PES 2015

di Bizio Cirillo
Dopo aver lasciato le luci della ribalta alla diretta concorrenza per quasi un anno, Konami si appresta finalmente a scendere in campo con la versione next-gen del proprio simulatore di calcio. Stiamo ovviamente parlando di Pro Evolution Soccer, il brand storico della casa di Metal Gear Solid pronto a confrontarsi con il dirimpettaio di casa Electronic Arts dopo “i mari agitati” della scorsa generazione di console.


Ritorno al futuro


Riportando le lancette dell'orologio a circa un anno fa, quando affermavamo che Pro Evolution Soccer 2014 rappresentava una sorta di anno zero per Konami non sbagliavamo. Memore dei passi falsi fatti in passato, il glorioso team KCET (grazie anche alla collaborazione di un team esterno inglese) ha saputo, infatti, fare tesoro dell'esperienza accumulata proprio con PES 2014, ascoltando finalmente il feedback degli utenti e producendo un titolo più in linea con quanto richiesto proprio dai giocatori.

Per gli amanti dei “freddi numeri”, per quanto il numero di squadre e tornei sia ampiamente soddisfacente, sotto il profilo delle licenze le novità purtroppo latitano. Fermo restando la possibilità di modificare praticamente qualsiasi cosa (giocatori, nomi e rosa dei team, squadre nazionali, stadi, campionati e perfino la composizione stessa sia di ciascuna lega che dei diversi gironi di tutte le coppe) attraverso il potentissimo editor a corredo, ci troviamo ancora una volta di fronte ad una licenza palesemente incompleta, che oltre all'ormai atavica assenza della Bundesliga, della licenza della Premiere League e di parte sia del campionato spagnolo che di altri campionati di seconda fascia, annovera come da prassi le licenze delle squadre nazionali e dei club più importanti dei campionati patrocinati dalla UEFA (ivi comprese alcune delle squadre coinvolte nelle coppe come il Bayern Monaco) quali Ligue 1 e 2, Liga BBVA e Adelante, Eredivise e Primera Divisiòn Argentina, oltre altre leghe di fantasia “indirizzate” al territorio centro-americano ed asiatico e le versioni “rivedute e corrette” dei campionati e delle rispettive coppe di lega (coppa e supercoppa) di Inghilterra, Portogallo e Brasile.


Sul fronte coppe internazionali per club, confermate come da copione Champions ed Europa League, Copa Libertadores, Copa Sudamericana e AFC Champions League (la Champions League asiatica), mentre per quanto concerne le restanti competizioni dedicate alle squadre nazionali, fanno ancora una volta capolino le coppe “fake” ispirate rispettivamente al classico Mondiale ed alle competizioni continentali di Europa, Africa, America ed Asia / Oceania.
Per quanto riguarda il campionato più difficile (ed una volta anche più bello) del mondo, eccezion fatta per il nome di fantasia affibbiato ad entrambe le leghe e per l'assenza dei nomi reali delle squadre di B, i videogiocatori italiani potranno godere appieno delle “meraviglie” offerte dalla nostra serie A, grazie anche al DLC disponibile già dal day one che consentirà di aggiornare rose e statistiche di tutte le squadre, oltre a godere di nuovi interessanti extra legati alle divisioni minori ed ai kit.

Il PES più completo di sempre


Proseguendo l'opera di raffinamento iniziata con PES 2014, dal punto di vista delle modalità di gioco il team di sviluppo ha ben veduto di apportare un'interessante variante al tema, affiancando alle irrinunciabili modalità Campionato Master e Diventa un Mito (volte per lo più ad esaltare la componente offline del titolo) ed alle altre opzioni di gioco legate alle coppe, alle competizioni online ed ai rispettivi campionati per club, l'inedita modalità MyClub.


Realizzata sulla falsariga di quanto già visto in FIFA Ultimate Team e fruibile esclusivamente attraverso una connessione internet attiva (ma esattamente come per Ultimate Team sarà possibile affrontare partite e tornei senza la necessità di confrontarsi contro un avversario reale), tale opzione consente in sostanza di creare la propria squadra dei sogni e di curarne tanto l'aspetto tecnico tattico quanto quello più squisitamente manageriale.
Rispetto al dirimpettaio di casa Electronic Arts, in MyClub quest'ultimo fattore sarà, infatti, importante tanto quanto i risultati ottenuti sul campo, visto che dalla propria capacità di assecondare le idee del Mister di turno (con schemi, tattiche e richieste ben definite) dipenderà anche l'alchimia (intesa di squadra) che si creerà all'interno dello spogliatoio. Esattamente come già visto in minima parte nel Campionato Master, il ruolo di preparatori, osservatori ed agenti (gli unici in grado di condurre le trattative con i giocatori per prestiti o cessioni) diventerà pertanto un aspetto cruciale di cui si dovrà tenere necessariamente conto, dato che solo attraverso un clima collaborativo fra giocatori e staff (non mancheranno infatti i classici uomini spacca spogliatoio che tenderanno a lamentarsi del poco impiego) sarà possibile raggiungere il livello di intesa necessario per massimizzare la resa della squadra sul rettangolo di gioco. Squadra che, alla pari dell'intero staff, andrà tra l'altro gestita e retribuita sfruttando i crediti accumulabili attraverso i risultati ottenuti sul campo e le varie sessioni di campagna acquisti, o più semplicemente affidandosi ai ben più onerosi soldi reali, che potranno essere convertiti in crediti virtuali attraverso il sistema di micro transazioni messo in piedi da Konami.


Impostazioni per tutti i gusti


Il lavoro di rivisitazione a cui il brand é stato sottoposto non poteva ovviamente non coinvolgere uno degli elementi cardine del gioco, ovvero la gestione della formazione e le relative tattiche da applicare sul rettangolo di gioco. Sotto questo punto di vista bisogna riconoscere che il team di sviluppo ha saputo ampliare a dismisura il ventaglio di opzioni disponibili durante ogni singola partita, inserendo accanto alle “consuete” alternative legate a schemi e posizioni dei giocatori, tutta una serie di nuovi accorgimenti in grado di modificare sensibilmente la disposizione e l'atteggiamento in campo della propria squadra.

Fermo restando la possibilità di affidare come di consueto ad alcuni tasti di azione l'applicazione di alcune tattiche predefinite, attraverso un apposito menu Istruzioni Gara inserito all'interno della gestione della formazione sarà in sostanza possibile intervenire su fattori quali stile offensivo (possesso palla, contropiede), sviluppo dell'azione (passaggi lunghi o corti), posizionamento della squadra (fisso sul modulo, fluido in funzione dello svolgimento dell'azione), area di attacco, raggio d'azione e persino numero di giocatori in attacco in fase di recupero del pallone, fino ad arrivare alla possibilità di modificare dinamicamente disposizione (modulo fluido) ed atteggiamento in campo dei propri giocatori, affidando alla CPU l'onere di valutare sia la fase di gioco (possesso o non possesso del pallone) che l'area del campo all'interno della quale si svolgerà ogni singola azione. All'atto pratico tutto questo si traduce sul campo in un ventaglio di possibilità uniche nel proprio genere, capace di rendere lo svolgimento di ogni singola gara sempre più incerto e meno scontato di quanto viceversa non fosse.


Finalmente in campo


A prescindere dalla modalità di gioco e dal modulo utilizzato, é chiaro che la vera prova del nove per il titolo made in Konami é rappresentata dalla resa effettiva del gioco sul campo di gara. Sotto questo punto di vista dobbiamo ammettere di essere rimasti piacevolmente sorpresi, pur non sottovalutando alcuni preoccupanti passaggi a vuoto legati in particolare alla risposta tutt'altro che trascendentale dei portieri sia in termini di agilità che di piazzamento.

Precisiamo fin d'ora che il merito di questo risultato é da attribuire non tanto alla resa visiva o alla fluidità garantita dal celebre Fox Engine di Hideo Kojima, quanto piuttosto all'implementazione di un'intelligenza artificiale a dir poco certosina (Team Id), capace di assecondare alla perfezione le velleità sportive di ogni vero appassionato di calcio. Diagonali difensive, sovrapposizioni ragionate e puntuali, contro movimenti e frequenti tagli a portare via l'uomo sono solo alcune delle tipiche situazioni che il sistema provvederà a creare con una certa frequenza nel corso della partita, coadiuvato in questo dal famigerato Player ID (il sistema che si occupa di definire le capacità del tutto distintive di ogni singolo atleta presente nel gioco) in grado non solo di esaltare le doti tecnico atletiche dei diversi giocatori, ma anche di modificare in tempo reale le performance di ogni player nell'arco dei 90 minuti, riducendo laddove necessario sia l'esplosività degli scatti, che in senso più generale le capacità aerobiche degli atleti più stanchi o comunque meno inclini a gestire sforzi prolungati nel tempo.
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La scelta di affidarsi ad un ritmo di gioco decisamente compassato (ma pur sempre regolabile attraverso l'apposito menu) unito alla necessità di misurare anche le forze, ha infine il merito di rendere lo sviluppo di ogni singola azione decisamente più “ragionato” e meno legato al classico “ uno contro tutti”, fermo restando che anche in questa occasione le capacità dei singoli giocatori saranno sempre in grado di fare in un certo qual modo la differenza.

Tecnicamente parlando


Tecnicamente Pro Evolution Soccer 2015 si attesta su livelli più che discreti. Con un motore grafico come il già citato Fox Engine in grado di supportare senza problemi una risoluzione di 1080p a 60 frame per secondo, il team di sviluppo ha potuto dare il meglio di se e garantire un colpo d'occhio decisamente notevole, coinvolgendo sia gli elementi all'interno del rettangolo di gioco che, finalmente, aspetti secondari quali stadi e pubblico. Sotto questo punto di vista risulta rimarchevole la dovizia di particolari di gran parte dei giocatori reali riprodotti all'interno del gioco, così come la cura nel dettaglio di elementi quali manto erboso ed effetti atmosferici, in grado di incidere sia sul comportamento dei giocatori in campo che sulla traiettoria stessa della palla.


A tal proposito, ancora una volta Konami ha saputo proporre una fisica del pallone pressoché perfetta, valutando anche fattori determinanti legati a passaggi e tiri quali baricentro, velocità e punto di impatto fra la palla ed il piede del calciatore. Decisamente sopra la media la qualità e la varietà delle animazioni dei giocatori (ben riconoscibili anche nelle movenze grazie al Player ID), così come la fluidità e la libertà generale offerta dal titolo, finalmente privo dei classici binari che caratterizzavano le precedenti edizioni di PES.

Relativamente al sistema di controllo, ottima sia la mappatura dei tasti che la reattività di gran parte delle combinazioni disponibili (a patto però di prendere confidenza con il timing legato ai passaggi di prima, ai tiri al volo ed all'esecuzione di alcuni trick), mentre venendo alle note stonate non possiamo non ribadire le nostre perplessità sulla resa dei portieri, sempre troppo lenti negli spostamenti laterali e nelle parate in tuffo e per nulla reattivi sia nelle uscite che in occasione di pallonetti o deviazioni fortuite verso lo specchio della porta.

In ultimo non possiamo non approfondire il discorso legato al comparto sonoro. Fermo restando l'ottima tracklist a corredo (All for Nothing dei Linking Park e Bombeii di Bastille giusto per citarne due) ed una resa sonora più che gradevole per quanto concerne gli effetti da stadio, la presenza del nuovo dinamico duo Caressa / Marchegiani ci é parso ancora distante dai livelli qualitativi a cui eravamo abituati. Se é vero che il tempismo e la varietà della telecronaca siano indubbiamente un punto a favore della coppia, é altrettanto vero che sentire “chiamate” o dialoghi mono tono in mezzo ad altre frasi ad alto tasso adrenalinico rappresentano una combinazione letale di cui francamente avremmo fatto a meno.


Multiplayer


Capitolo a parte merita ovviamente la componente legata al multiplayer, fruibile come sempre sia online che offline. Eccezion fatta per qualche problema legato agli errori di connessione ai server di gioco ed alla creazione della sessione durante il matchmaking, che vogliate affrontare una partita veloce senza troppi fronzoli, testare livello della vostra formazione MyClub contro giocatori reali, cimentarvi con l'intera gamma di coppe e manifestazioni disponibili oppure provare l'ebrezza della scalata al successo con la ben più impegnativa Divisione Online (dieci stagioni alla guida della propria squadra preferita), sul fronte multiplayer PES 2015 saprà assecondare appieno le velleità sportive di chi fa della modalità online il proprio credo, forte di un netcode finalmente in grado di garantire sessioni di gioco sufficientemente stabili oltreché prive dei classici momenti di impasse che caratterizzavo, purtroppo, le vecchie versioni di PES.

Allo stesso modo, tra classiche modalità fino a quattro giocatori ed inedite opzioni co-op che consentiranno attraverso l'opzione Controllo Ruoli di assegnare a ciascun partecipante il controllo di una specifica porzione (difesa, centrocampo e attacco) della squadra selezionata, anche sul fronte offline Pro Evolution Soccer 2015 saprà rispondere appieno alle esigenze dei videogiocatori “vecchio stampo”, con buona pace di chi ritiene l'aspetto “aggregativo” di un gioco un fattore ormai ampiamente superato.