La nostra recensione di Playstation 5 Pro

di Claudio Magistrelli

Sono ormai dieci giorni che Playstation 5 Pro alberga in casa mia (rent free, direbbero i giovani memisti) ed è giunta dunque l’ora di tirare le prime somme. Parto da una serie di premesse: so che dovrei tirarla lunga e farvi arrivare alla fine dell'articolo per far contento il SEO, ma anticipo subito che al momento sono soddisfatto dell'acquisto di PS5 Pro, principalmente perché fa ciò che promette, ovvero offre un balzo percepibile nelle prestazioni, seppur a un prezzo decisamente alto. Inoltre, e qui siamo alla seconda premessa, quella che segue è un'analisi basata sull'ultima settimana abbondante di gioco, quindi misurata più sull'esperienza pad alla mano, che su dati o percentuali.

Il design di PlayStation 5 Pro: anche l'occhio vuole la sua parte

Il primo impatto con PS5 Pro è l'estrazione del bianco monolite dalla scatola ed è un incontro piacevole. La console ritorna a dimensioni più vicine alla prima versione, ma nel complesso mostra una linea più compatta e piacevole. L’inserto nero orizzontale che solca la scocca è invece ripreso dal modello Slim, tuttavia su PS5 Pro si allarga e accoglie una griglia su entrambi i lati che contribuisce al ricircolo d'aria, dunque al raffreddamento. Anche i materiali risultano invariati rispetto a PS5 Slim, tanto la plastica delle parti bianche, quanto la sezione nera incastonata al centro, più lucida e concava rispetto alla prima versione.

Se considerata come oggetto d'arredo, PS5 Pro non è il complemento più elegante che si possa piazzare in salotto, ma questo vale anche per tutte le precedenti incarnazioni, per quanto il look da giocattolo futuristico abbia sempre un certo fascino. Dal punto di vista dell'inquinamento acustico PS5 Pro si comporta decisamente meglio della sua sorella maggiore, probabilmente grazie al fatto che la console nel complesso riesce a gestire in maggior scioltezza i giochi attuali, ricorrendo dunque meno di frequente alle ventole per raffreddarsi. Durante questa settimana lunga di utilizzo non mi è praticamente mai capitato di dover alzare il volume del televisore per coprire quello delle ventole. SI tratta però di un giudizio preliminare, il vero test sarà da svolgere tra qualche mese (meno ottimisticamente, tra diversi mesi) quando saranno disponibili giochi in grado di spremere per bene tutte le componenti di Playstation 5 Pro.

Come si gioca su Playstation 5 Pro?

Per quanto possa essere importante trovarle un posto nella composizione del salotto, non è migliorare il look della sala lo scopo di Playstation 5 Pro, bensì fornire un nuovo standard in termini di prestazioni di gioco per le console casalinghe. Come anticipato in apertura, dal mio punto di vista ci riesce, ma il percorso di realizzazione è diverso se si proviene o meno da una precedente versione della console. Nulla differenzia Pro all’avvio dalle altre PS5 in circolazione, quindi l’unico modo per mettere alla prova le sue promesse è darle in pasto qualche gioco. E qui qualcosa inizia a muoversi.

La prima scelta è stata Marvel’s Spider-Man 2, così come Marvel's Spider-Man: Miles Morales era stato il primo titolo lanciato su PS5 nel 2020 dopo averla estratta dalla scatola, ma questa volta il primo approccio con la mezza-next-gen è stato paradossalmente più forte ed entusiasmante del balzo da PS4 a PS5. Il gioco riconosce in automatico la console su cui gira e propone dunque nel menù dei settaggi impostazioni specifiche per Playstation 5 Pro, nello dettaglio Prestazioni e Qualità. La prima scelta propone sostanzialmente il medesimo gioco già visto su PS5, ma a 60 FPS; nel secondo caso invece tutte le meraviglie grafiche sono sparate al massimo, ma i FPS limitati a 30. Sono passati quasi dieci giorni e ancora non so decidermi quali delle due visualizzazioni preferisca. È in fondo una questione di gusti e molto dipende dalla capacità dei vostri occhi di percepire lo scorrere dei frame per secondo. Nel mio caso, con un occhio poco sensibile, la scelta è ricaduta su Qualità, modalità che consente di cogliere e apprezzare il tripudio di effetti e riflessi che anima una New York fantastica, viva e palpabile. Ma anche optando per le prestazioni non è certo un brutto vedere, con l’esperienza già vissuta su PS5 che si muove ora senza l’ombra di un’incertezza o di un’esitazione. Più in generale, però, è un altro il dettaglio - comune a entrambi i preset grafici - che mi ha colpito e da cui, temo, sarà impossibile tornare indietro: la pulizia a video. Sembra impossibile, lo so, e per credermi dovrete provare coi vostri occhi, ma tutti i giochi provati su Playstation 5 Pro sfoggiano una pulizia dell’immagine senza precedenti su console e paragonabile solo a quella finora consentita da PC configurati per il gaming di fascia alta. Scalette, angoli che friggono e qualunque altro piccolo difetto percepibile dagli occhi sono ricordi del passato. Non è qualcosa che si realizza subito, è un pensiero che si forma in un angolo del cervello e cresce mentre si gioca, ma nel momento in cui emerge e tocca la coscienza esplode come una rivelazione: non ho mai giocato così bene.

Un gioco però non fa primavera, figuriamoci se fa next-gen. Ho esteso quindi la prova ad altri titoli già presenti in Libreria, ovviamente non senza rimuginare su quanto sarebbe stato meglio avere un gioco non dico esclusivo, ma pensato fin dall’inizio per questa configurazione. Non avendolo, però, ho dirottato le mie attenzioni su The Last of Us Part 2 - remastered, gioco per cui valgono le considerazioni poco sopra e che già nella cavalcata nell’erba alta sui titoli di testa mostra uno smalto inedito, ancora una volta dovuto all’effetto complessivo del connubio tra pulizia e fluidità. Nel complesso dei giochi che hanno goduto di un upgrade già al lancio, sarebbe stata forse utile una maggiore coerenza e omogeneità almeno nella definizione delle modalità, dopo di che mi sembra di poter dedurre che ogni team è stato lasciato libero di introdurre e/o rimuovere preset, o di affidare al giocatore impostazioni singole. Il risultato è un po’ confusionario, anche se immagino che in qualche modo per il target di PS5 Pro la possibilità di smanettare sia da considerarsi un valore aggiunto. Niente opzioni invece per i giochi al momento non raggiunti da upgrade, ma un netto miglioramento delle prestazioni è comunque avvertibile. Su tutti, mi limito a citare il bistrattato eFootball che su PS5 Pro è uno spettacolo da osservare un piacere da giocare.

Credo, in conclusione, che lanci di questo tipo siano la nuova norma nel settore e sarà difficile assistere anche in futuro a dayone accompagnati da un pioggia di esclusive messe insieme per mostrare i muscoli della nuova console. Nell’epoca degli ecosistemi, il balzo in avanti offerto da Playstation 5 Pro avvertibile, e forse non più lungo rispetto a quello realizzato da PS5/Xbox Series X rispetto al passato, ma quasi più entusiasmante, più concreto per il guadagno in termini di fluidità.

Ha senso prendere Playstation 5 Pro: recensione?

Posta così secca, in questi termini, la domanda è complessa perché per rispondere bisogna tenere in considerazione diversi fattori, tra cui una TV adeguata, il cui costo va a sommarsi a quello della console, che a oggi è fissato a 799€. In generale, la risposta credo si possa misurare sulla base del valore che date alla vostra smania di sapere di star giocando alla migliore versione possibile (su console?) del vostro gioco preferito. Nel mio caso, per quanto possa valere l’esperienza del singolo, tenuto conto che per me l’acquisto di Playstation 5 Pro può considerarsi anche un investimento lavorativo, non sono per nulla pentito e non tornerei indietro alla mia vecchia Ps5 primo modello per nessun motivo.