Pitfall: The Mayan Adventure

di Redazione Gamesurf
I nemici sono presenti in buon numero anche se non sempre appaiono particolarmente diversificati e con buona probabilità dopo qualche ora di gioco potreste iniziare a sperare in una varietà che purtroppo non si farà viva. Precisiamo, non si tratta certo di un paio di sprite ripetuti in aeternum, ma di certo avrebbe giovato un "refresh" più continuo delle bestie voraci che si attaccano ai polpacci di Harry Jr. Il livello di difficoltà, comunque selezionabile tra tre differenti a inizio del gioco, é "teoricamente" (vedremo poi perché) ben calibrato e, per quanto il tutto non rappresenti chissà quale sfida, i dieci mondi sanno occupare il giocatore almeno per un bel po'. Ma proprio a questo proposito cominciano i primi problemi di Pitfall the Mayan Adventure

Incredibilmente i problemi che citeremo qui di seguito sono stati praticamente introdotti proprio in questa nuova (si fa per dire) edizione per Game Boy Advance. Andiamo quindi con ordine: la realizzazione grafica é generalmente più che buona, con animazioni soddisfacenti, uno sprite principale di dimensioni ragguardevoli e uno stile grafico apprezzabile... peccato unicamente per la scelta di colori, troppo scuri e poco vivi, tanto da rendere (spesso e volentieri) i nemici quasi invisibili, dato che si fondono piuttosto bene con i colori dei fondali e delle ambientazioni in generale. Queste qualità "camaleontiche" rendono il gioco naturalmente più difficile di quanto non sia normalmente, dato che in più occasioni si vede scendere la barra dell'energia e Pitfall Jr. piegarsi in due sotto i colpi di un nemico che, semplicemente, non si era neanche visto!
Arriviamo quindi al secondo problema principale del gioco: incredibilmente a dirsi, manca la possibilità di salvare la propria partita, sia attraverso un sistema di password che con una batteria a tampone. Nulla di nulla. Se una situazione tale poteva dirsi più che ovvia per l'originale versione del gioco (trattandosi di un titolo per una console da casa), appare in questo caso assolutamente fuori logica. Chi gioca con una console portatile può avere necessità di spegnerla in ogni momento, le sessioni di gioco sono affrontate in situazioni radicalmente differenti rispetto alle home console e per questo praticamente qualsiasi gioco presente per GBA permette di salvare in un modo o nell'altro i propri progressi. Questo non succede in Pitfall the Mayan Adventure, che obbliga il giocatore a giocare continuamente e ininterrottamente