Pearl Harbor: zero hour
di
Redazione Gamesurf
In ciò non ci sarebbe nulla di male, ma il punto é che ASAP Games ha preso dall'uno e dall'altro mondo gli aspetti meno attraenti e più limitanti: si possono accettare alcune difficoltà di controllo a patto che a queste corrisponda un modello fisico realistico, si può ammettere un sistema di armamenti di natura arcade se il gioco prevede power up e smart bomb in stile 1942, ma tutto questo in Pearl Harbor Zero Hour é completamente assente: é un arcade classico limitato da alcuni parametri di derivazione simulatoria, senza per questo essere una simulazione. Chiarito questo punto, si comprende come le differenze tra i quattordici caccia della Seconda Guerra Mondiale vantati dal gioco, tra cui gli illustri P47 Thunderbolt, Avenger, Corsair e Mustang siano in realtà limitate ai parametri arcade enunciati poco sopra e alla presenza di un arma aggiuntiva, di solito orientata sul genere "aria-terra" (torpedini, bombe, razzi) diversa per ciascun aereo
MISSION IMPOSSIBLE
Anche relativamente alle missioni c'é poco da stare allegri. La composizione degli obiettivi cambia ma la natura delle missioni rimane la stessa: bombardare dei bersagli al suolo o affondare le navi della marina nipponica. I duelli aerei non sono mai l'aspetto cruciale dell'azione, sia per la bassa spettacolarità e l'approssimazione degli stessi sia perché, considerando la scarsa efficacia del nostro armamento (più o meno identico a quello dei nemici) non possiamo illuderci di sopravvivere a lungo in mezzo a un nugolo di avversari. I duelli pongono inoltre alcuni problemi derivanti dall'ambientazione tridimensionale: gli attacchi possono arrivare da dietro, sottoforma di scie di proiettili che volgono inesorabili contro il nostro aereo, ma non c'é modo né di controllare chi abbiamo in coda (la visuale é sempre la stessa, e non ci aiuta quando abbiamo avversari dietro di noi) né di evadere con efficacia i proiettili, infatti, sia il cambio di altitudine che di velocità non serve a passare inermi attraverso il reticolo di fuoco
MISSION IMPOSSIBLE
Anche relativamente alle missioni c'é poco da stare allegri. La composizione degli obiettivi cambia ma la natura delle missioni rimane la stessa: bombardare dei bersagli al suolo o affondare le navi della marina nipponica. I duelli aerei non sono mai l'aspetto cruciale dell'azione, sia per la bassa spettacolarità e l'approssimazione degli stessi sia perché, considerando la scarsa efficacia del nostro armamento (più o meno identico a quello dei nemici) non possiamo illuderci di sopravvivere a lungo in mezzo a un nugolo di avversari. I duelli pongono inoltre alcuni problemi derivanti dall'ambientazione tridimensionale: gli attacchi possono arrivare da dietro, sottoforma di scie di proiettili che volgono inesorabili contro il nostro aereo, ma non c'é modo né di controllare chi abbiamo in coda (la visuale é sempre la stessa, e non ci aiuta quando abbiamo avversari dietro di noi) né di evadere con efficacia i proiettili, infatti, sia il cambio di altitudine che di velocità non serve a passare inermi attraverso il reticolo di fuoco
Pearl Harbor: zero hour
Pearl Harbor: zero hour
Pearl Harbor Zero Hour è uno shoot'em up arcade con alcuni aspetti simulativi. Poteva essere l'occasione giusta per riportare l'azione frenetica dei coin op anni '80 sugli schermi dei nostri PC, purtroppo si rivela un ibrido scarsamente riuscito che trae sia dal mondo dei simulatori che da quello degli arcade elementi poco coinvolgenti. Al limitato spessore degli action game non corrisponde né una giocabilità in grado di tenere vivo l'interesse né un modello fisico degno di questo nome. L'azione è ripetitiva e frammentaria e il gameplay non sembra offrire nessuna reale possibilità di crescita se non un ripetersi continuo di bombardamenti che sembrano affidati più alla fortuna che alle nostre abilità. Manca qualsiasi altra modalità di gioco a parte quella per il giocatore singolo. La realizzazione tecnica è mediocre, con velivoli e navi poco dettagliate e dalle texture modeste, i livelli del gioco ripropongono sempre gli stessi arredi scenografici attraverso tutte e dieci le missioni. In definitiva, questo è un titolo che poteva forse essere appetibile in versione budget, ma non ha molto senso a prezzo pieno, sebbene sia incluso un libro sull'attacco a Pearl Harbor che comunque non serve a migliorare né la tecnica né il gameplay del gioco.