Pokkén Tournament DX
Il momento della “prima volta” su una console di Nintendo è sempre affascinante, in particolare quando la macchina su cui una saga debutta, è di successo come Nintendo Switch. Eccoci quindi a parlare del primo titolo dedicato ai Pokémon, che plana sulla ibrida che sta letteralmente spopolando in tutto il mondo. Una versione riveduta e corretta di quel Pokkén Tournament che, dopo aver vissuto un po' in penombra su Wii U, è pronto ad esplodere su Switch con la sua nuova evoluzione chiamata DX.
Dove ci eravamo lasciati?
Come dicevamo in apertura, Pokkén Tournament, dopo l’esordio iniziale nei cabinati giapponesi, fa il suo debutto qualche tempo dopo su Wii U circa un anno e mezzo fa. Un titolo dal forte potenziale, con un gameplay semplice ma non per questo banale, falcidiato unicamente da una serie di modalità che non esaltavano al 100%.
Se avete voglia e tempo, la nostra recensione della versione Wii U è li che vi aspetta, tuttavia, per contestualizzare il discorso che vi faremo tra poche righe, è necessario spiegarvi in breve cos’è Pokkén Tournament.
Si tratta di un picchiaduro sviluppato dal team di Namco Bandai che si occupa della serie Tekken (gioco tributato attraverso una serie di mosse inserite nel set di ogni personaggio). Sebbene non si tratti di un gioco banale (Pokkén è dotato di una discreta profondità e tattica), l’approccio è molto più user friendly di molti altri giochi di genere. Il tutto ovviamente supportato da una serie di personaggi piuttosto famosi, provenienti da svariate generazione della saga.
Lo scontro avviene su due piani, il primo è chiamato “panoramica” e mette il giocatore nelle condizioni di muoversi in un’arena a 360°, emulando titoli come Dragon Ball o Naruto; la telecamera e la prospettiva cambiano quando, a seguito di una determinata tipologia di colpi, la visuale passa in modalità “duello”: simile in tutto e per tutto a quella di un picchiaduro classico. L’alternanza di queste due inquadrature offre una varietà non indifferente, e starà proprio ai giocatori capire quando passare ad una o all’altra dinamica del match. A questa struttura si aggiungo poi dei Pokemon di supporto passivo o attivo e una mossa speciale che si attiverà, come da tradizione, al riempimento di una barra speciale.
I combattimenti verranno consumati all’interno di una modalità single player chiamata Lega Ferrum (che ci chiederà di diventare i campioni assoluti della Lega), oppure, online attraverso una serie di varianti, classificate e non, che ci permetteranno di diventare i più forti allenatori del globo. Vista la presenza dell’online non mancherà un vero e proprio fattore di personalizzazione dell’avatar (in questo caso allenatore): maglietta, occhiali e ovviamente “claim” e tag, nulla è lasciato al caso.
Combattimenti portatili
Tutto quello che vi abbiamo raccontato è la parte core del prodotto che ritroverete al 100% all'interno di questa nuova versione DX, ma che non lesina in novità. Di fatto DX attinge a piene mani dalla filosofia su cui è stata assemblata Switch, elaborandola e proponendo al giocatore un capitolo che migliora quanto fatto vedere più di dodici mesi fa.
Parliamo di contenuti prima ancora che di componente tecnica; elementi fortemente criticati da alcuni fan, il team risponde allargando il roster con cinque nuovi Pokémon: quattro provenienti dalla versione arcade, e Decidueye che fa il suo debutto assoluto nell’arena. Un personaggio che ci ha convinto e che, tra coloro che giocano a livelli alti, merita di essere approfondito.
Ad aumentare il numero di Pokémon che debuttano su questo capitolo ci pensano anche due starter come Poplio e Litten, pronti a rinfoltire i ranghi degli alleati che è possibile richiamare al proprio fianco durante lo scontro.
Tutti questi profili potranno essere utilizzati all’interno delle tante modalità che ritornano in forma piuttosto classica all’interno dell’offerta proposta, ma soprattutto giocando all'interno della nuovissima variante 3 contro 3, in cui, scelto un team di tre Pokémon, si lotterà fino all’ultimo sangue, e solamente l’ultimo mostriciattolo rimasto in piedi eleggerà vincitore il suo team.
Parlando di scontri non è tutto e alla novità della disputa in team si aggiunge la sfida giornaliera, un match che ogni giorno ci chiederà di utilizzare un particolare pokémon per superare determinate tipologie di match. Riuscire nell’impresa ci regalerà dei punti che potremo spendere per personalizzare le statiche di attacco, tecnica o difesa del pokémon che ha vinto la daily.
Novità anche per quanto riguarda l’online, con la possibilità di creare lobby private all’interno degli incontri di gruppo, una feature che era stata fortemente richiesta dalla community.
Detto questo, sebbene in termini di contenuti gli sviluppatori non abbiamo assolutamente lesinato, la grande novità riguarda sicuramente la console vera e propria. Switch ribalta il concetto di gioco, e rende Pokkén Tournament un prodotto più ricco e versatile.
Inutile dirvi che la possibilità di sfilare i joy-con e sfidare un’altra persona in match uno contro uno, ovunque vi troviate, regala una profondità differente al titolo. Gli unici limiti, in questo caso specifico, con cui bisogna scendere a patti, riguardano i controlli semplificati (ma comunque efficaci!) e il fatto che uno dei due giocatori si troverà sempre con la visuale invertita, cosa che ribalta l’utilizzo di alcune combo.
Niente di tragico, ma soprattutto niente di limitante se entrambe le persone giocano con due console differenti in wireless; in questo caso l’esperienza rimane immutata con l’unico “limite” dato dai 30fps. Resta ovviamente da considerare, soprattutto se si punta a livelli di competizione molto alti, l’acquisto di un pro controller.
Frame rate che va a braccetto con un comparto visivo ovviamente migliorato rispetto alla versione Wii U, sia nei modelli poligonali dei mostriciattoli quanto nell’ambiente e nell’utilizzo dei riflessi e dell’illuminazione. Buonissimo il comparto sonoro in lingua inglese, ma non disperate: il gioco è completamente sottotitolato in lingua italiana.
Nel complesso possiamo quindi dire che il gioco pensato da Harada san è tutto tranne che un prodotto che si adagia sulla semplice questione del porting. Se non avete mai avuto modo di toccare di giocare a questo titolo, e siete curiosi di vedere come se la cavano i vostri amati Pokémon all’interno di un ring, dategli una chance! Se invece avete già avuto modo di dilettarvi in passato con il titolo, ponderate comunque l’acquisto per la sua efficace in versione portatile.
Voto
Redazione