Persona 3 Reload: la recensione del remake di un classico senza tempo
Persona 3 Reload ci fa rivivere lo storico JRPG Atlus in chiave più moderna: sarà ancora attuale?
Il terzo Persona non si scorda mai!
Se c'è una cosa che Atlus ha capito grazie a Persona 5 e relative riedizioni, è di avere nel suo catalogo un brand non solo di pregio, ma anche in grado di smuovere un gran numero di appassionati. Perché, diciamolo, la qualità e il fascino di tantissimi suoi titoli sono fuori discussione, ma i più di 15.000.000 di copie vendute delle varie declinazioni di Persona 5 sono riusciti a fare da apripista per sdoganare in tutto il mondo il marchio Persona. Così, con tutti i fan in attesa di un nuovo episodio della serie principale (per quanto Persona sia una costola di Shin Megami Tensei, ma non divaghiamo), sul mercato sono apparsi spin-off e riedizioni come il musou Persona 5 Strikers, lo strategico Persona 5 Tactica e le remastered di Persona 3 e Persona 4, con queste ultime che hanno raggiunto il mercato appena un anno fa. Il focus di Atlus non sembra essersi spostato di molto ed eccoci qui per la recensione di Persona 3 Reload!
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Se a Gennaio dello scorso anno eravamo qui a scrivere di una rimasterizzazione, oggi ci troviamo davanti a un remake vero e proprio del celebre JRPG a turni del 2006, per quanto molto (ma non del tutto) fedele all'originale, sia nei contenuti che nella forma. Il fatto che i primi due episodi della saga siano attualmente fuori dai radar di Atlus è comprensibile sia dal punto di vista tecnico (usciti sulla prima PlayStation sarebbero di difficile adattamento) che da quello narrativo. Non per nulla è stato proprio il terzo episodio a segnare il passo e a inserire per primo gli elementi che ormai consideriamo distintivi di Persona, come le meccaniche sociali o le tematiche psicologiche dei protagonisti. D'altro canto sebbene non abbia avuto la fortuna di Persona 5, anche il 3 può vantare buoni numeri di vendita e i favori della critica, ecco perché ripartire proprio da lui con questo progetto di remake.
La storia ci vede impersonare uno studente (solo in versione maschile a differenza dell’edizione PSP) da poco trasferito nella città di Iwatodai, impegnato a dividersi tra la vita scolastica nel liceo locale Gekkoukan e cercare di farsi nuovi amici a partire dal dormitorio a cui è stato assegnato passando per le varie zone di Iwatodai. Nel mentre, le cronache locali si stanno riempiendo di notizie legate a una misteriosa sindrome apatica che trasforma le persone in fantocci senza volontà che ciondolano per la strada. Inoltre appena giunti in città, una strana visione notturna ci ha mostrato delle inquietanti bare sparse per le strade.
Se in un primo momento non daremo troppo peso alla cosa, in breve tempo scopriremo che il nostro dormitorio è la base operativa del S.E.E.S., Specialized Extracurricular Execution. Squad, un club scolastico ben diverso dalle classiche associazioni a cui sono iscritti gli studenti giapponesi. I membri del S.E.E.S. si occupano di combattere le Ombre, pericolose presenze ultraterrene che entrano in contatto con il nostro mondo allo scoccare della mezzanotte, durante la cosiddetta “ora buia”, cioè un’ora nascosta alla percezione umana in cui le persone normali sono come rinchiuse e addormentate in delle bare e solo particolari individui hanno la capacità di sfuggire a questa prigione mentale.
Naturalmente per combattere contro le ombre non basta avere la capacità di vederle, ma serve un potere in grado di contrastarle e qui arriva il momento di citare le Personae, essenze spirituali invisibili ai comuni mortali, ma capaci legarsi ai propri possessori e combattere per loro sfruttando colpi di ogni tipo. Se avete presente l'idea alla base degli stand del celebre manga Le Bizzarre Avventure di JoJo, non fare fatica a capire il concetto di queste emanazioni al servizio dei propri possessori.
Il nostro protagonista vive una vita su due piani, una su quello che definiremmo "reale" e una su quello dell'"ora buia" in cui insieme ai propri compagni del S.E.E.S. cerca di venire a capo del mistero legato alla sindrome apatica esplorando il Tartaro, un enorme dungeon fatto di piani che si susseguono, abitato da ombre sempre più feroci che richiederanno tutta la nostra attenzione. Come molti di voi avranno imparato da Persona 5, da una parte dovremo impegnarci a combattere, dall'altro a vivere una vita il più possibile normale e a coltivare tutte le attività che fanno parte delle giornate di un qualsiasi liceale.
Ogni fatture farà parte della nostra crescita e arricchirà la nostra personalità che si suddivide in tre fattori: conoscenza, fascino e coraggio. Il tempo a disposizione durante la giornata è limitato e in base a quello che sceglieremo di fare andremo a migliorare uno di queste skill, che ci permetteranno di ampliare le nostre azioni. Volendo fare un esempio pratico, passando un pomeriggio a studiare diventeremo più acculturati e questo potrebbe aprirci nuove linee di dialogo con specifici personaggi, portandoci a scoprire nuove opzioni e informazioni. Oltre a tutto questo ricoprono una importanza enorme i rapporti sociali che avremo con i vari personaggi che animano Iwatodai e che andranno a impattare con il nostro rapporto diretto con le Personae.
Sebbene i nostri compagni del S.E.E.S. avranno a disposizione una sola Persona, il nostro potere speciale è quello di poter utilizzare a nostro piacimento più Personae, una volta riusciti a conquistare i loro servigi. Le Personae sono legate alle figure delle carte dei tarocchi e ad alcune figure divini della mitologia, con i rimando alle Bizzarre Avventure di JoJo che tornano a farsi sentire prepotentemente. Se il nostro protagonista inizierà dovendo gestire la Persona Orfeo, in breve tempo imparerà a conquistarne altre e a sfruttarne i diversi poteri, in modo da mettere in campo la classica gestione di bonus e malus in base all'avversario incontrato.
Persona di altri tempi
Per quanto Persona 3 Reload sia indubbiamente un remake, è impossibile non notare che sia la fase legata alla vita "reale" che quella ambientata nel tartaro patiscono il passare degli anni. In fase di sviluppo si è pensato principalmente a migliorare l'impatto visivo e ad aggiungere alcune linee di dialogo in modo da rendere più coinvolgente l'atmosfera, ma il gameplay è rimasto pressoché invariato, se non per l'assenza della fatica accumulata dopo l'esplorazione del Tartaro e dalla possibilità di gestire il proprio party in completa autonomia, mentre in origine i nostri compagni venivano mossi dall'intelligenza artificiale.
L'esplorazione è sempre basata su dungeon procedurali, cioè creati di volta in volta in maniera sempre diversa, rendendoli da una parte nuovi ad ogni nostra visita, ma estremamente anonimi e non troppo ispirati, soprattutto a oggi dopo aver visto cosa gli sviluppatori sono stati in gradi di creare per Persona 5. Il sistema procedurale rischia di prendere a noia dopo una decina di ore (e il gioco ve ne richiederà molte di più) e la mancanza di fatica rende le battaglie meno tattiche. In precedenza, più si rimaneva nel Tartaro, più ci si stancava e anche in base a questo si dovevano scegliere le attività da svolgere nella vita di tutti i giorni in modo da avere un party in forma per esplorare l'ora buia.
Adesso tutto questo si è andato a perdere e ha reso le sortire nel Tartaro più semplificate. motivo per cui vi consigli di giocare non a livello normale, ma quantomeno a quello difficile, in modo da avere una sfida adeguata.
Durante le nostre esplorazioni incontreremo le ombre e le potremo attaccare andando a scontrarci con loro, possibilmente colpendole con la nostra arma già nella mappa in moda da avere una precedenza d'attacco. Gli sconti si svolgono secondo un combat system a turni dove i nostri protagonisti (e vi assicuro che alcuni sono davvero ben scritti) affronteranno di volta in volta ombre dotate di punti forti e debolezze. In base ai nostri attacchi e alle capacità delle nostre Personae potremo utilizzare azioni di tutti i tipi, tra attacchi legati a vari elementi e magie di cura o di offesa.
Come da tradizione, una volta riusciti a scoprire una debolezza di un nemico, se riusciremo ad infliggergli una tipologia di colpo a cui è vulnerabile, acquisiremo la possibilità di attaccare una seconda volta e lui si ritroverà in uno stato confusionale. Andando a gestire le capacità di ogni protagonista, con il nostro eroe che spiccherà grazie al fatto di poter utilizzare svariate Personae, potremo inanellare una serie di colpi capaci di stordire tutti i nemici sul capo. A questo punto avremo a disposizione un attacco bonus in cui tutto il nostro party si scatenerà colpendo a più non posso ogni avversario, dandoci modo di far pendere lo scontro a nostro favore.
Una battaglia dopo l'altra saliranno di livello sia i nostri personaggi che le loro Personae e come avrete capito, il fatto che il protagonista è in grande di gestirne di diverse è un fattore di enorme importanza. Dopo ogni vittoria potremo trovare delle carte che ci conferiranno alcuni bonus, tra cui la possibilità di trovare nuove Personae da reclutare e utilizzare, ognuna con le sue capacità.
Avremo anche accesso alla misteriosa stanza di velluto dove potremo fondere le Personae in nostro possesso per crearne di nuove e ampliare così le nostre capacità. Ancora una volta il combat system è estremamente profondo e permette di sviluppare interessanti tattiche, ma l'assenza dell'affaticamento, per quanto possa essere un fattore in grado di rendere più fruibile Persona 3 Reload al pubblico odierno, è andato a togliere spessore alla programmazione degli eventi della vita del giocatore. Si, compaiono nuove linee di dialogo e il party è utilizzabile in completa autonomia, ma la fatica era uno dei fattori principali della gestione delle giornate nel mondo di Persona 3 e ci sarebbe piaciuto rivederla.
Il presente ha un cuore antico
L'operazione di remake ha visto una rivisitazione sia delle musiche (sempre ottime) e della grafica, tanto nel colpo d'occhio quanto nel fatto che in alcune situazioni potremo muovere la telecamera e gestire meglio l'esplorazione rispetto alle schermate fisse del passato. La realizzazione dei personaggi principali è magistrale (mentre quelli secondari tendono a ripetersi un po' troppo), così come le nuove sequenze animate legate ad alcuni momenti della trama, ma tutto questo non è riuscito a svecchiare al 100% un titolo che ha un'anima legata a una produzione di quasi vent'anni fa.
L'esplorazione delle varie zone della città e le attività da svolgere sono, oggi più che mai, asettiche e si limitano a mostrarci alcune schermate e a comunicarci le conseguenze delle nostre scelte senza che si debba fare effettivamente qualcosa, mentre la struttura procedurale del Tartaro è oggi più che mai obsoleta, non tanto per ul suo essere procedurale, ma nella sua stessa gestione che magari, in un remake venduto a prezzo pieno come questo, avrebbe potuto regalarci qualche spunto maggiore. D'altro canto la trama è ancora oggi interessante e avvincente, con alcuni picchi di maturità che raramente vengono toccati ed esplorati nel mondo dei videogame. Suicidio, psiche, bullismo, depressione: tutto questo concorre a creare una trama moderna che se non avete ancora giocato, riuscirà a conquistarvi.
Persona 3 Reload è un buon remake, ma patisce il fatto che i gamer appassionati al marchio Persona abbiano giocato questo episodio in ogni salsa. Si, sono presenti alcune novità interessanti e nuovi spunti che vi accompagneranno sino alla fine del gioco, ma se avete già avuto occasione di vivere una delle varie incarnazioni di Persona 3, potreste fare fatica a portare a termine questo Reload, anche perché gli sviluppatori non hanno voluto effettivamente puntare su un reale svecchiamento delle meccaniche, preferendo seguire i binari sicuri già tracciati in passato, Resta il fatto che questi binari fossero di gran qualità allora e lo siano ancora oggi, ma se il combat system rimane ottimo, tutto quello che gli gira intorno avrebbe potuto approfittare di svariate migliorie.
Considerando anche che Persona 3 Reaload viene venduto a prezzo pieno, ci sentiamo di consigliarlo principalmente a chi non ha mai avuto modo di giocare una delle precedenti edizioni del titolo, soprattutto per quanto riguarda i possessori di console Sony. Se invece siete utenti Xbox, sappiate che il titolo sarà disponibile su Game Pass e quindi accessibile a tutti gli abbonati al servizio Microsoft. Rimane il fatto che i pregi di Persona 3 Reload lo rendono anche oggi un titolo superiore alla media, ma il tempo scorre anche per i giochi più blasonati. Se vi siete appassionati al mondo di Persona con il suo quinto capitolo, questo è sicuramente il momento migliore per fare un tuffo nelle radici della saga!
Versione Testata: Xbox Series X
Voto
Redazione
Persona 3 Reload
Partiamo da un sunto: la qualità di Persona 3, in qualsiasi sua declinazione o edizione, non si discute, così come non si possono ignorare alcuni difetti atavici del titolo che si presentano ancora oggi su questo Persona 3 Reaload, riscontrabili principalmente nel sistema procedurale del Tartaro e alcuni momenti in cui la narrazione perde mordente. Questi rimangono, comunque, problemi secondari, ma da questo remake era lecito attendersi una attenzione maggiore da più punti di vista.
Il tentativo di “svecchiamento” avrebbe dovuto probabilmente passare più dal rendere accattivante l’esplorazione del Tartaro e dare al titolo un aspetto davvero next gen piuttosto che dallo snellirne le meccaniche legate all’affaticamento e magari modellare un minimo di gameplay sulle attività secondarie. Insomma, Persona 3 Reload è un buon remake di un titolo storico e si lascia giocare con piacere per quanto il legame con il passato e le tante edizioni in cui abbiamo già vissuto questa storia, non lo rendono così interessante per i veterani, che non troveranno così tanti motivi per fare un nuovo “giro sulla giostra”. I neofiti, che magari si sono appassionati al mondo di Persona con il quinto capitolo, potranno invece godersi un titolo dai molteplici spunti di classe, a patto di accettare una struttura di fondo che a oggi risulta un po’ datata.