Pitfall 3D: Beyond the Jungle
di
Questo perché naturalmente si é voluto tenere un certo legame con il
passato, per questo tutto si basa sull'abilità del giocatore di saltare nel
momento giusto attaccandosi al punto giusto ed effettuare sequenze
piuttosto intricate di comandi. Come capirete si tratta di un gioco che
esige una certa precisione sistematica nell'affrontare i tanti pericoli che
aspettano il nuovo Harry Pitfall e da qui deriva il problema principale del
gioco: la difficoltà. Nonostante il gioco si sviluppi piuttosto semplicemente
nei primi due o tre livelli, già alla fine del terzo livello e soprattutto in quelli
successivi, alcuni passaggi possono causare stati d'isteria piuttosto
pericolosi. Sebbene nei livelli siano sparsi, in punti strategici, dei
"ricaricatori" di energia che aiutano il giovane esploratore, alcuni passaggi
sono veramente al limite del suicidio. Certo che dopo un buon numero di
tentativi la situazione migliora nettamente, però..
Tecnicamente Pitfall 3D si presenta molto bene: anche se non si tratta
probabilmente del gioco tridimensionale più affascinante di sempre, ma
presenta un motore grafico convincente, un ottimo sistema di camere
virtuali, che zoomano e ruotano senza mai impedire al giocatore di fare
proprio quello che vuole. Le animazioni non sono affatto malaccio, anche
se all'inizio la velocità con cui si muove il personaggio principale potrebbe
apparrire un po' troppo "nevrotica". L'uso dei colori é soddisfacente e le
ambientazioni sempre ricreate con una certa perizia
Da sottolineare altri due aspetti del gioco: uno più "superficiale" che
riguarda il sonoro, anche se i motivetti di sottofondo non sono niente di
che, le frasi che il protagonista recita in molte occasioni sono divertenti e
tempestive. Se per esempio ci troviamo per la prima volta di fronte a un
bivio, il buon Pitfall esordirà con un "Uohho...wich way?", più qualche altra
frase americanona come "You're dead baby" ma anche espressioni un
pelo più ragionate. La voce che é stata utilizzata é quella di un famoso
attore americano, a voi capire quale
passato, per questo tutto si basa sull'abilità del giocatore di saltare nel
momento giusto attaccandosi al punto giusto ed effettuare sequenze
piuttosto intricate di comandi. Come capirete si tratta di un gioco che
esige una certa precisione sistematica nell'affrontare i tanti pericoli che
aspettano il nuovo Harry Pitfall e da qui deriva il problema principale del
gioco: la difficoltà. Nonostante il gioco si sviluppi piuttosto semplicemente
nei primi due o tre livelli, già alla fine del terzo livello e soprattutto in quelli
successivi, alcuni passaggi possono causare stati d'isteria piuttosto
pericolosi. Sebbene nei livelli siano sparsi, in punti strategici, dei
"ricaricatori" di energia che aiutano il giovane esploratore, alcuni passaggi
sono veramente al limite del suicidio. Certo che dopo un buon numero di
tentativi la situazione migliora nettamente, però..
Tecnicamente Pitfall 3D si presenta molto bene: anche se non si tratta
probabilmente del gioco tridimensionale più affascinante di sempre, ma
presenta un motore grafico convincente, un ottimo sistema di camere
virtuali, che zoomano e ruotano senza mai impedire al giocatore di fare
proprio quello che vuole. Le animazioni non sono affatto malaccio, anche
se all'inizio la velocità con cui si muove il personaggio principale potrebbe
apparrire un po' troppo "nevrotica". L'uso dei colori é soddisfacente e le
ambientazioni sempre ricreate con una certa perizia
Da sottolineare altri due aspetti del gioco: uno più "superficiale" che
riguarda il sonoro, anche se i motivetti di sottofondo non sono niente di
che, le frasi che il protagonista recita in molte occasioni sono divertenti e
tempestive. Se per esempio ci troviamo per la prima volta di fronte a un
bivio, il buon Pitfall esordirà con un "Uohho...wich way?", più qualche altra
frase americanona come "You're dead baby" ma anche espressioni un
pelo più ragionate. La voce che é stata utilizzata é quella di un famoso
attore americano, a voi capire quale