Pokémon Sole e Luna

di Roberto Vicario
Siamo arrivati alla settima generazione signori; con la nuova “wave” di Pokémon introdotti da Sole & Luna, il numero di mostriacciatoli da catturare viene ulteriormente rimpolpato, per la felicità di tutti i pokéallenatori sparsi sulla terra. Un capitolo che, a distanza di ben vent'anni dal format originale, rompe definitivamente gli equilibri apportando profondi cambiamenti in termini estetici, di design e soprattutto struttura di gioco.


Un cambiamento netto e che, pur non dimenticando le solide radici del passato, proietta il franchise in un futuro che sembra più splendente del caldo sole di Alola; ma cosa dobbiamo aspettarci da questo nuovo Pokémon? Scopriamolo nella nostra recensione.

Alola splende per tutti noi


Parlavamo di capitolo di rottura, di profondi cambiamenti e di passi in avanti. Lo si percepisce in Sole & Luna sin dal principio della nostra nuova avventura. Il nostro protagonista arriva nello splendido arcipelago in cui é ambientato il titolo, un conglomerato di quattro colorate e calorose isole che ricordano, neanche troppo velatamente, le splendide isole Hawaii.

Qui verremo subito indicati come una promessa, e il nostro compito sarà quello di completare il cammino degli allenatori chiamato “giro delle isole”. Sulla strada per diventare una leggenda troveremo per l'appunto 4 isole - ognuna con il rispettivo Kahuna da sconfiggere - e sette prove di abilità che comprendono piccolissimi puzzle e tanto combattimento.

All'interno di questo percorso si innestano personaggi che fanno il loro ritorno come comparse, nuovi allenatori di cui faremo la conoscenza e ovviamente un nuovo gruppo di cattivi che proverà a metterci i bastoni tra le ruote. Una struttura che all'apparenza ricorda quella dei precedenti episodi, ma che qui trova una maggiore complessità narrativa, una presenza di piacevolissime cut scene che spezzano le parti di gioco in maniera perfetta e soprattutto un incedere narrativo realmente tangibile, in grado di tenere conto dell'evoluzione dei vari personaggi.



In tutto questa la regione di Alola é co-protagonista assoluta di questa magica avventura, grazie alla sua coerenza e soprattutto ad un motore grafico che finalmente regala profondità e dettagli agli ambienti di gioco, regalandoci scorci apprezzabili e location decisamente suggestive. Motore grafico che, pur mostrando qualche affanno in termini di frame rate nelle fasi più concitate, é stato sfruttato in maniera alquanto valida dagli sviluppatori per caratterizzare i nuovi pokémon, ma anche i protagonisti del gioco che godono di una quantità di dettagli infinitamente maggiore se paragonati a qualsiasi capitolo del passato.

Quanto vi abbiamo appena raccontato é possibile grazie - e soprattutto - alla rottura dei più volte citati equilibri; via le palestre ad esempio (che scandivano, quasi fossero capitoli, le varie fasi dell'avventura) e spazio ad un'evoluzione narrativa più articolata e - soprattutto sul finale - appassionante.

Capitolo longevità: il titolo offre una curva crescente di difficoltà. L'inizio della storia spiazza per la palese facilità con cui si avanza, salvo poi, specialmente sul finale, diventare decisamente più tosto. Il gioco offre quindi una campagna piuttosto succulenta e sostanziosa, impreziosita da un end game alquanto piacevole e stimolante. A questi elementi poi, soprattutto se siete “pro” player di Pokémon, dovrete sommare le (tante) ore spese per trovare gli abbinamenti di stato e natura perfetti o lo studio di IV ed EV per non sfigurare con gli altri super allenatori.

Un cambiamento netto e che, pur non dimenticando le solide radici del passato, proietta il franchise in un futuro che sembra più splendete del caldo sole di Alola


Introdotto il discorso tecnico del titolo, tante vale concluderlo parlandovi della componente audio del gioco. Dopo diversi anni di litanie un po troppo ripetitive, anche la colonna sonora sembra essersi incanalata con prepotenza in questo filone di forte rinnovamento. Musiche finalmente simpatiche e perfettamente in linea con quanto accade su schermo. Il gioco ovviamente non ha dialoghi doppiati, ma é comunque completamente tradotto in lingua italiana.

Una struttura rinnovata


I cambiamenti non riguardano solamente la componente estetico/narrativa ma vanno ad intaccare profondamente il gameplay. La struttura é sempre quella, basata sulla cattura di nuovi esemplari e combattimenti a turni tra loro, ma a cambiare sono tanti, piccoli, dettagli che abbiamo trovato azzeccati e funzionanti nell'economia del gioco.

Tutto é mosso nell'ottica di semplificare la vita all'allenatore: le statiche sono pienamente visibili, così come i bonus e malus e l'efficacia delle nostre mosse sul mostriciattolo avversario (a patto però di avere la sua voce enciclopedica all'interno del nostro pokedex). Una scelta intelligente vista la mole imponente di specie presenti nella regione: circa 300 provenienti da tutte le generazioni finora uscite.


Dopo l'esperimento (riuscito) delle mega evoluzioni, spazio alle mosse Z; in sostanza si tratta di cristalli legati a classi e mosse specifiche, e che vengono assegnati ai Pokémon. Questi si ritrovano così una mossa o più mosse base in versione potenziata in grado di rompere le difese e fare danni decisamente più ingenti. La componente strategica sta ovviamente nel momento in cui attivare queste mosse, dato che sono one shot all'interno di un scontro.

Questa non é l'unica novità ma é accompagnata anche dalla nuova forma “alola” di alcuni pokémon già esistenti, così, giusto per fare un esempio, un classico Rattata cambia colore e da normale diventa oscuro. Infine, ma sicuramente, non meno importante la totale cancellazione delle mosse MN in favore di soluzioni decisamente più logiche e che ovviamente non obbligano più l'allenatore di turno a tenere slot di mosse occupate dalle MN all'interno del proprio party.

Pensate sia tutto? Invece no! Gli sviluppatori hanno, infatti, snellito e ripensato anche alcuni elementi che, nell'economia di quanto abbiamo descritto sino ad ora, ci hanno davvero convinto. Parliamo ad esempio delle Battle Royal 4 contro 4, decisamente casuali per le routine della IA ma incredibilmente divertenti; oppure delle forme dominanti di alcuni Pokémon, versioni potenziate di alcune specie decisamente più toste con la facoltà di poter chiamare all'interno della battaglia nuovi alleati (funzione presente per tutti i pokémon selvatici, ma con meno chance di riuscita).

Infine, ma non per questo meno importante, la parte più ruolistica del gioco che pone l'accento sul legame tra pokémon e allenatore. Tra uno scontro e l'altro si potranno coccolare i nostri mostriciattoli per aumentare l'intesa (attraverso anche a dei pokégioli) e soprattutto far salire determinate statiche o migliorare la possibilità di curare stati.



Novità, infine, anche per la parte più “social” del gioco, grazie al Pokéresort e Festiplaza. Il primo é una sorta di rimpiazzo della vecchia pensione. Qui i nostri pokémon non impegnati nella lotta potranno trovare ristoro, conoscere nuovi amici, trovare oggetti e altro ancora. Diverso, invece, il discorso riguardante l'hub online. In Festiplaza avremo infatti la possibilità di incontrare altri allenatori, sfidarli e scambiarci oggetti. Inoltre, sempre all'interno di questo polo di incontri, sarà possibile spendere la moneta “locale” chiamata festigettoni per partecipare a dei simpatici mini giochi oppure per comprare oggetti difficilmente rintracciabili da altre parti. Per coloro che sono restii alla connessione online, la modalità offre la possibilità di cimentarsi comunque in queste attività grazie a dei BOT che andranno, automaticamente, a popolare l'area.

Visto che molti fan se lo staranno sicuramente chiedendo, chiudiamo la nostra recensione parlandovi dell'estetica di questa nuova wave generazionale di pokémon; pur non avendo avuto la possibilità di osservarli tutti nel corso della nostra prova, possiamo dirvi che siamo più che mai soddisfatti di questa rinnovata verve estetica, con esemplati davvero ben riusciti e convincenti, a partite sin dai tre nuovi starter.