Pro Evolution Soccer 2016
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Il 2015 é sicuramente un anno molto importante per Pro Evolution Soccer. La serie calcistica di Konami compie infatti 20 anni di attività. Un lasso temporale scandito da partite tra amici, serate di divertimento e quei nomi improbabili come il grande Castolo, che tutti noi portiamo nel cuore.
Dopo qualche uscita a vuoto, lo scorso anno grazie alla nuova generazione, al fox engine e ad uno studio inglese che ha reso più “europeo” il calcio made in Konami, la serie ha finalmente rialzato la testa. Con Pro Evolution Soccer 2016 la software house giapponese punta ovviamente a continuare questo percorso di maturazione per far tornare PES sul trono dei giochi di calcio. Come é andata? scopritelo insieme a noi…
Abbiamo giocato tanto a PES in questi giorni, lo ammettiamo. Ore passate in compagnia di Champions League (ancora in esclusiva), coppa UEFA, Copa America, Master League e tanti, tantissimi gol. Il primo dato di fatto, e forse quello più importante di tutti, é che ci siamo divertiti tantissimo.
Le prove fatte a maggio in quel di Milano e a Colonia lo scorso agosto ci avevano già lasciato sensazioni positive e ottimiste, ma con l'arrivo della versione definitiva del gioco queste semplici sensazioni si sono trasformate in realtà.
Konami e il PES team si sono prodigati nell'offrire ai giocatori una sorta di evoluzione del sistema di gioco proposto già lo scorso anno, con l'aggiunta di diversi elementi che hanno trasformato l'esperienza di gioco in qualcosa di più profondo e appagante.
Partiamo ovviamente dal gameplay, vero cuore pulsate di qualsiasi titolo videoludico. Partendo da elementi già visti all'interno di PES 2015, gli sviluppatori si sono concentrati sulla sviluppo del gioco, sulla costruzione dell'azione, sull'enfatizzazione dei contatti fisici.
Le animazioni dei giocatori sono decisamente valide, e grazie all'ormai rinomato Player ID, riconoscere movenze e tocchi di alcuni tra i più famosi top player oggi in attività é semplicissimo. Ovviamente, oltre ai grandi campioni, tanto lavoro é stato fatto sotto l'aspetto delle animazioni base con cambi di direzione, scatti e dribbling decisamente più belli da vedere.
Grande importanza é stata finalmente data anche ai contatti fisici che spesso capitano nell'arco dei novanta minuti. Questo é stato possibile grazie ad una rinnovata gestione della fisica che permette al giocatore di “farsi sentire” quando l'avversario é in possesso palla. Miglioramenti che vanno ad influire anche sulle mischie in area o quando la palla si trova a mezz'aria, con i giocatori che lottano - anche piuttosto vistosamente - per guadagnare la posizione migliore.
Abbiamo inoltre particolarmente apprezzato l'ottimo lavoro fatto sulle differenze che si possono percepire nel momento in cui si gioca su un campo bagnato o asciutto. Grazie al meteo dinamico nel corso della partita potremo vedere il terreno di gioco bagnarsi gradualmente rendono più difficoltosa la gestione della palla (e costringendo il giocatore a prediligere il gioco a terra rispetto a quello aereo) e la stabilità dei giocatori durante gli scatti e i cambi di direzione improvvisi.
Questo é possibile grazie ad una gestione dell'Intelligenza Artificiale che ci ha decisamente convinto. Soprattutto nella fase di ripartenza e costruzione dell'azione a centrocampo i giocatori si muovono in maniera realistica, dando sempre a chi ha il controllo della palla più di una opzione per imbastire l'azione.
Tutto questo ovviamente non sbilancia minimamente l'esperienza a favore della fase offensiva. Nel corso delle nostre partite abbiamo notato che, con un po di furbizia, esperienza e dimestichezza controllando la difesa con i giusti tempi, arginare l'attacco - anche durante un'azione di prima ed in velocità - non é poi così impossibile.
Nel complesso gira tutto bene, e come dicevamo in apertura, diverte. E' quindi un peccato notare che due difetti palesi e grossolani vadano a rovinare in piccola parte questa esperienza. Da un lato abbiamo dei portieri che alternano momenti in cui le parate sono valide e realistiche, ad altri dove la trattenuta di palloni, anche piuttosto lenti e facili, sembra impossibile. Questi rinvii coi pugni troppo spesso cadono all'altezza della lunetta dell'area di rigore dando al giocatore avversario la possibilità di ribattere a rete con un potente - o preciso - tiro da fuori. Tutto questo accade troppo spesso.
Il problema più grave é però legato alla gestione dell'arbitro. Nelle partite che abbiamo effettuato, l'arbitraggio ci é sembrato decisamente troppo permissivo, ponendoci davanti agli occhi situazioni davvero assurde che minano in maniera piuttosto importante la veridicità dell'azione stessa. Quest'ultimo elemento sbilancia in maniera pesante molte partite, con i giocatori che si prendono la libertà di comportarsi in maniera aggressiva (ed il più delle volte scorretta) sapendo che non verranno sanzionati. Va bene l'arbitraggio all'inglese, ma così ci sembra francamente esagerato. Speriamo che il tutto venga ribilanciato da un patch correttiva.
Piccolo paragrafo per le esultanze, che ora possono contare nuovi elementi per personalizzare e altre rese famose da alcuni calciatori (come il selfie di Totti durante il derby) che rendono l'esperienza di gioco ancora più simile alla controparte reale in termini di immersione.
Dopo qualche uscita a vuoto, lo scorso anno grazie alla nuova generazione, al fox engine e ad uno studio inglese che ha reso più “europeo” il calcio made in Konami, la serie ha finalmente rialzato la testa. Con Pro Evolution Soccer 2016 la software house giapponese punta ovviamente a continuare questo percorso di maturazione per far tornare PES sul trono dei giochi di calcio. Come é andata? scopritelo insieme a noi…
Luci a San Siro…e qualche ombra!
Abbiamo giocato tanto a PES in questi giorni, lo ammettiamo. Ore passate in compagnia di Champions League (ancora in esclusiva), coppa UEFA, Copa America, Master League e tanti, tantissimi gol. Il primo dato di fatto, e forse quello più importante di tutti, é che ci siamo divertiti tantissimo.
Le prove fatte a maggio in quel di Milano e a Colonia lo scorso agosto ci avevano già lasciato sensazioni positive e ottimiste, ma con l'arrivo della versione definitiva del gioco queste semplici sensazioni si sono trasformate in realtà.
Konami e il PES team si sono prodigati nell'offrire ai giocatori una sorta di evoluzione del sistema di gioco proposto già lo scorso anno, con l'aggiunta di diversi elementi che hanno trasformato l'esperienza di gioco in qualcosa di più profondo e appagante.
Partiamo ovviamente dal gameplay, vero cuore pulsate di qualsiasi titolo videoludico. Partendo da elementi già visti all'interno di PES 2015, gli sviluppatori si sono concentrati sulla sviluppo del gioco, sulla costruzione dell'azione, sull'enfatizzazione dei contatti fisici.
Le animazioni dei giocatori sono decisamente valide, e grazie all'ormai rinomato Player ID, riconoscere movenze e tocchi di alcuni tra i più famosi top player oggi in attività é semplicissimo. Ovviamente, oltre ai grandi campioni, tanto lavoro é stato fatto sotto l'aspetto delle animazioni base con cambi di direzione, scatti e dribbling decisamente più belli da vedere.
Grande importanza é stata finalmente data anche ai contatti fisici che spesso capitano nell'arco dei novanta minuti. Questo é stato possibile grazie ad una rinnovata gestione della fisica che permette al giocatore di “farsi sentire” quando l'avversario é in possesso palla. Miglioramenti che vanno ad influire anche sulle mischie in area o quando la palla si trova a mezz'aria, con i giocatori che lottano - anche piuttosto vistosamente - per guadagnare la posizione migliore.
Abbiamo inoltre particolarmente apprezzato l'ottimo lavoro fatto sulle differenze che si possono percepire nel momento in cui si gioca su un campo bagnato o asciutto. Grazie al meteo dinamico nel corso della partita potremo vedere il terreno di gioco bagnarsi gradualmente rendono più difficoltosa la gestione della palla (e costringendo il giocatore a prediligere il gioco a terra rispetto a quello aereo) e la stabilità dei giocatori durante gli scatti e i cambi di direzione improvvisi.
Questo é possibile grazie ad una gestione dell'Intelligenza Artificiale che ci ha decisamente convinto. Soprattutto nella fase di ripartenza e costruzione dell'azione a centrocampo i giocatori si muovono in maniera realistica, dando sempre a chi ha il controllo della palla più di una opzione per imbastire l'azione.
Tutto questo ovviamente non sbilancia minimamente l'esperienza a favore della fase offensiva. Nel corso delle nostre partite abbiamo notato che, con un po di furbizia, esperienza e dimestichezza controllando la difesa con i giusti tempi, arginare l'attacco - anche durante un'azione di prima ed in velocità - non é poi così impossibile.
Nel complesso gira tutto bene, e come dicevamo in apertura, diverte. E' quindi un peccato notare che due difetti palesi e grossolani vadano a rovinare in piccola parte questa esperienza. Da un lato abbiamo dei portieri che alternano momenti in cui le parate sono valide e realistiche, ad altri dove la trattenuta di palloni, anche piuttosto lenti e facili, sembra impossibile. Questi rinvii coi pugni troppo spesso cadono all'altezza della lunetta dell'area di rigore dando al giocatore avversario la possibilità di ribattere a rete con un potente - o preciso - tiro da fuori. Tutto questo accade troppo spesso.
Grande importanza é stata finalmente data anche ai contatti fisici che spesso capitano nell'arco dei novanta minuti.
Il problema più grave é però legato alla gestione dell'arbitro. Nelle partite che abbiamo effettuato, l'arbitraggio ci é sembrato decisamente troppo permissivo, ponendoci davanti agli occhi situazioni davvero assurde che minano in maniera piuttosto importante la veridicità dell'azione stessa. Quest'ultimo elemento sbilancia in maniera pesante molte partite, con i giocatori che si prendono la libertà di comportarsi in maniera aggressiva (ed il più delle volte scorretta) sapendo che non verranno sanzionati. Va bene l'arbitraggio all'inglese, ma così ci sembra francamente esagerato. Speriamo che il tutto venga ribilanciato da un patch correttiva.
Piccolo paragrafo per le esultanze, che ora possono contare nuovi elementi per personalizzare e altre rese famose da alcuni calciatori (come il selfie di Totti durante il derby) che rendono l'esperienza di gioco ancora più simile alla controparte reale in termini di immersione.