Pokemon RossoFuoco e VerdeFoglia

di Antonio "Treasure Hunter" Norfo
Poké-genesi

Era il 1996 quando in Giappone scoppiava una nuova mania, una mania che nel corso degli anni è divenuta causa di odio e amore di quanti si cimentino nella pratica videoludica.
Da allora di tempo ne è passato e lo sgargiante e celeberrimo character design è ormai possesso comune, tanto da promuovere serie animate, sequel ludici e varie sfaccettature negative e positive che subentrano inesorabilmente al successo di un marchio.
Dietro allo spirito "kawai" dominante si nascondeva allora come adesso un precetto ludico capace di sconvolgere l'intera industria del settore; "catturali tutti" non era un semplice motto, non era una semplice opzione di gioco: era la forza motrice di un titolo che è riuscito a tenere attaccati a schermi e display, nella sua semplice particolarità ed immensa longevità, milioni e milioni di giocatori di tutto il mondo.
table1
Gotta re-catch 'em all!


Pokémon Versione Rosso Fuoco e Versione Verde Foglia (per gli anglofili: FireRed e LeafGreen) sono esattamente le versioni rivedute e corrette dei primissimi episodi.
Invero stiamo trattando di remake, ma questo non ci preclude di sottolineare l'importanza e lo spessore delle aggiunte che i Gamefreak hanno apportato rispetto alla genesi della loro saga.
Aggiunte derivanti, per la stragrande maggioranza, dagli episodi Oro e Argento apparsi su Game Boy Color e dai più recenti episodi Rubino e Zaffiro ("vecchi" di appena un anno).
Da quest'ultimi, i due remake hanno preso anzitutto grafica ed effetti sonori rivestendo il primigenio mondo in bianco e nero della giusta colorazione, basata sulla semplicità e sull'allegria visiva.
Le animazioni non faranno gridare al miracolo, ma il risultato globale si attesta nella funzionalità che la veste visiva ha nei confronti della giocabilità, ossatura e paradigma di qualsiasi gioco Pokémon e, allargando i confini, di qualsiasi titolo targato Nintendo.
Medesimo commento è raggirabile al reparto sonoro che offre un remix totale della colonna sonora ed un repertorio di effetti vari tratto sempre dalle controparti a 32 bit (il finale offre anche una piacevole composizione che agglomera tutti i motivi più caratteristici).


table_img_t01
Per chi fosse completamente alieno alle vicissitudini dei pokémon (e per costoro i titoli in analisi rappresentano più di un'occasione) ecco un breve vademecum.
La nostra storia ha inizio in un piccolo villaggio di nome Biancavilla dove il giovane (o la giovane) protagonista parte per un viaggio all'insegna della consacrazione e della gloria; la sua unica arma sarà la passione che nutre per i mostri tascabili (i Pocket Monsters appunto, di cui pokémon è la crasi).
Il percorso di un allenatore di pokémon, come intuibile, parte proprio da quest'ultimi ed il primo di essi ci verrà donato dal professor Oak.
La scelta, così come negli originali, ricadrà su una fra le tre bestiole messe a disposizione; ognuna di loro appartiene ad una diversa affinità elementale: Charmender (Fuoco), Bulbasaur (Erba) e Squirtle (Acqua).
Ogni pokémon è difatti in connubio con la natura e dai suoi elementi esso trae punti di forza come debolezze.
Così, ad esempio, un pokémon d'acqua sarà letale ad uno di terra e vulnerabile ad attacchi elettrici, mentre uno d'ombra spezzerà i poteri psichici ed uno d'erba cederà, logicamente, davanti ad un offensiva a base di fuoco.
Una volta messi a conoscenza di svantaggi e vantaggi, il nostro avversario (che poi è anche il nipote dell'egregio uomo di scienza) ci sfiderà subito e l'antagonismo sarà ricorrente e destinato a prolungarsi fino all'epilogo dell'avventura.
I combattimenti avvengono a turni e scambievolmente le creature che si oppongono avranno l'opportunità di attaccare, di infliggere malus e di utilizzare i molteplici oggetti dell'inventario (conservati nello Zaino).
Questo è quanto avviene per i mostri ammaestrati; i pokémon allo stato selvatico aggrediscono invece gli ospiti indesiderati, ma una volta indeboliti sarà possibile catturarli.
In questo così puro e semplice principio si nasconde la più grande e rinomata forza del titolo, garante peraltro di una longevità oltremodo soddisfacente e di una sempre gradita componente esplorativa (laddove per catturarli veramente tutti occorrerà scoprire come prima cosa tutti i luoghi visitabili).
Per rispondere a qualsiasi quesito vi sarà comunque un'esauriente guida (interna al gioco) che potrà essere richiamata in qualsiasi circostanza mediante la pressione dei dorsali L ed R (così come ad ogni accensione verranno ricordati i quattro eventi più importanti della precedente sessione).


Un mondo di paragoni

Tra le nuove due cartucce le differenze sostanziali sono come sempre l'esclusività di alcuni pokémon e la maggiore o minore difficoltà nel trovarne alcuni; per il resto, base narrativa e struttura in sé sono identiche.
Rispetto alle controparti Blue e Red è da segnalare una maggiore intelligenza artificiale degli allenatori rivali (mai comunque troppo ostici) ed alcune locazioni di mostri tascabili mutate; inoltre più personaggi non giocanti saranno ora disponibili per far apprendere ai membri della squadra nuove abilità.
Alcune features sono state importate da tutta la serie, ulteriore dimostrazione di come questi remake vogliano essere una sorta di summa di quanto abbia attualmente dimostrato l'universo pokémon.
E' presente la classificazione per genere (che ora appare affianco alla nomenclatura) e, in determinati momenti, vi saranno gli scontri doppi (come avveniva in Zaffiro e Rubino) nonché le gare di bellezza, l'utilizzo di bacche e la possibilità (utilizzando il Cercasfide) di sfidare gli allenatori già affrontati.
Il Pokédex (per chi non lo sapesse: una sorta di enciclopedia contenente le informazioni sui mostri portatili catturati) è completamente rinnovato; non solo nei menu, ma anche nelle varie categorie sotto cui avvengono le classificazioni (altezza, mole, nome, rarità, classe ecc.).

Il filo che unisce passato e futuro

Forti delle loro novità e saldi nelle loro certezze, i remake dei due storici primi episodi possono essere di enorme interesse per varie categorie di giocatori. Certamente i più assidui appassionati non esiteranno a fare loro una delle due cartucce, ma chi è completamente alieno ed al contempo interessato al mondo Pokémon farebbe bene a cogliere l'attimo.
Ora che il passato è stato riepilogato, il nostro sguardo è rivolto al futuro e ad una console, il Nintendo Ds, che per caratteristiche tecniche auspica davvero se non una rivoluzione, una profonda evoluzione anche per quanto concerne i beneamati mostri tascabili.
Un passo verso il domani sembra farlo invero il Wireless Adapter.
Il collegamento fra più console, altra caratteristica della serie, sarà adesso effettuabile anche in assenza di cavi e fili vari; allegato a Pokémon Versione Verde Foglia e Rosso Fuoco troverete il dispositivo testé citato che sfrutta le onde radio e che concede a più giocatori di sfidarsi, incontrarsi e scambiare Pokémon in apposite stanze virtuali (Union Rooms). Da segnalare, in situazioni concitate, un effetto lag, ma in positivo c'è senza ombra di dubbio il fatto di aver voltato pagina rispetto al canonico link, poco funzionale e talvolta limitanti.