Pokkén Tournament

di Roberto Vicario
Pokkén Tournament arriva in occidente dopo aver letteralmente spopolato nelle sale giochi giapponesi. Il titolo nato dalla collaborazione tra Namco e The Pokémon Company é infatti un mash up particolarissimo, in cui i famosi mostriciattoli di Nintendo abbandonano il mondo ruolistico per cimentarsi invece in quello dei fighting game. Esperimento azzardato o progetto riuscito? Scopriamolo nella nostra recensione!

Facile, ma non banale!



Il nuovo gioco che approda su Wii U é un vero e proprio azzardo che il team di Harada ha deciso di affrontare a viso aperto. Non é infatti semplicissimo, trattandosi di un fighting game, trovare il giusto bilanciamento per ogni Pokémon presente nel roster di gioco. Difficoltà che possiamo riscontrare non solo nella natura di alcuni esemplari, ma anche e soprattutto nell'offrire un prodotto in grado di soddisfare tutti i palati che potenzialmente si avvicineranno al brand. Pokémon é infatti un franchise ormai popolarissimo e Pokkén Tournament potrebbe finire nella mani di giocatori che per curiosità o amore verso i mostriciattoli compreranno il titolo in questione a scatola chiusa. Dobbiamo però ammettere che sotto questo aspetto gli sviluppatori si sono comportati in maniera decisamente intelligente, proponendo un gameplay che pur risultando estremamente semplice ed immediato da assimilare, nasconde una profondità che sarà sicuramente apprezzata dai giocatori più esperti.

Ogni Pokémon, in base alle sue caratteristiche, può vantare particolari peculiarità. C'é chi é più abile nel corto raggio, o chi invece predilige attacchi da medio/lunghe distanze. Il combattimento si svolge principalmente in due fasi ben distinte. La prima si chiama “panoramica” e ci offre uno scontro molto simile a quello visto in giochi come Naruto o Dragon Ball, all'interno di un'arena 3D (di dimensioni non esagerate) in cui possiamo muoverci liberamente e scegliere come ingaggiare l'avversario. Quando riusciremo a mandare a segno delle mosse particolari, la telecamera - e di conseguenza la prospettiva - si sposterà in un fase del match chiamata “duello”; in questa sezione il picchiaduro trasforma il suo stile in qualcosa di molto simile a Tekken o Street Fighter. I Pokémon si muovono infatti su una linea retta bidimensionale, portando lo scontro in una fase più raccolta.





Dopo diverse ore di gioco possiamo dire che il sistema pensato e sviluppato dal team di Harada funziona e meraviglia, e dopo qualche ora di normale ambientamento, inizieremo anche a sviluppare le nostre personali strategie (in base anche al personaggio che stiamo utilizzando) su quando e come entrare nella fase “duello”.

Non bisogna poi dimenticare che esistono anche diverse variabili di cui tenere conto durante lo scontro. La prima riguarda una particolare barra dell'energia che una volta riempita ci permetterà di sprigionare una potentissima super mossa personale (con tanto di animazione dedicata) in grado di infliggere parecchi danni all'avversario. Infine non bisogna dimenticarsi dei set di supporto. Si tratta di due pokémon (diversi da quelli selezionabili per combattere) che ci permetteranno di avere una spalla durante i due round che compongono un match. All'inizio di ogni disputa se ne potrà scegliere uno dei due e, tramite la pressione di un tasto, potrà essere richiamato in qualsiasi momento del match per darci una mano momentanea. Partiremo con un numero limitato di set disponibili, ma proseguendo nella nostra avventura se ne potranno sbloccare di nuovi.

Piccola nota a margine. Gli sviluppatori di Namco hanno deciso di rendere omaggio alla serie di Tekken mettendo all'interno della move list di ogni personaggio qualcosa che richiamasse una mossa dei lottatori di Tekken. Ovviamente lasciamo a voi il piacere di scoprire quali sono e di chi.



Una regione affascinante ma spoglia



Il gameplay di Pokkén Tournament si dirama ovviamente intorno a tutta una serie di modalità che ci permetteranno di scontrarci sia contro l'IA e ovviamente altri giocatori umani. Oltre al tutorial e al dojo (una palestra dove affinare le nostre abilità) ci potremo cimentare nella scalata alla Lega Ferrum.

Questa lega é formata da quattro sotto leghe di difficoltà crescente; con il Pokémon selezionato dovremo cercare di passare a quella di grado superiore provando in primis a battere tutti gli altri avversari, e solo successivamente il capo della lega. Fatto questo saliremo di livello e sbloccheremo anche nuovi stage e nuovi set di Pokémon di supporto. Purtroppo, la ridondanza di questa modalità si fa sentire abbastanza velocemente, e la mancanza di vere e proprie alternative a questa variante singolo giocatore, ci ha fatto letteralmente storcere il naso. Si poteva e si doveva fare qualcosa di più.

A saziare il nostro “appetito videoludico” non ci riesce nemmeno la modalità multigiocatore, sia online che offline (sfruttando lo schermo del gamepad). Anche qui, nonostante un matchmaking e un net code perfettamente funzionanti, ci é sembrato tutto molto scarno e con poche variabili che ci hanno stimolato a gettarci nella mischia. Lo stesso numero dei lottatori, prendendo in esame altri picchiaduro di genere, non ci ha purtroppo convinto pienamente. Pur essendo ben caratterizzato il roster é composto unicamente da 14 lottatori più due versioni di Mewtwo che portano il totale a 16. Anche qui, inutile dirlo, forse é troppo poco.

L'unico stimolo che avremo a continuare a giocare - oltre al già citato ottimo gameplay - é la personalizzazione del nostro avatar (potremo spendere delle monete per cambiare accessori e vestiti del nostro personaggio) e la crescita di alcune statistiche dei nostri Pokémon grazie all'esperienza che accumuleremo durante ogni singolo scontro.



Belli e pericolosi



Sotto l'aspetto tecnico Pokkén Tournament ci regala luci e ombre. Da una parte troviamo infatti un frame rate sempre pulitissimo che viaggia inchiodato a 60fps. Una vera e propri goduria videoludica per tutti gli amanti di questo genere. Ai frame si somma poi l'ottima qualità dei modelli dei vari Pokémon presenti nel roster, ognuno splendidamente caratterizzato sia nelle animazioni che nella modellazione poligonale. Abbiamo trovato invece leggermente fastidioso l'aliasing presente in più di una situazione, e soprattutto un filtro che da quasi la sensazione di “sporco” ai modelli poligonali.

Discreta la componente audio con pezzi piuttosto ritmanti ma allo stesso tempo facilmente dimentabili. Il gioco é comunque completamente localizzato in lingua italiana per quattro riguarda la componente scritta, sia dei dialoghi che dei menù.

Nel complesso possiamo quindi dire che al netto di un roster non particolarmente ampio, e di una certa mancanza di modalità di gioco, Pokkén Tournament ci ha piacevolmente sorpreso. Il gameplay, in particolare, ci ha davvero colpito per la sua profondità nonostante sia comunque votato un pubblico non particolarmente avvezzo al genere. Se siete fan dei mostri di Nintendo, e volete provare qualcosa di diverso, provate a dargli una chance, potrebbe davvero stupirvi!