Predator: Concrete Jungle

di Andrea Casetti
Probabilmente è iniziato tutto nell'immediato dopoguerra, quando a Roswell (New Mexico) è accaduto qualcosa di anormale. Secondo le dichiarazioni ufficiali del governo USA si tratterebbe di una semplice sonda precipitata, ma un gran numero di gente ha giurato che si trattasse di qualcosa di strano, probabilmente di un veicolo con tecnologia aliena. In ogni caso è da allora che si è assistito a una vera e propria proliferazione di scenografie di film, di fumetti, di trasmissioni radio e quanto altro con, come protagonista, un eventuale sbarco di una razza aliena sulla Terra. D'altro canto, anche se la scienza reputa improbabile che la civiltà terrestre possa incontrarne una aliena, non è certo riuscita a dimostrarne l'assenza, ma nemmeno la presenza.

Alieni e videogiochi
Come era logico aspettarsi, gli alieni sono sbarcati anche sul mondo dei videogiochi, presentandosi fin dagli albori dell'epoca videoludica e confermandosi costantemente, anche durante l'attuale guerra delle console. Arriviamo quindi ai giorni nostri, in cui questo Predator: Concrete Jungle rappresenta solo uno dei tantissimi titoli ispirati a forme di vita dalle conoscenze tecnologiche particolarmente avanzate. Nella fattispecie si tratta di un essere preso in prestito dall'omonimo film interpretato dall'attuale governatore della California, Arnold Schwarzenegger, le cui principali capacità consistevano in una forza fisica bestiale, un'agilità notevole e un arsenale davvero impressionante, tra cui vanno menzionate avveniristiche armi da fuoco, visuali a infrarossi e una mimetizzazione che lo rende trasparente.


Errore fatale
Per l'occasione non vi toccherà interpretare l'eroe di turno, con l'obiettivo di sconfiggere l'alieno invasore, bensì i panni della camaleontica creatura dal sangue verde, con l'obiettivo di portare a termine le 27 missioni previste. Il gioco si ambienta, inizialmente, in una tipica città americana degli anni '30, infestata dalla classica guerra tra forze dell'ordine e gangster locali. E' qui che dovrete compiere la prima missione ma, purtroppo per il vostro essere, dimenticherete in quell'epoca, alcuni strumenti tecnologicissimi che finiranno nelle mani della razza umana (che, come sua abitudine, li utilizzerà in modo non pacifico). A causa di ciò questo verrete esiliati per circa un secolo, finché nel 2030 verrete richiamati per ritornare sulla Terra per rimettere le cose a posto.

Gangster vs polizia II
La storia si ripete: come nel 1930, le forze dell'ordine sono impegnate a combattere la criminalità, questa volta espressa sotto la forma di bande organizzate, talvolta con tanto di mimetizzazione e armi aliene. In questo scenario vi toccherà intraprendere le missioni, che in genere consistono nell'eliminare un certo numero di componenti delle bande, i boss, trovare una via di fuga ecc, il tutto potendo impiegare l'intero arsenale a disposizione dell'essere alieno: cannoni al plasma, lancia da combattimento, mimetizzazione ad effetto-mercurio, visori notturni e quanto altro visto nel film sarà infatti a vostra completa disposizione. Tutto ciò a patto di ricordarvi la corretta ubicazione dei tasti relativi all'azione che vorrete intraprendere: il sistema di controllo, specialmente nella versione XBox, si distingue per una complicatezza davvero unica e a poco serviranno i tutorial di apprendimento delle capacità dell'essere sotto i vostri comandi.

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Predatore imbizzarrito
Il gioco in sé è un'avventura 3D, con elementi platform e sparatorie che rievocano quanto mostrato dalla serie Tomb Raider. De essa, tuttavia, PCJ sembra aver ereditato anche il peggio del sistema di controllo: non vi capiterà di rado, infatti, di dover ripercorrere una zona perché avete mancato di poco la piattaforma successiva (in questo caso rappresentata da una serie di tetti di edifici), anche se gli sviluppatori sono venuti incontro alle esigenze dei giocatori collocando qua e là delle aree in cui potrete arrampicarvi per riprendere la via. Anche la telecamera ci mette del suo per complicarvi la vita: la levetta analogica destra (che assolve il compito di direzionare lo sguardo del vostro personaggio) è troppo sensibile e vi costringerà a dosarne accuratamente gli spostamenti.

Stupidità artificiale
Graficamente il gioco non si presenta male: il vostro camaleonte alieno è ben realizzato, con una serie di animazioni piuttosto belle a vedersi. L'effetto della mimetizzazione, dal canto suo, è molto ben fatto e ricorda decisamente quanto mostrato nel film. Peccato, però, che tutto il resto sia deficitario in termini textures e poligoni, lasciando così l'amaro in bocca. Anche il sonoro è insufficiente: le voci (in inglese) sono mal interpretate e, soprattutto, ripetitive. Un'altra nota negativa viene dall'AI dei personaggi, i quali sarebbero capace di perdere una partita a scacchi con delle galline: se provate lanciare, ad esempio, una mina antiuomo a terra e vi fate seguire, basterà mettersi nella giusta direzione per vederli finire diritti su di essa. E questa la chiamano AI...

Occasione mancata
Se poi a tutto ciò aggiungiamo dei lunghi caricamenti, una serie insipida di items sbloccabili che non invogliano di certo a rigocare (né finire, se per questo) il gioco, il fatto che per visualizzare gli attuali obiettivi della missione vi toccherà mettere in pausa il gioco e andare a curiosare tra le voci del menu, si delineano i motivi per cui questo Predator: Concrete Jungle non raggiunge la sufficienza. In conclusione, si tratta di un titolo caratterizzato da una meccanica di gioco estremamente semplice (al limite della banalità), a cui gli sviluppatori hanno cercato di porre rimedio grazie a un arsenale immenso, ma poco gestibile. Una serie di pecche grafiche e di giocabilità rendono questo PCJ una cattiva realizzazione di quella che era una buona idea.

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