso, dunque, che sia stato scelto per ricevere un completo remake in quel di Switch, con una rinnovata veste grafica, nuovi dettagli e nuove funzionalità che delizieranno i nuovi arrivati e sorprenderanno i veterani.

Paper Mario: Il Portale Millenario - Una storia piatta, letteralmente

Questa è una grande occasione per il secondo capitolo della saga di Paper Mario, uscito ben 20 anni fa sul caro, vecchio GameCube; la possibilità di farsi valere in un ambiente decisamente più florido e competitivo, e di dimostrare alla casa di Kyoto che è questa la direzione che i fan vogliono per il futuro del brand (e lo dice un grande fan di Paper Mario: The Origami King NdR). Com’è dunque questo remake? Vale la pena comprare a prezzo pieno questa vecchia gloria tirata a lucido per l’occasione? Scopriamolo. 

C’è poco da dire sulla trama di base: Peach è stata rapita. Di nuovo. Mario deve andarla a salvare. Grande sorpresa. Normalmente non vi scomoderemo per i dettagli, ma questo è IL Paper Mario e di dettagli ce ne sono parecchi da citare, anzi costituiscono il grosso dell’esperienza, e che esperienza ci aspetta. Il viaggio dell’idraulico dal suo approdo a Fannullopoli è un’avventura ricca di colori e sorprese, con un cast d’eccezione, pieno di carattere come raramente se ne vedono nei titoli dello stesso filone, figuriamoci nel Regno dei Funghi.

Una delle più grosse perdite dopo il debutto di Sticker Star fu la scomparsa dei personaggi “custom” appartenenti alle varie specie che popolano il mondo di Mario e non solo, e il Portale Millenario non fa che ricordarci quanto fu scellerata questa scelta di Nintendo, che ci ha privato di beniamini come Goombella, Koopaldo, Spirù e di tutti gli altri iconici comprimari dell’idraulico in questa magica epopea. Ma perché fermarsi ai protagonisti; l’intero immaginario ordito all’epoca da Intelligent Systems è degno di nota, a partire dal più insignificante (in senso buono) Goomba nella piazza principale del gioco. 

In questa riedizione a quanto pare il copione è stato leggermente rivisto per aderire meglio all’originale nipponico, e sebbene non ricordi a menadito tutte le battute della versione GameCube, posso dire che il Portale Millenario su Switch funziona ancora a meraviglia, è una vera gioia da riscoprire dopo così tanti anni e posso solo immaginare l’ebrezza di provarlo in questi giorni per la prima volta. Esattamente come per Super Mario RPG, altro classico restaurato di recente, l’ironia dei dialoghi non è stata affatto intaccata dallo scorrere del tempo, così come la comicità slapstick e i siparietti che infarciscono ogni singola scena. Solo che stavolta sono accompagnati da una formula di gioco di gran lunga più pimpante ed al passo con i tempi.

Paper Mario: Il Portale Millenario - Un pubblico, in-game e nella vita reale, adorante

Voglio essere onesto, non ho mai davvero capito tutto l’hype dietro il battle system dei primi due Paper Mario; forse per via della sua innata semplicità, o forse perché da veterano del genere ho avuto modo di saggiare esponenti del genere decisamente più complessi e stratificati. Fatto sta, che dopo averlo riprovato a distanza di anni, resta la soluzione di gran lunga più funzionale e divertente di qualunque altra diavoleria simil-puzzle game ordita dai suoi successori (passi giusto Super Paper Mario, trattandosi perlopiù di un platform). Magari non a livello di sfida, quella latita anche qui, ma di sicuro a livello di coinvolgimento.  

Gli scontri de Il Portale Millenario sono molto più tattici e ragionati, e anche se può essere affrontato anche da chi non mastica GDR senza particolari difficoltà, il soffitto per ottimizzare l’equipaggiamento di Mario e soci è bello alto. È inoltre un’esperienza dove il giocatore vuole entrare attivamente in combattimento, anziché evitarli come la peste, perché elargisce degne ricompense, sotto forma di punti esperienza, monete, oggetti e tessere; non è poi così scontato, con numerose varianti sul tema, sia in termini di nemici che di meccaniche, e regala discrete soddisfazioni. Se solo non dovessimo sorbirci dopo ogni azione l’accumulo di Energia Stella, la cui animazione fa perdere regolarmente quel paio di secondi tali da annoiare.

Paper Mario: Il Portale Millenario - Luci e soprusi

La vera star di questo remake è però sicuramente la veste grafica, ricreata da zero utilizzando il motore grafico di The Origami King. Ad una prima occhiata il gioco non sembra poi cambiato molto rispetto all’originale, ma questo perché lo stile de Il Portale Millenario è invecchiato benissimo. Soffermandosi però sulle immagini è palese l’opera di ristoro eseguita da Nintendo, con effetti di luce, riflessi e particellari che rendono ogni schermata un gioiellino. Dovunque si soffermi lo sguardo c’è sempre un particolare che prima era sfuggito e che arricchisce la scena, rendendola a dir poco memorabile, ed è forse questa attenzione per i dettagli ad aver obbligato il titolo a scendere come compromesso sui 30 fotogrammi al secondo (granitici, per la cronaca, e con tempi di caricamento quasi nulli) contro i 60 dell’edizione GameCube.  

Non se ne sente la mancanza, il gameplay in fin dei conti è piuttosto lento e le finestre di esecuzione dei comandi durante gli attacchi non necessitano di estrema precisione, ma dispiace che le ormai evidenti lacune di Switch impediscano ad un piccolo spettacolo del genere di esibirsi al meglio delle sue potenzialità. Discorso analogo per la risoluzione, che non raggiunge i 1080p in modalità fissa né i 720p in modalità portatile. Anche qui, nulla di grave ma sarebbe bello poter ambire a qualcosina in più.

Le aggiunte comunque non sono puramente estetiche. I personaggi, anche quelli minori, vantano un maggior numero di animazioni durante i dialoghi, cosa che li rende più espressivi che mai, e qua e là spuntano piccole funzionalità extra che rendono il gioco ancora più completo e accessibile. E che dire della colonna sonora? Con un’apposita tessera è possibile tornare ad ascoltare le classiche musiche targate 2004, ma dopo aver udito i nuovi brani francamente non ho motivo di tornare indietro: sono davvero splendidi e con un range molto più ampio, un complimento non da poco se considerate la qualità dell’originale in tal senso. Difetti? L’assenza di “veri” nuovi contenuti e l’impossibilità di accettare più missioni secondarie per volta; già scoccia perdersi in fetch quest, figuriamoci dover tornare ogni singola volta alla bacheca per fare rapporto.