Plus Plumb
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Plus Plumb della Takuyo arriva ad allietare, intenzionalmente, le giornate dei tanti utenti dell'ultima fortunata (finora) console della Sega. Non sono tanti i puzzle game che possono vantare un apparizione sull'ormai quasi svezzata (il prossimo 27 novembre si celebra il primo anno di vita) console a 128 bit della Service Games: Plus Plumb é tra questi, Puyo Puyo anche. Il leggendario gioco che vede, ormai da diversi anni, protagonisti degli slime colorati ha raggiunto con discreti risultati il Dreamcast, dopo essere approdato a Super Nintendo, Megadrive, PlayStation, Saturn, PC e chissà quanti altri sistemi, ma probabilmente la crescente richiesta per un titolo del genere capace di soddisfare le richieste dei più e dei meno esigenti é ancora abbastanza alta, perlomeno secondo gli esperti di marketing della Takuyo. Ma bando alle ciance, Plus Plumb, due punti e a capo
A fare da contorno all'ennesimo puzzle game nipponico dallo stile volutamente manga e dalla caratterizzazione estremamente "cute", come direbbero i cugini d'oltreoceano, si trova tutta una serie di personaggi più o meno colorati, banali o maggiormente riusciti, ma comunque figure che rimangono sullo sfondo del gioco, comparendo in veloci e informative schermate che hanno la pretesa di donare un certo background alle avventure su schermo delle palline, ma che effettivamente vengono velocemente evitate da qualsiasi giocatore incapace di apprezzare la lingua del Sol Levante. Arrivati al gioco vero e proprio, quindi, ovvero dopo essersi districati in un veloce menu iniziale tutto in giapponese (e non sperate di vedere altra lingua utilizzata all'interno del gioco), ci si accorge che la situazione non é tanto diversa dai vari Puzzle Fighter, Puyo Puyo e chi più ne ha più ne metta. Almeno a una prima fugace occhiata... Si, perché Plus Plumb, pur riproponendo il trito e ritrito (ma funzionale) schema di gioco che vede la chiave del successo nell'accostamento di tre o più sfere dello stesso colore, riesce a introdurre qualche nuova componente. Vediamo quale: prima di tutto si parte praticamente sempre con delle palline colorate già tranquillamente adagiate sul campo di gioco, a differenza di altri titoli similiari che presentano inizialmente un panorama desolato; secondo, le palline che vengono affidate alle sudate mani dei giocatori possono essere ovviamente di diverso colore, ma, novità, ogni pallina può assumere due colori, sarà il giocatore (con l'apposita pressione di un tasto quando si ha il controllo della pallina) a decidere se una pallina sarà gialla o verde, per esempio. Le coppie di colori sono quattro, coprendo un totale di otto diverse cromature delle tonde protagoniste. Dove sta la tanto agognata differenza? Semplice, anzi, difficile... continuiamo
A fare da contorno all'ennesimo puzzle game nipponico dallo stile volutamente manga e dalla caratterizzazione estremamente "cute", come direbbero i cugini d'oltreoceano, si trova tutta una serie di personaggi più o meno colorati, banali o maggiormente riusciti, ma comunque figure che rimangono sullo sfondo del gioco, comparendo in veloci e informative schermate che hanno la pretesa di donare un certo background alle avventure su schermo delle palline, ma che effettivamente vengono velocemente evitate da qualsiasi giocatore incapace di apprezzare la lingua del Sol Levante. Arrivati al gioco vero e proprio, quindi, ovvero dopo essersi districati in un veloce menu iniziale tutto in giapponese (e non sperate di vedere altra lingua utilizzata all'interno del gioco), ci si accorge che la situazione non é tanto diversa dai vari Puzzle Fighter, Puyo Puyo e chi più ne ha più ne metta. Almeno a una prima fugace occhiata... Si, perché Plus Plumb, pur riproponendo il trito e ritrito (ma funzionale) schema di gioco che vede la chiave del successo nell'accostamento di tre o più sfere dello stesso colore, riesce a introdurre qualche nuova componente. Vediamo quale: prima di tutto si parte praticamente sempre con delle palline colorate già tranquillamente adagiate sul campo di gioco, a differenza di altri titoli similiari che presentano inizialmente un panorama desolato; secondo, le palline che vengono affidate alle sudate mani dei giocatori possono essere ovviamente di diverso colore, ma, novità, ogni pallina può assumere due colori, sarà il giocatore (con l'apposita pressione di un tasto quando si ha il controllo della pallina) a decidere se una pallina sarà gialla o verde, per esempio. Le coppie di colori sono quattro, coprendo un totale di otto diverse cromature delle tonde protagoniste. Dove sta la tanto agognata differenza? Semplice, anzi, difficile... continuiamo