Pearl Harbor: zero hour

Pearl Harbor zero hour
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Se a questo aggiungete che, in prossimità delle navi, siamo soggetti al pesante fuoco della contraerea avversaria che può distruggere la nostra corazza con tre colpi di mortaio ben assestati (quasi impossibili da prevedere) capirete perché Pearl Harbor Zero Hour si riduce a una serie di tentativi andati a vuoto per distruggere sempre la stessa nave o lo stesso hangar. Fortunatamente ASAP Games salva il giocatore dalla disperazione più nera tenendo traccia degli obiettivi distrutti prima del nostro abbattimento, in questo modo possiamo decollare con un altro aereo (quelli che ci permettono i nostri "punti merito", tenendo conto che questi ultimi vengono decurtati del valore dell'aereo che abbiamo perduto a ogni abbattimento) e riprendere la missione lì dove l'abbiamo lasciata. Facciamo attenzione anche all'aspetto tempo, però, dato che mentre cerchiamo di sganciare quelle 9-12 bombe (spesso una alla volta!) che potrebbero affondare le navi nemiche gli aerei giapponesi stanno distruggendo le portaerei e le basi americane, rischiando di compromettere la missione
Pearl Harbor: zero hour
Attaccare una portaerei è una vera impresa, specie con un aereo poco agile

ZERO HOUR, ZERO TECNICA?
Frustrazione quindi, e poca varietà. L'ambientazione é prevalentemente marina, con poche isole, poveramente texturizzate, a spezzare la monotonia. C'é una specie di radar in basso a destra, che però non segnala la posizione delle navi nemiche costringendoci a noiosi giri di ricognizione in mezzo all'oceano ai danni della nostra già limitata riserva di benzina. Gli effetti sono minimalisti, le DirectX 8 vengono usate solo per un po' di fumo, qualche rapida esplosione e null'altro. Gli effetti degli spari, le esplosioni delle bombe, tutto ricorda qualche vecchio simulatore realizzato con poca attenzione alla spettacolarità. La realizzazione degli aerei e delle navi non é nulla di memorabile e, considerata la scarsa varietà dei bersagli e del (solo e unico) tipo di scenario, molto prima del termine delle dieci missioni il gioco sa già di visto e stravisto. In ogni caso, per chi volesse arrivare fino alla fine, c'é da mettere in preventivo dai tre ai sette giorni di gioco, a seconda delle abilità di ognuno, che passeremo prevalentemente cercando di superare gli stessi ostacoli (leggi, partendo numerose volte da uno stesso punto di salvataggio). Praticamente assente il commento musicale, considerato che non c'é alcun brano di sottofondo né durante i combattimenti né tra i menu. Gli effetti sonori si limitano a qualche esplosione e al rumore dei motori, questo sì, diverso a seconda del velivolo scelto.
Pearl Harbor: zero hour
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Pearl Harbor: zero hour

Pearl Harbor Zero Hour è uno shoot'em up arcade con alcuni aspetti simulativi. Poteva essere l'occasione giusta per riportare l'azione frenetica dei coin op anni '80 sugli schermi dei nostri PC, purtroppo si rivela un ibrido scarsamente riuscito che trae sia dal mondo dei simulatori che da quello degli arcade elementi poco coinvolgenti. Al limitato spessore degli action game non corrisponde né una giocabilità in grado di tenere vivo l'interesse né un modello fisico degno di questo nome. L'azione è ripetitiva e frammentaria e il gameplay non sembra offrire nessuna reale possibilità di crescita se non un ripetersi continuo di bombardamenti che sembrano affidati più alla fortuna che alle nostre abilità. Manca qualsiasi altra modalità di gioco a parte quella per il giocatore singolo. La realizzazione tecnica è mediocre, con velivoli e navi poco dettagliate e dalle texture modeste, i livelli del gioco ripropongono sempre gli stessi arredi scenografici attraverso tutte e dieci le missioni. In definitiva, questo è un titolo che poteva forse essere appetibile in versione budget, ma non ha molto senso a prezzo pieno, sebbene sia incluso un libro sull'attacco a Pearl Harbor che comunque non serve a migliorare né la tecnica né il gameplay del gioco.

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