Pizza Syndicate

di Redazione Gamesurf
Anche i videogiochi da edicola non sono più quelli di una volta. Che bei tempi quelli del giocastro-bufala col titolo naif (roba come "SuperCazzottiMania 3000"), accompagnato da un flano più in odore di sola di quello in bundle con un poliziottesco all'italiana con Maurizio Merli e Luc Merenda. Che massacrante nostalgia per classico gioco da scaffale aedicolario, quello di mezzo, fra il piano dei quotidiani (in basso) e quello degli imbustati vietati ai minori (in alto). Quante volte la parte più kitsch del nostro ego é stata gratificata da quegli acquisti-kamikaze? Tante, troppe volte! E noi magari neppure ce ne siamo accorti! Con la scusa che quella parte risiedeva nel nostro inconscio, giusto sotto ipnosi o imbottiti di penthotal riuscivamo ad esprimere sul serio il sottocutaneo sollazzo conseguente ad ogni acquisto di quei mitici giochilli conatomorfi. Per il resto, nella nostra più trita quotidianità, trovavamo solo il tempo di lamentarci. E il più delle volte si trattava di lamentele nervose di stampo tarro-nonsense: "Eh ma qui ma la', la grafica, i pixel, la giocabilità, 'sti budget game, il manuale, l'imbuto, i vertici, il tungsteno"

Poi é arrivata la Dinamic e quei gloriosi brutti tempi hanno trovato fine (sigh). Oddio, il titolo weird é spesso restato (vedi "PC Calcio 2000"), ma la qualità dei giochi non é più degna di quella dei tempi gloriosi: ora si tratta di prodotti ben fatti, molto curati, divertenti, giocabili. Che barba insomma!
In Pizza Syndicate potremo finalmente dar sfogo al nostro più ancestrale sogno segreto: diventare l'imperatore della ristorazione pizzettara. Come in un gioco di ruolo dovremo creare il nostro alter ego, che si costruirà su più caratteristiche. Naturalmente non ci troveremo a distribuire punti fra agilità, costituzione e uso dell'alabarda in plexiglass. No, il totale di punti che ci verranno messi a disposizione andrà ripartito fra popolarità, livello del capitale iniziale, abilità di vendita, igiene, motivazione ed altro ancora