Persona 4 Arena

di Fabio Fundoni
Ritorno alla tranquilla provincia nipponica
Nonostante la grafica tridimensionale sia, ormai, uno standard, questa generazione di console ha visto rinascere un mercato abbastanza fiorente, ma comunque di nicchia, dedicato ai picchiaduro bidimensionali, in nome di uno stile tanto tradizionale quanto affascinante. Tra le varie operazioni legate a questa tipologia di prodotti, arriva (finalmente) dal Giappone Persona 4 Arena, titolo che prende spunto dalle battute finali di Persona 4, gioco di ruolo di stampo nipponico targato Atlus che ha saputo stregare tantissimi utenti. Lo sviluppo é stato affidato ai talentuosi ragazzi del team Arc System Works, conosciuti grazie alle saghe di Guilty Gear, BlazBlue e Arcana Hearts, guarda caso tutti fighting game “1 vs 1“. Con un simile pedigree non possono che affacciarsi due premesse: da una parte la sicurezza di un prodotto confezionato da chi ha già dimostrato di saper far bene il proprio lavoro, dall'altra la nascita di un titolo nato appositamente per una ristretta cerchia di appassionati, cioé coloro che hanno amato le avventure di Yu (visto che il nome del protagonista é ripreso dall'anime) e compagni.



Ad essere onesti, però, non vi é solo il mondo di Persona 4 in questo titolo, perché i più esperti di voi potranno trovare diversi elementi direttamente derivati dall'ottimo Persona 3, ma cerchiamo di andare avanti con ordine e capire quello che ci attende nel gioco. La storia comincia pochi mesi dopo le battute finali di Persona 4, con il nostro protagonista che torna nella cittadina di provincia dove aveva vissuto una incredibile avventura in bilico tra il mondo reale e quello onirico/orrorifico situato attraverso lo schermo televisivo. La piccola Nanako é scomparsa e l'unico che sembra sapere qualcosa a riguardo é Teddie, l'orso pupazzo che i nostri eroi avevano conosciuto nel mondo della tv. Teddie, però, non sembra voler minimamente collaborare con i vecchi amici, tutto preso dalla sua nuova personalità, quella del Generale Teddie, malvagio (?) organizzatore di un torneo di combattimento tra possessori di Persona.

Se non siete tra i fan della saga, vi basti sapere che i Persona sono spiriti legati a vari personaggi (tredici, in questo caso), capaci di comparire per aiutarli in battaglia grazie ai loro poteri. Se avete letto il celebre manga “Le bizzarre avventure di JoJo”, le figure degli stand sono l'esempio perfetto per comprendere le funzionalità dei Persona, tanto che proprio come alcuni di loro sono legati, in maniera simbolica, alle più famose carte dei tarocchi. Yu e i suoi amici saranno costretti a lanciarsi in una nuova battaglia che, come da tradizione, ci verrà raccontata da quella che potremmo considerare la modalità principale del gioco, cioé lo Story Mode, dove i fan della saga potranno trovare pane per i loro denti, mentre tutti gli altri rischieranno di perdersi in un mare di testi e riferimenti poco adatti ai neofiti. D'altro canto, se neofiti siete, siamo abbastanza certi che vi sarete già persi nelle poche informazioni sciorinate sino a questo punto della recensione. Non vi sono dubbi: l'universo di Persona non si può certo apprendere in poche righe.



Un Persona per amico
Come detto, appunto, iniziando a giocare a Persona 4 Arena avrete diverse modalità a vostra disposizione, a partire da un tutorial sino ad arrivare alla storia principale, passando per la possibilità di allenare le vostre capacità e le più classiche delle partite arcade. Partire dal tutorial sarà abbastanza importante, ma non vi basterà per riuscire a comprendere a pieno il combat system messovi a disposizione dal team di sviluppo. A dire la verità, una volta terminati i vari stage di apprendimento, sarà abbastanza chiaro come il gioco non abbia messo in tavola eclatanti novità, ma si sia limitato a portare in campo soluzioni già viste e abbastanza semplici. Non servirà molto tempo per apprendere tutte le mosse che i vostri personaggi potranno compiere, ma questo non basterà per riuscire a diventare imbattibili. Tra i vari colpi, infatti, grande importanza la avranno quelle basate sull'utilizzo dei Persona che potrete richiamare a schermo durante il combattimento. Inizialmente la loro presenza potrebbe sembrarvi un semplice escamotage da equiparare alle classiche mosse segrete dei picchiaduro, ma un po' d'esperienza vi insegnerà che sapranno rivelarsi devastanti se sfruttati nella giusta maniera, magari per concatenare altre azioni.

I Persona sono da considerarsi, a tutti gli effetti, come veri e propri personaggi da utilizzare e da gestire con parsimonia, perché non saranno solamente strumenti d'attacco, ma avranno una vita propria, separata da quella del combattente principale, da tenere d'occhio. Certo, colpire l'avversario con la propria emanazione potrebbe aiutare di molto ad assicurarsi la vittoria, ma non ci si dovrà dimenticare che anche i Persona sono vulnerabili e che, una volta colpiti, perderanno parte della loro energia, segnalata da cinque contatori a forma di tarocchi situati a schermo, proprio sotto la vostra classica barra della vita. Come fare per utilizzare al meglio le armi a nostra disposizione, lo scopriremo grazie all'esperienza e a una modalità libera in cui scatenarci con un avversario inerme o attivo in base alle nostre scelte, così da comprendere il miglior modo per concatenare colpi e azioni. Ogni persona ha le sue peculiarità e studiare a fondo quello con cui é equipaggiato ogni personaggio é il modo migliore per prepararsi a ogni battaglia.


Il combat system é, quindi, basilarmente semplice nelle sue funzioni, ma acquista spessore quando si tratta di riuscire a sfruttarlo al meglio per giocare ai livelli di difficoltà più alti o sconfiggere giocatori più capaci di noi. Vi sono i classici sistemi basati sulla capacità di parare con il giusto tempismo, sui contrattacchi e lo sfruttamento di una barra d'energia divisa in cinque spicchi che si caricherà in base alla nostra prestazione. Ogni spicchio ci permetterà di sfruttare particolari mosse e anche questo sarà un elemento da utilizzare al meglio per riuscire a essere il più funzionale possibile. Non mancano, però, alcune pecche nel bilanciamento, a partire da alcuni personaggi che ci sono sembrati avere la classica “marcia in più” rispetto al resto del roster.

Una storia che non passa inosservata
Segnaliamo anche una certa facilità nell'eseguire le mosse capaci di “spezzare” combo e attacchi avversari, una vera e propria spada di Damocle sempre presente sulla testa dei giocatori. Quello che però, a nostro parere, rovina maggiormente l'esperienza di gioco, é l'inserimento delle mosse Istant Kill. Quando la carica della barra d'energia spirituale sarà completa, potrete utilizzare questa mossa che, come avrete già capito dal nome, ucciderà sul colpo il vostro avversario. Con uno spezzone animato di grande impatto vi leverete dai piedi qualsiasi problema e per farlo non dovrete neppure compiere movimenti troppo complicati con il gamepad. Insomma, inserire queste Istanti Kill, per quanto sicuramente coreografico, non si é rivelata una grande idea per il bilanciamento del gioco. Allo stesso modo, alcune particolari combinazioni di tasti saranno eseguibili grazie alla pressione di un singolo pulsante, in base alle impostazioni da voi scelte. Inutile dire che lo scontro tra un utente “normale” e uno che vorrà sfruttare queste scorciatoie sarà abbastanza impari, per la gioia dei neofiti e la frustrazione di chi non cerca aiuti.



Le modalità di gioco sono abbastanza classiche, ma molte delle attese erano riposte sullo story mode. Questo si rivela essere interessante, ma unicamente per chi ha amato alla follia Persona 4 e, magari in misura minore, Persona 3. A intervallare i combattimenti 1 vs 1 troverete una storia particolarmente elaborata e ricca di colpi di scena che, però, sarà raccontata con le ormai classiche schermate statiche e qualche rarissimo filmato. Vi troverete davanti a lunghe sessioni di lettura, con rari dialoghi doppiati e il tutto in inglese, vista la mancata localizzazione in italiano. Lo svolgimento della storia, per quanto interessante, risulta particolarmente difficile da digerire, con alcuni momenti in cui vi troverete a leggere persino testi su schermate nere. Davvero troppo, anche per gli utenti che mettono la trama sopra ad ogni altro elemento nei videogame. In sintesi: si combatte poco e si legge molto. Un vero peccato, perché il fatto di poter scegliere vari personaggi e vivere, di volta in volta, la loro parte di storia, ci era parsa intrigante.

Tecnicamente il gioco non delude, sebbene non incanti. La grafica a due dimensioni gode, sia nei personaggi che nelle ambientazioni, delle gioie dell'alta definizione, sfruttando a dovere le capacità del team di sviluppo che, sebbene in passato abbia fatto anche meglio, riesce a rendere più che piacevole l'esperienza visiva. Per quanto riguarda il sonoro, le musiche prendono a piene mani dai brani sentiti in Persona 3 e Persona 4, sfruttando qualche nuovo arrangiamento. Tolto qualche caduta di stile in alcuni effetti sonori, tutto si lascia ascoltare con piacere, anche nel doppiaggio.
Segnaliamo come la versione a nostra disposizione del gioco non ci ha permesso di testare il multiplayer online, non potendoci prendere la responsabilità di darvi rassicurazioni riguardo al netcode. Ci ripromettiamo di tornare su queste pagine a scrivere ancora, non appena avremo occasione di rendere completa la nostra esperienza. Per ora vi lasciamo ad un gioco con alcuni difetti (instant kill su tutti), ma sostanzialmente godibile in ogni suo elemento. Da ricordare, però, quanto sia necessario essere fan della saga per divertirsi al massimo.