Persona 4: The Golden
Il gradito ritorno
Come tutti ben sapete, il parco titoli di PlayStation 2 é uno dei più ricchi a memoria di gamer. Molti di noi, ad essere pignoli e chiudendo un occhio sugli standard tecnici, potrebbero vivere di rendita e mettersi a giocare tutti quei videogame di valore usciti sulla vecchia console casalinga Sony che, per un motivo o per l'altro, non sono riusciti a godersi durante la precedente generazione. Il fatto é ormai talmente palese che si sprecano operazioni di recupero ludico, tra remake e edizioni “hd” di varia fattura. Tra questa schiera si fa notare anche il ritorno di uno dei giochi di ruolo giapponesi più amati dell'epoca a 128 bit, cioé Persona 4. Il titolo Atlus arriva su PS Vita e, per l'occasione, diventa Persona 4: The Golden, portando con sé una solidissima base condita da alcune novità. Puro sfruttamento dell'effetto “nostalgia” o un lavoro fatto con i crismi giusti per colpire nuovamente il cuore degli appassionati? Andiamo a scoprirlo insieme!
Tutto inizia con l'arrivo del nostro protagonista (aspetto predefinito, nome a vostro piacimento) a Inaba, una cittadina di provincia che nulla a che vedere con i ritmi serrati della metropoli in cui eravamo abituati a vivere. Ed eccoci qui, lontani da casa per gli impegni di lavoro dei nostri genitori, affidati ad uno zio detective e alle cure di una cuginetta tanto giovane quanto assennata. Ah, la vita di campagna! Ritmi blandi, tutti conoscono tutti, il verde non ancora soppiantato dal cemento e efferati omicidi usciti dalla mente del peggior psicopatico. Si, perché nemmeno il tempo di andare al liceo il primo giorno e conoscere i compagni di scuola, che tutta Inaba viene sconvolta dal ritrovamento di un cadavere... situazione che sarà solo l'inizio di una serie di eventi ai limiti dell'incredibile. Inoltre la stessa esistenza del nostro protagonista é legata ad eventi particolarissimi di cui non vi sveleremo nulla, ma che sapranno dare un tocco di mistero alla nostra avventura, sin dai primi frame.
In poco tempo avrete la netta sensazione che il vostro arrivo a Inaba non sia stata una pura casualità, soprattutto quando scoprirete una connessione (altamente “malata & disturbata”) tra la vita reale e la televisione. Insieme ai primi amici incontrati in classe, vi renderete conto che alcuni televisori della città potranno essere attraversati come veri e propri portali, trasportandovi in un universo in bilico tra sogno e incubo. Qui imparerete a combattere sfruttando la potenza dei Persona, cioé delle entità spirituali che si metteranno al vostro servizio per permettervi di usare le loro abilità, tra attacchi e skill varie (se siete fan delle Bizzarre Avventure di JoJo, provate a pensare agli stand), in modo da andare a coprire il vasto campionario di azioni e magia che abbiamo imparato a conoscere in anni e anni di giochi di ruolo a turni. Mentre i misteri e gli omicidi sembrano moltiplicarsi, inizia la vostra nuova vita in bilico tra due dimensioni, dove dovrete imparare a gestire al meglio il tempo passato nel mondo reale e quello dove i vostri Persona vi doneranno una forza fuori dal comune.
Un eroe, due dimensioni
Una delle particolarità di Persona 4 é proprio quella che durante la vostra avventura avrete la possibilità di muovervi, appunto, tra il mondo reale e quello dietro lo schermo. Non stiamo parlando di una semplice trovata narrativa, ma della reale possibilità di avere un certo controllo sulla vostra vita virtuale. Il gioco si svolge, infatti, sull'arco temporale di un anno e ogni giorno potrete gestire più o meno liberamente il vostro tempo. Per fare un semplice esempio, in una giornata tipo dovrete passare la mattinata a scuola, magari cogliendo l'occasione per seguire una lezione in particolare e, rispondendo a dovere alle domande dei vostri professori, aumentare alcune vostre qualità. Nel pomeriggio avrete una certa libertà d'azione e starà a voi decidere se spendere il tempo per rimanere a scuola, vagare per la città migliorando i rapporti con i vostri conoscenti o andare nel mondo oltre lo schermo e combattere per portare avanti alcune missioni. Insomma: salvo alcune situazioni che dovrete affrontare per forza, si nota una certa (sebbene limitata) libertà che rappresentava una sorta di ventata d'aria fresca nel panorama del gioco di ruolo nipponico degli anni passati e, a ben vedere, é ancora oggi una interessante variazione sul tema.
Non si deve cadere in errore e pensare che solo correre a combattere nell'”altra dimensione” sia utile per migliorare le qualità del proprio personaggio. Riuscendo a tessere una buona e fitta rete di rapporti con gli altri personaggi che comporranno il nostro party, andremo a migliorare anche le qualità dei nostri e dei loro Persona, grazie a un sistema chiamato Social Link che ci aprirà la strada all'uso di nuove abilità e skill varie. Scendere in campo a fianco di compagni con cui saremo molto affiatati sarà un bel bonus per riuscire a sconfiggere i nemici più coriacei. Ovviamente, però, la fase di esplorazione e combattimento non dovrà essere messa troppo da parte (bilanciate le vostre azioni, carissimi lettori, bilanciate!). Tramite l'uso dei Persona i combattimenti si svolgeranno in modo abbastanza classico, grazie ad un sistema a turni e allo storico stile che mixa attacchi fisici e magie di vario tipo.
Persona 4, però, inserisce molte variabili che richiederanno un discreto impegno per essere apprese. A dirla tutta, uno dei principali scogli per riuscire ad affezionarsi a pieno al titolo Atlus é, appunto, l'apprendimento. Dopo aver iniziato a giocare vi renderete conto di essere immersi in un enorme tutorial che, sfruttando ampie sezioni narrative, richiederà circa tre ore di gioco (si: tre ore) e tantissimi dialoghi di contorno. Anche dopo questo periodo dovrete mettere da conto che sarà necessario tenere sempre alta l'attenzione per riuscire a gestire al meglio le proprie risorse, anche perché il livello di difficoltà (sebbene selezionabile) non lascia mai spazio all'imperizia. In parole povere: imparate a dovere come gestire le qualità dei vari Persona che avrete a disposizione (non solo i vostri, ma anche quelli dei vostri compagni) o potreste avere brutte sorprese in qualsiasi momento.
Mi sento una Persona nuova!
Ma cosa c'é di nuovo in questa edizione di Persona 4, per meritarsi l'appellativo The Golden? Ad essere sinceri, non molto. Tecnicamente, però, l'impatto é più che buono, grazie al lavoro degli sviluppatori che sono riusciti ad adattare più che pregevolmente il motore grafico alle qualità di PS Vita. Il passaggio di piattaforma e le dimensioni dello schermo della console portatile hanno permesso una diminuzione delle scalettature e la presenza di un gradito effetto anti-aliasing. Da questo punto di vista possiamo dire che proprio questa versione é quella che rende maggiormente giustizia al lavoro di Atlus (con ottimi filmati in stile anime), sebbene gli ambienti e alcune imperfezioni della telecamera dimostrino quanto, all'origine, vi fossero alcuni difetti di produzione. Il sonoro é rimasto su buoni livelli, con una colonna sonora composta da ottimi brani. Per quanto riguarda la musica, un vero peccato non avere, come avveniva su PlayStation 2, un disco in omaggio con tutte le canzoni. Da segnalare, poi, un discreto doppiaggio in inglese.
A dire la verità, avevamo sperato nella presenza della doppia traccia avendo, quindi, anche le voci originali in giapponese come, ormai, stanno facendo moltissimi titoli per la gioia dei puristi.
Purtroppo questa trasposizione non ha ricevuto un simile extra. Di italiano, nemmeno a parlarne: non solo le voci, ma anche i testi sono tutti in inglese. Nessun problema per gli anglofoni, ma é necessario dire che, per chi non mastica la lingua della Regina Elisabetta, qualche problema verrà a porsi. La mole di testi é davvero ingente e l'inglese utilizzato non é semplicissimo. Quantomeno i ritmi dei dialoghi sono dettati da voi, motivo per cui potrete tenere sempre a portata di mano un dizionario. Per quel che riguarda il gameplay si registrano alcune novità abbastanza marginali che cercano, comunque, di limare vari spigoli del prodotto originale. Nuovi attacchi, qualche location bonus e svariati extra, ma la base é sempre la solita: ottima, ma non facilissima da metabolizzare. Quantomeno questo The Golden offre, per la prima volta, l'occasione per rendere meno oscuri alcuni lati del mondo di Persona. Inutile dire che non staremo qui a svelarvi come ciò accadrà, ma pensiamo che i fan non rimarranno delusi dalla scelta degli sviluppatori.
Davvero niente da dire sulla longevità: una volta che vi sarete appassionati al sistema, avrete l'occasione per divertirvi per un monte ore che arriva facilmente alle cento unità, senza contare che vi saranno varie scelte da compiere durante lo svolgimento della trama che daranno anche un certo stimolo al rigiocare il titolo, magari sfruttando il salvataggio finale per poter portare con voi alcune evoluzioni dei personaggi che avrete conquistato col sudore della fronte. Per quanto riguarda le specifiche tecniche e le peculiarità di PS Vita, si é fatto davvero poco. Il touch screen lo userete solo per avviare il gioco e per utilizzare le due minime innovazioni portate sull'hardware Sony. Una é la possibilità di vedere le scelte degli altri giocatori in specifiche situazioni, l'altra é la gestione delle richieste di S.O.S. La prima vi farà semplicemente visualizzare cosa avranno fatto i vostri “colleghi di gioco” in dati momenti, mentre la seconda vi permetterà di chiedere o elargire bonus abbastanza risicati durante le battaglie nei dungeon. A dire la verità, ve ne dimenticherete presto.
Alla resa dei conti Persona 4: The Golden dimostra di non aver perso tutte le qualità che aveva già dimostrato nella sua edizione originale, ma non offre molto di più rispetto al passato, esaltando di poco i propri lati positivi e migliorando altrettanto limitatamente i propri difetti. L'occasione di poter sfruttare PS Vita poteva essere colta meglio, ma questo non significa che Persona 4: The Golden non sia un grande gioco di ruolo giapponese, nonostante i neofiti possano trovarlo un po' troppo ostico.
Come tutti ben sapete, il parco titoli di PlayStation 2 é uno dei più ricchi a memoria di gamer. Molti di noi, ad essere pignoli e chiudendo un occhio sugli standard tecnici, potrebbero vivere di rendita e mettersi a giocare tutti quei videogame di valore usciti sulla vecchia console casalinga Sony che, per un motivo o per l'altro, non sono riusciti a godersi durante la precedente generazione. Il fatto é ormai talmente palese che si sprecano operazioni di recupero ludico, tra remake e edizioni “hd” di varia fattura. Tra questa schiera si fa notare anche il ritorno di uno dei giochi di ruolo giapponesi più amati dell'epoca a 128 bit, cioé Persona 4. Il titolo Atlus arriva su PS Vita e, per l'occasione, diventa Persona 4: The Golden, portando con sé una solidissima base condita da alcune novità. Puro sfruttamento dell'effetto “nostalgia” o un lavoro fatto con i crismi giusti per colpire nuovamente il cuore degli appassionati? Andiamo a scoprirlo insieme!
Tutto inizia con l'arrivo del nostro protagonista (aspetto predefinito, nome a vostro piacimento) a Inaba, una cittadina di provincia che nulla a che vedere con i ritmi serrati della metropoli in cui eravamo abituati a vivere. Ed eccoci qui, lontani da casa per gli impegni di lavoro dei nostri genitori, affidati ad uno zio detective e alle cure di una cuginetta tanto giovane quanto assennata. Ah, la vita di campagna! Ritmi blandi, tutti conoscono tutti, il verde non ancora soppiantato dal cemento e efferati omicidi usciti dalla mente del peggior psicopatico. Si, perché nemmeno il tempo di andare al liceo il primo giorno e conoscere i compagni di scuola, che tutta Inaba viene sconvolta dal ritrovamento di un cadavere... situazione che sarà solo l'inizio di una serie di eventi ai limiti dell'incredibile. Inoltre la stessa esistenza del nostro protagonista é legata ad eventi particolarissimi di cui non vi sveleremo nulla, ma che sapranno dare un tocco di mistero alla nostra avventura, sin dai primi frame.
In poco tempo avrete la netta sensazione che il vostro arrivo a Inaba non sia stata una pura casualità, soprattutto quando scoprirete una connessione (altamente “malata & disturbata”) tra la vita reale e la televisione. Insieme ai primi amici incontrati in classe, vi renderete conto che alcuni televisori della città potranno essere attraversati come veri e propri portali, trasportandovi in un universo in bilico tra sogno e incubo. Qui imparerete a combattere sfruttando la potenza dei Persona, cioé delle entità spirituali che si metteranno al vostro servizio per permettervi di usare le loro abilità, tra attacchi e skill varie (se siete fan delle Bizzarre Avventure di JoJo, provate a pensare agli stand), in modo da andare a coprire il vasto campionario di azioni e magia che abbiamo imparato a conoscere in anni e anni di giochi di ruolo a turni. Mentre i misteri e gli omicidi sembrano moltiplicarsi, inizia la vostra nuova vita in bilico tra due dimensioni, dove dovrete imparare a gestire al meglio il tempo passato nel mondo reale e quello dove i vostri Persona vi doneranno una forza fuori dal comune.
Un eroe, due dimensioni
Una delle particolarità di Persona 4 é proprio quella che durante la vostra avventura avrete la possibilità di muovervi, appunto, tra il mondo reale e quello dietro lo schermo. Non stiamo parlando di una semplice trovata narrativa, ma della reale possibilità di avere un certo controllo sulla vostra vita virtuale. Il gioco si svolge, infatti, sull'arco temporale di un anno e ogni giorno potrete gestire più o meno liberamente il vostro tempo. Per fare un semplice esempio, in una giornata tipo dovrete passare la mattinata a scuola, magari cogliendo l'occasione per seguire una lezione in particolare e, rispondendo a dovere alle domande dei vostri professori, aumentare alcune vostre qualità. Nel pomeriggio avrete una certa libertà d'azione e starà a voi decidere se spendere il tempo per rimanere a scuola, vagare per la città migliorando i rapporti con i vostri conoscenti o andare nel mondo oltre lo schermo e combattere per portare avanti alcune missioni. Insomma: salvo alcune situazioni che dovrete affrontare per forza, si nota una certa (sebbene limitata) libertà che rappresentava una sorta di ventata d'aria fresca nel panorama del gioco di ruolo nipponico degli anni passati e, a ben vedere, é ancora oggi una interessante variazione sul tema.
Non si deve cadere in errore e pensare che solo correre a combattere nell'”altra dimensione” sia utile per migliorare le qualità del proprio personaggio. Riuscendo a tessere una buona e fitta rete di rapporti con gli altri personaggi che comporranno il nostro party, andremo a migliorare anche le qualità dei nostri e dei loro Persona, grazie a un sistema chiamato Social Link che ci aprirà la strada all'uso di nuove abilità e skill varie. Scendere in campo a fianco di compagni con cui saremo molto affiatati sarà un bel bonus per riuscire a sconfiggere i nemici più coriacei. Ovviamente, però, la fase di esplorazione e combattimento non dovrà essere messa troppo da parte (bilanciate le vostre azioni, carissimi lettori, bilanciate!). Tramite l'uso dei Persona i combattimenti si svolgeranno in modo abbastanza classico, grazie ad un sistema a turni e allo storico stile che mixa attacchi fisici e magie di vario tipo.
Persona 4, però, inserisce molte variabili che richiederanno un discreto impegno per essere apprese. A dirla tutta, uno dei principali scogli per riuscire ad affezionarsi a pieno al titolo Atlus é, appunto, l'apprendimento. Dopo aver iniziato a giocare vi renderete conto di essere immersi in un enorme tutorial che, sfruttando ampie sezioni narrative, richiederà circa tre ore di gioco (si: tre ore) e tantissimi dialoghi di contorno. Anche dopo questo periodo dovrete mettere da conto che sarà necessario tenere sempre alta l'attenzione per riuscire a gestire al meglio le proprie risorse, anche perché il livello di difficoltà (sebbene selezionabile) non lascia mai spazio all'imperizia. In parole povere: imparate a dovere come gestire le qualità dei vari Persona che avrete a disposizione (non solo i vostri, ma anche quelli dei vostri compagni) o potreste avere brutte sorprese in qualsiasi momento.
Mi sento una Persona nuova!
Ma cosa c'é di nuovo in questa edizione di Persona 4, per meritarsi l'appellativo The Golden? Ad essere sinceri, non molto. Tecnicamente, però, l'impatto é più che buono, grazie al lavoro degli sviluppatori che sono riusciti ad adattare più che pregevolmente il motore grafico alle qualità di PS Vita. Il passaggio di piattaforma e le dimensioni dello schermo della console portatile hanno permesso una diminuzione delle scalettature e la presenza di un gradito effetto anti-aliasing. Da questo punto di vista possiamo dire che proprio questa versione é quella che rende maggiormente giustizia al lavoro di Atlus (con ottimi filmati in stile anime), sebbene gli ambienti e alcune imperfezioni della telecamera dimostrino quanto, all'origine, vi fossero alcuni difetti di produzione. Il sonoro é rimasto su buoni livelli, con una colonna sonora composta da ottimi brani. Per quanto riguarda la musica, un vero peccato non avere, come avveniva su PlayStation 2, un disco in omaggio con tutte le canzoni. Da segnalare, poi, un discreto doppiaggio in inglese.
A dire la verità, avevamo sperato nella presenza della doppia traccia avendo, quindi, anche le voci originali in giapponese come, ormai, stanno facendo moltissimi titoli per la gioia dei puristi.
Purtroppo questa trasposizione non ha ricevuto un simile extra. Di italiano, nemmeno a parlarne: non solo le voci, ma anche i testi sono tutti in inglese. Nessun problema per gli anglofoni, ma é necessario dire che, per chi non mastica la lingua della Regina Elisabetta, qualche problema verrà a porsi. La mole di testi é davvero ingente e l'inglese utilizzato non é semplicissimo. Quantomeno i ritmi dei dialoghi sono dettati da voi, motivo per cui potrete tenere sempre a portata di mano un dizionario. Per quel che riguarda il gameplay si registrano alcune novità abbastanza marginali che cercano, comunque, di limare vari spigoli del prodotto originale. Nuovi attacchi, qualche location bonus e svariati extra, ma la base é sempre la solita: ottima, ma non facilissima da metabolizzare. Quantomeno questo The Golden offre, per la prima volta, l'occasione per rendere meno oscuri alcuni lati del mondo di Persona. Inutile dire che non staremo qui a svelarvi come ciò accadrà, ma pensiamo che i fan non rimarranno delusi dalla scelta degli sviluppatori.
Davvero niente da dire sulla longevità: una volta che vi sarete appassionati al sistema, avrete l'occasione per divertirvi per un monte ore che arriva facilmente alle cento unità, senza contare che vi saranno varie scelte da compiere durante lo svolgimento della trama che daranno anche un certo stimolo al rigiocare il titolo, magari sfruttando il salvataggio finale per poter portare con voi alcune evoluzioni dei personaggi che avrete conquistato col sudore della fronte. Per quanto riguarda le specifiche tecniche e le peculiarità di PS Vita, si é fatto davvero poco. Il touch screen lo userete solo per avviare il gioco e per utilizzare le due minime innovazioni portate sull'hardware Sony. Una é la possibilità di vedere le scelte degli altri giocatori in specifiche situazioni, l'altra é la gestione delle richieste di S.O.S. La prima vi farà semplicemente visualizzare cosa avranno fatto i vostri “colleghi di gioco” in dati momenti, mentre la seconda vi permetterà di chiedere o elargire bonus abbastanza risicati durante le battaglie nei dungeon. A dire la verità, ve ne dimenticherete presto.
Alla resa dei conti Persona 4: The Golden dimostra di non aver perso tutte le qualità che aveva già dimostrato nella sua edizione originale, ma non offre molto di più rispetto al passato, esaltando di poco i propri lati positivi e migliorando altrettanto limitatamente i propri difetti. L'occasione di poter sfruttare PS Vita poteva essere colta meglio, ma questo non significa che Persona 4: The Golden non sia un grande gioco di ruolo giapponese, nonostante i neofiti possano trovarlo un po' troppo ostico.
Persona 4: Golden
8.5
Voto
Redazione
Persona 4: Golden
Persona 4: The Golden non delude le aspettative e porta su PS Vita il gioco di ruolo giapponese che aveva già raccolto ottimi giudizi su PlayStation 2. Tecnicamente abbiamo un buon sonoro e una grafica ottimizzata per il nuovo ambiente, elementi che si uniscono ad una base di gameplay ottima, che saprà fare felici gli amanti del “vecchio stile”. Longevità d'altri tempi, trovate geniali e stile inconfondibile: questi sono i fattori che rendono Persona 4: The Golden un prodotto di alta qualità. Certo, per giocarlo servirà dedizione e impegno: una introduzione sin troppo lunga, l'uso della sola lingua inglese e la necessità di imparare l'utilizzo dei Persona rendo il gioco adatto solo a chi vuole gettarsi a totalmente in questo universo in bilico tra la realtà e il sogno (ok, ok: l'incubo). Nulla che esalti più di tanto le qualità di PS Vita, ma un titolo che impreziosisce il panorama dei giochi disponibili sulla console Sony.