Perfect Dark

di Andrea Lancioni
Quando si tratta di remake é sempre difficile giudicare. Il giudizio cambia in base alla prospettiva dalla quale si guarda e quale di essa si debba preferire é una questione molto soggettiva. Dopo aver appassionato tanti giocatori dieci anni fa, il classico Rare ritorna oggi in una veste rinnovata disponibile sul marketplace del servizio Xbox Live al costo di 800 MS.

Al momento della sua uscita su Nintendo 64 Perfect Dark sbalordì molti giocatori, grazie ad una grafica strabiliante e ad un impianto di gioco originale che lo pose un gradino sopra a tutti gli altri giochi della sua generazione. La prima sensazione é quella di un grande tuffo nel passato. I giocatori dell'originale si trovano immediatamente a casae adattenderli ci sono tutte le modalitàdi dieci anni faconuna sfiziosa aggiunta: la modalità multiplayer online sia cooperativa che competitiva.



Giunti a questo punto, chi non conosce il gioco vorrà saperne un po' di più. Perfect Dark ha come protagonista Joanna Dark, un agente segreto governativo che appena diplomata si troverà invischiata in una cospirazione aliena che potrebbe portare alla fine della specie umana. Per riuscire a sventare la stessa dovrà utilizzaretutte le tecniche imparate durante l'addestramento per infiltrarsinelle strutture nemiche e recuperare informazioni vitali per il raggiungimento dell'obiettivo. Aggirare le guardie, eliminare le fonti di luce per evitare di essere scoperti o cercare travestimenti per infiltrarsi in zone riservate sono tutte azioni che hanno una parte fondamentale all'interno del gameplay e senza le quali é difficile andare avanti. Gli elementi stealth sono comunque stemperati da molte sezioni in cui l'opera Rare si trasforma in uno sparatutto frenetico, dove miriadi di nemici ci sbarreranno la strada per ostacolarci o semplicemente per impedirci di scappare.

La modalità single player si compone di nove missioni suddivise a loro volta in un numerovariabile disottolivelli. Ognuna di esse avrà una serie di obiettivi da portare a termine che varieranno, sia nel numero che nella natura, in base al livello di difficoltà che sceglieremo. Ad esempio nel primo livello affrontato alivello Agente(ilpiù basso) dovremo solo riuscire ad ottenere l'accesso al laboratorio, a livello Agente Speciale dovremo occuparci anche di disattivare la sicurezza interna, rubare la collana che contiene il codice d'accesso, disattivare il sistema di comunicazione verso l'esterno ed infine ottenere l'accesso al laboratorio. Capirete quindi come la complessità dell'esperienza di gioco varia enormemente in base al livello al quale esso viene affrontato.

Il design dei livelli é piuttosto articolato e vario. La trama ci porterà a visitarelocazioni molto diverse tra loro che spazianoda una villa sul mare fino ad arrivare in alta montagna. L'esperienza di gioco é poco guidata e possiamo scordarci di avere a disposizione tutti gli aiuti presenti nei giochi di nuova generazione. Per portare a termine ogni obiettivo dovremo esplorare a fondo ogni mappa, infatti,trattandosi di un gioco di dieci anni fa, manca qualunque indicazione a schermo sulla direzione da seguire e l'energia a nostra disposizione non può essere ripristinata in alcun modo. Tutto ciò, unito all'assenza di un qualsivoglia checkpoint (i sottolivelli sono comunque piuttosto brevi), rende l'esperienza di gioco impegnativa e al tempo stesso appagante, ma potrebbe scoraggiare tutti coloro che non sono abituati a questo tipo di gameplay molto Old Style.



L'arsenale a nostra disposizione é davvero ben fornito. Le armi sono in tutto trentadue e spaziano dalla semplice pistola fino ad arrivare ad elementi ipertecnologici, capaci di mimetizzarci con l'ambiente (avete presente i Covenant che spariscono inHalo? L'idea viene da PD). Inoltre avremo a nostra disposizione una serie di accessori che si riveleranno utilissimi per completare le varie missioni come il visore notturno, il connettore dati che ci permette di hackerare i sistemi di sicurezza, il visore a raggi X che individua porte nascoste o muri cedevoli e tanti altri.

Il multiplayer online che affianca quello in split screen a 4 giocatori é sicuramente la novità più succosa di questa nuova incarnazione. Il numero di mappe disponibili é piuttosto elevato e comprende tutte quelle presenti nell'originale più una decina provenienti da GoldenEye, da molti considerato lo sparatutto più bello di sempre. Il consueto Deathmatch in cui i giocatori combatteranno per raggiungere un obiettivo prima degli avversari é molto frenetico e si possono affrontare nella stessa sessione fino a 8 giocatori. In cooperativa invece si possono affrontare tutte le missioni del single player assieme ad un amico, obbligatorio in questo caso l'utilizzo dell'headset che é indispensabile per mettere a punto tattiche di squadra in grado di portare al successo della missione. Completano il quadro le classifiche onlinee la possibilità di impostare una serie di bot con i quali allenarsi.

Come preannunciato all'inizio, quando si giudica un remake tutto dipende dalla prospettiva da cui esso si guarda. Se si tiene in considerazione la fedeltà all'originale possiamo garantirvi che questa versione vale un dieci in pagella. Secco, senza troppe discussioni. Dieci anni però sono tanti, sopratutto in ambito videoludico. Guardandolo in maniera distaccata é impossibile non storcere il naso di fronte ai segni di un passato ormai troppo lontano. E' vero, Il restyiling grafico c'é stato e il motore di gioco gira in alta definizione a 60 frame al secondo, tuttavia il dettaglio é aumentato solo in virtù del maggior numero di pixel e non per la modifica di texture e animazioni, rimaste quelle del gioco originale. Il sistema di puntamento, inoltre, é rimasto quello originale ideato per il peculiare pad del Nintendo 64 e non é stato riadattato a dovere a quello Xbox 360, con la diretta conseguenza che spesso risulta poco preciso, con un fastidioso "punto morto" che quasi obbliga il giocatore ad eseguire movimenti troppo bruschiche rendono quasi impossibile mettere a segno un headshot. Fortunatamente questo difetto viene mitigato dalla possibilità di inserire la mira automatica, anche se questa opzione toglie forse un po' di divertimento rendendoci involontari spettatori e non giocatori in prima persona. La sottotitolatura manca nei filmati e rende necessaria una buona conoscenza della lingua inglese per apprezzarli fino in fondo. Inoltre alcune caratteristiche che all'epoca potevano essere considerate dei pregi adesso vengono date quasi per scontate, come le differenti animazioni in base al punto in cui si colpisce il nemico. Ottimo gioco, nonostante tutto o pessimo tentativo di riesumare ormai un gioco troppo lontano da questa generazione per risultare godibile? A voi la scelta, noi abbiamo detto la nostra.