Perfect Dice: Recensione del gioco Tilt Station

di Simone Marcocchi

Un utente su Steam scrive "non giocate a questo gioco se siete arrabbiati". Bastano poche parole per farvi capire come funzioni questo titolo, o meglio come "approcciarsi psicologicamente" e ora vi spiego perché.

IL FUTURO VISTO NEGLI ANNI '80

Perfect Dice trasporta il giocatore in una realtà cyberpunk alternativa, dove ogni decisione è determinata dal lancio di un dado. In questo mondo, la casualità e il destino sono intrecciati in modo inestricabile. La volontà del nostro avatar è stata sottratta, e ora si deve trovare il Dado Perfetto per riacquistarla.
Nel cuore di questa storia, la logica dei giochi di carte tradizionali non ha valore. Qui, il Dado Perfetto regna sovrano, e la (nostra) abilità nel manipolare le probabilità sarà messa alla prova. Ogni carta, ogni lancio di dado, ogni scelta che viene fatta può cambiare il corso degli eventi.
La ricerca del Dado Perfetto ci porterà attraverso intricati labirinti di algoritmi, cospirazioni e segreti. La sottile narrazione del gioco ci invita a riflettere sulla casualità e sul suo impatto sulle nostre vite. Dobbiamo sempre cercare qualcuno da incolpare, o possiamo talvolta accettare gli eventi così come accadono?


IL DADO PERFETTO NON ESISTE 

Se nella pratica dobbiamo incastonare dei dadi nelle carte, per creare combo e superare le prove dei nostri nemici, che ci sfidano a duella su una mappa in pixel arte, sfruttando la classica meccanica in stile roguelite, affidando quindi al destino l'esito del risultato che ogni volta avviene nell'esito del tiro degli stessi, è anche giusto considerare che non tutti i dadi sono classici a sei facce, alcuni infatti sono da sfruttare per specifici elementi con specifiche finalità, altri si possono usare unicamente dopo aver usati altri dadi ancora, ma più importante di tutto è il concetto (in stile puzzle game) in cui il game-over può arrivare non tanto da un nemico che ci colpisce (cioè in realtà sì e quasi sempre), ma più spesso dal nostro modo di impiegare i dadi in modo errato o aver giocato e scelto alcune carte pensando di ottenere particolari benefici.

Considerate che solo il tutorial per comprendere un minimo il gioco dura più di un'ora e un'altra ancora anche solo per prendere dimestichezza con le logiche, la mia blind run su Twitch è stata un puro delirio - tanto per farvi capire il mood -, eppure col tempo le cose iniziano ad acquistare una logica e un significato e le linee astrali arrivano ad allinearsi. La casualità è quindi determinante, ma parzialmente, lo è di più apprendere come muoversi e, confesso, che il tutorial oltre ad essere lungo e tedioso non spiega ciò che in realtà dovrebbe e quando lo fa è farraginoso e poco avvezzo a dirci quello che realmente serve.

Io ho seguito la terapia d'urto di imparare giocando e dopo un po' ho ricominciato il tutorial così ho compreso cosa volesse dire e a quel punto che avete l'illuminazione. Francamente un po' troppo lavoro per un indie che se avessi programmato io avrei semplificato dieci volte per ottenere lo stesso risultato, non per commentare il lavoro degli sviluppatori, ma per farvi capire che alcune logiche sono un po' troppo lacunose e inutilmente arzigogolate, ma che per chi fosse abbastanza tenace avrà un gradito ritorno emotivo. La grafica non è solo estetica, ma parte integrante della trama, quello stile pixel art che animazioni fluide - benché elementari - ad una narrazione sottile per creare un’esperienza visiva coinvolgente e unica.