Pirates: The legend of the black kat

di Giuseppe 'Sovrano' Schirru


Infatti, quando saliremo sulla Wind Dancer, potremo non solo spostarci da un porto all'altro, ma anche attraccare nelle zone commerciali, per acquistare ogni sorta di diavoleria: cannoni, palle di cannone dalle svariate qualità, modifiche per la nave, legname per riparare lo scafo, tela per le vele, e anche oggetti utili sulla terraferma, come barili, coltelli da lancio e altro. L'avventura, ben progettata dal punto di vista logistico, scorre però nella più assoluta piattezza. Questa, è dovuta non soltanto alla monotonia del paesaggio, ma dalla ripetitività delle azioni, dalla mancanza di colpi di scena eclatanti, e, in generale, dalla mancanza di feeling col giocatore.

La voglia di andare avanti, alimentata in maniera irrisoria da sorprese col contagocce, scema vistosamente anche solo dopo poche ore, e la volontà di portare l'avventura a termine, dipenderà dalla tenacia, nonché dalla noia che scaturisce nel videogiocatore. Il gioco, quindi, sarà portato a termine senza lamentele solo dai videogiocatori che hanno una buona soglia di sopportazione della noia, del tedio e del fastidio. La durata del titolo è buona, dato che le terre da visitare sono parecchie e le azioni da compiere in grande quantità, anche se abbiamo detto che sono tutte simili e poco intriganti.



La monotonia e la ripetitività, sono le qualità che più traspaiono, oltre ad una realizzazione grafica assolutamente al di sotto dello standard di X-Box, il tempio della grafica, della potenza e delle qualità tecniche.
Un ultimo appunto va doverosamente fatto al sonoro: data la localizzazione inglese e l'assenza di traduzione o doppiaggio in italiano: i dialoghi, peraltro pochini e concentrati soprattutto nei filmati, e le poche parole che spiccica la nostra amata eroina Katarina, saranno tutti rigorosamente in lingua inglese. Gli effetti sonori creano certamente quell'atmosfera tipica di paesaggi esotici e di racconti di pirati, quali il fruscio delle onde, il vento che scuote le palme, o i gabbiani che volano nel cielo.

I rumori emessi durante le battaglie, sia terrestri che marine, dai duelli con le spade, ai colpi di cannone sono anch'essi nella media, mentre le musiche risultano ben a tema, sebbene un pò anonime, anche se devo dire che ho davvero apprezzato la musica della presentazione, che rassomiglia non poco a quella della sigla della serie televisiva di Hercules.