Pentiment: quando il gioco di ruolo incontra l’avventura grafica
Ora, labora et videogioca
Sono passati solo pochi mesi dall’annuncio di Pentiment, svelato nel Giugno di quest’anno come esclusiva per GamePass e quindi indirizzato a Personal Computer, Xbox Series X/S e Xbox One, ma l’attesa per questo particolarissimo titolo è sempre stata tanta. Partiamo dal fatto che quando si chiamano in causa gli Obsidian, gli amanti dei GDR drizzano subito le antenne e cercano di capire quali saranno le nuove strade percorse dai creatori di Pillar of Eternity, The Outer Worlds, Fallout: New Vegas e soprattutto Star Wars: KOTOR 2. Il primo impatto con Pentiment è stato tanto spiazzante quanto affascinante: una grafica in due dimensioni dallo stile particolarissimo che sembra essere presa di peso da un libro miniato del rinascimento. Quindi cerchiamo di non far arrabbiare il “Magister” Alessandro Barbero e non nominiamo invano l’ormai concluso Medioevo: in questa nostra storia Cristoforo Colombo ha già scoperto l’America, gli Ottomani hanno conquistato Costantinopoli e la stampa a caratteri mobili, con tanto di tesi luterane al seguito, è ormai diffusa per quanto non accessibile a tutti. Il nostro protagonista è Andreas Maler, un giovane artista miniatore che, dopo aver abbandonato gli studi, si ritrova a lavorare per l’abbazia di Tassing, una piccola città immersa nelle alpi bavaresi. A dire la verità, Maler non sarà il nostro unico protagonista, ma non vogliamo certo rovinarvi il piacere della scoperta con qualche spoiler, per cui ci limiteremo a dirvi il minimo indispensabile per cercare di inquadrare questo nuovo e interessante progetto.
“Il piacere della scoperta”. La frase che abbiamo usato poco sopra è, a conti fatti, un riassunto di molto di quello che Pentiment rappresenta. Il titolo si presenta come un'avventura con una deliziosa veste in due dimensioni dove guideremo Andreas durante la sua vita quotidiana tra obblighi lavorativi con l’abbazia e rapporti con cittadini e contadini, sino a quando un efferato crimine non arriverà a disturbare l’apparente tranquillità della vita quotidiana di Tasssing. Da qui comincia un'avventura che vivrà su più piani e seguirà tre linee ben marcate che, però, avranno continui intrecci. In primo luogo i misfatti che accadranno in quel di Tassing, in secondo l’evoluzione delle dinamiche della stessa città, dove vige un difficile rapporto tra contadini e clero e si sente l’influsso di quello che sta accadendo nel resto del mondo, con la riforma luterana in primo piano e la chiesa romana che si arrocca sulle proprie posizioni. Rimane poi un ulteriore linea, cioè la vita del protagonista e, come già detto, durante lo svolgimento del gioco potrete avere delle sorprese a riguardo. Sta a noi muoverci a traverso tutti questi piani, cercando di trovare un bandolo all’intricata matassa.
Come detto poco sopra, poco dopo che avremo iniziato il gioco, giusto il tempo con prendere un minimo di confidenza con i facilissimi controlli e alcuni elementi della vita di Tassing, un terribile omicidio ci vederà costretti a improvvisarci investigatori e in breve tempo scopriremo che la piccola cittadina e i suoi abitanti nascondono ben più di quello che si potrebbe pensare a prima vista. Il gameplay è tanto minimale quanto ben studiato. Durante le ore della nostra giornata dovremo decidere in che luoghi muoverci, con chi parlare e che domande o risposte dare ai nostri interlocutori, con l'aggiunta di saltuarie raccolte di oggetti e alcuni piccoli enigmi da risolvere.
Le indagini inizieranno con la classica raccolta di informazioni e pian piano cominceremo a farci una nostra idea del possibile colpevole e dovremo scegliere come portare avanti la nostra ricerca, perché il tempo a disposizione non permetterà di battere tutte le piste possibili. I nostri interlocutori sono stati ricreati in maniera credibile e ognuno ha il proprio carattere. Tutti hanno le proprie idee e i propri interessi, molti hanno dei segreti da nascondere o opinioni che non vogliono rendere pubbliche e sarà la nostra capacità nel scegliere le giuste frasi a farci avere interessanti informazioni o a farci risultare antipatici, così da precludere qualsiasi possibilità di dialogo. Cosa dovremo fare per riuscire a capire le giuste frasi da dire? Per prima cosa leggere bene ogni riga di testo e cercare di cogliere le varie sfumature dai discorsi di chi ci si para davanti. Qualcuno potrebbe lasciarsi scappare una semplice frase che potrebbe rivelarsi importantissima per comprendere l’animo del suo vicino di casa o di uno dei monaci dell’abbazia. Insomma, davvero importante non perdersi nemmeno una riga!
Un vero e proprio affresco digitale degno di una abbazia
A dare maggiore spessore al lato ruolistico, all’inizio di ogni capitolo potremo scegliere alcuni elementi riguardanti il background del protagonista e questi ne delineeranno le capacità. Un esempio: se decideremo di avere un Andreas che ha studiato a Firenze invece che in Germania, saremo capaci a leggere testi in italiano e a intrattenere chi ha viaggiato in quelle zone, se poi si sarà dedicato a studi teologici avremo qualche frase ad effetto da spendere parlando con l’abate di Tassing, ma di contro potremmo non avere molto da condividere con i contadini e i cittadini meno istruiti, con cui alcune linee di dialogo non saranno disponibili. Ovviamente le opzioni sono varie (anche se non molte) e ognuna con i propri pro e contro. Più si procede con la storia, più si capisce quanto Obsidian sia stata certosina nella creazione e gestione del sistema di conversazione, e con il passare del tempo proveremo una discreta soddisfazione nel comprendere le variabili a cui avremo dato vita con le nostre azioni. Tutto il sistema ideato dagli sviluppatori funziona davvero bene e mescola le vite dei singoli personaggi con i fatti storici del XV secolo portando il giocatore a misurarsi ed esprimersi su temi ad ampia portata come la religione, la politica e il rapporto delle comunità con le loro più lontane origini. Appare subito chiaro come la ricerca storica sia stata ottima, con un affresco (perdonate la metafora a tema) generale che risulta credibile senza mai cadere nella idealizzazione.
I personaggi, infatti, sono tutti estremamente “umani”, con le loro virtù e i loro vizi, grazie a personalità che risultano quasi sempre verosimiglianti e realistiche. Giocando finiamo per prenderci a cuore alcune situazioni, empatizzando con alcuni abitanti di Tassing e prendendone altri in antipatia, dimostrando la bontà della caratterizzazione e dell’ambientazione. Inutile dire che musiche e grafica sono due elementi fondamentali per la ricostruzione messa in atto da Obsidian ed è chiarissimo come il team di sviluppo si sia ispirato a varie opere dell’epoca e a testi contemporanei come Il Nome della Rosa del mai abbastanza compianto Umberto Eco. Insomma, persino i sodali di Feudalesimo e Libertà gradiranno di sicuro una siffatta rappresentazione!
Pentiment, però, non è un prodotto perfetto, a prescindere del suo nascere come titolo low budget (meno di 20 euro se non siete possessori di Game Pass). Il ritmo di gioco è davvero troppo lento e spesso, muovendoci tra le varie zone, ci ritroveremo a desiderare un qualsiasi sistema di viaggio veloce o perlomeno di poter abilitare la corsa visto che in alcune fasi potremo solo camminare. Le ambientazioni non sono molte e sono ben collegate grazie alle varie strade, ma i continui spostamenti ce le faranno quasi venire a noia, tanto che dopo un po’ non avremo più bisogno di aprire la mappa per sapere in che direzione andare. I dialoghi sono tanti, davvero tanti, ma non ci sentiamo di ritenere ciò un difetto, visto che i testi rientrano alla perfezione nell’atmosfera di gioco. Vi consigliamo di correre nei menù e selezionare, oltre alla lingua italiana, la visualizzazione semplificata degli scritti, o dovrete giocare leggendo varie calligrafie prese pari pari dai libri dell’epoca: bello che Obsidian abbia pensato anche a questo elemento di verosimiglianza, ma altrettanto bello che ci abbia permesso di ripiegare su un qualcosa di più leggibile per salvaguardare i nostri poveri occhi.
La trama è buona e ricalca alcuni elementi che chi ama la storia riconoscerà senza alcun problema, ma arrivati alla fine, davanti all’epilogo che ovviamente deriva anche da alcune delle nostre scelte, rimane un po’ di amaro in bocca. Ci sarebbe piaciuto una conclusione dove venisse data qualche spiegazione in più riguardante le nostre azioni nel gioco, per quanto tutto si è rivelato estremamente credibile e realistico, anche se qualche passaggio è risultato un po’ “telefonato”, o forse la vena investigativa di chi vi scrive ha incredibilmente azzeccato varie congetture, tanto che il finale non mi ha sorpreso più di tanto. Pentiment rimane comunque un titolo da giocare, soprattutto se siete alla ricerca di un'avventura grafica intrigante e affascinante, se poi amate la storia non potrete fare a meno di fare questo viaggio a Tassing. Aprite il vostro Game Pass e scaricatelo, e se non siete abbonati al servizio Microsoft questa è una ottima occasione per provarlo visto che un mese di abbonamento vi permetterà di finire agevolmente il titolo in esame e giocarne altri, ad un prezzo inferiore a quello del solo Pentiment. Quindi forza, andate a giocare e, mi raccomando, come cantano i Bardo Magno, ricordate di non commettere atti di revisionismo storico!