Predator: Hunting Grounds per PS5 e Xbox Series S|X, recensione: un ritorno che non convince del tutto

Miglioramenti tecnici e cross-play, ma difetti persistenti e contenuti limitati continuano a penalizzare l'esperienza.

Predator: Hunting Grounds fa il suo ritorno nel 2024 su PlayStation 5 e Xbox Series X|S, cercando di rinvigorire un titolo che nel 2020 aveva lasciato molti giocatori insoddisfatti. La nuova versione introduce alcune migliorie tecniche e il tanto richiesto cross-play, ma non riesce a risollevare le sorti di un gioco che, nonostante l'iconico personaggio, continua a mostrare limiti evidenti. Ecco la recensione di Predator: Hunting Grounds per PlayStation 5 e Xbox Series X|S.

Predator: Hunting Grounds, aggiornamenti tecnici e Cross-Play

Il principale miglioramento riguarda la fluidità e la qualità grafica. Ora il gioco gira a 60 fps stabili su PS5 e Xbox Series X|S, un notevole passo avanti rispetto alla versione originale, che soffriva di frequenti cali di framerate. I dettagli grafici sono stati migliorati, con texture che si caricano più velocemente e una riduzione dell'aliasing, rendendo l'esperienza visiva più godibile, soprattutto durante le fasi di caccia intensa.

Il cross-play amplia il bacino di giocatori, riducendo i lunghi tempi di attesa che caratterizzavano il matchmaking della versione originale. Tuttavia, il titolo soffre ancora di un sistema di matchmaking non sempre ottimale, con tempi di attesa talvolta lunghi, specialmente per chi vuole interpretare il Predator.

Il gameplay di Predator: Hunting Grounds

Il gameplay del gioco rimane invariato: quattro giocatori umani devono completare missioni in una mappa mentre un quinto giocatore interpreta il Predator, cacciando i membri della squadra umana. La tensione e l'adrenalina che derivano dal cercare di sfuggire al Predator sono coinvolgenti. L'introduzione del Predator ispirato al film Prey aggiunge qualche variazione grazie a nuove abilità come lo scudo energetico e le frecce potenziate.

Tuttavia, la ripetitività delle missioni assegnate alla squadra umana si fa sentire molto presto. Gli obiettivi sono perlopiù gli stessi — distruggere postazioni, raccogliere informazioni, proteggere zone — e la mancanza di varietà rende l'esperienza prevedibile dopo poche ore di gioco. Il Predator, pur rimanendo l'elemento più interessante, non è abbastanza potente da rappresentare una minaccia costante per il team, creando uno squilibrio che può trasformare la caccia in una banale battaglia a colpi di arma da fuoco.

Predator: Hunting Grounds, i difetti che persistono

Nonostante i miglioramenti, i problemi di intelligenza artificiale persistono, soprattutto con i nemici controllati dal computer. I soldati umani seguono pattern prevedibili, risultando più che altro una cornice per l'azione, senza rappresentare una vera sfida. Questo difetto, già criticato nella versione originale, è rimasto invariato e peggiora sensibilmente l’esperienza.

A livello di contenuti, il titolo offre poche novità. Sono presenti alcune nuove opzioni cosmetiche e il Predator di Prey, ma le mappe e le modalità restano pressoché identiche al passato. Molti degli elementi di personalizzazione sono a pagamento, il che potrebbe deludere chi sperava in un aggiornamento più generoso per un gioco già venduto in precedenza.

Recensione di Predator: Hunting Grounds per Ps5 e Xbox Series S|X: conclusione

Predator: Hunting Grounds su PS5 e Xbox Series X|S offre un'esperienza migliorata rispetto al passato, ma non abbastanza da renderla indimenticabile. Le migliorie tecniche e il cross-play sono passi avanti importanti, ma i difetti strutturali nel gameplay e l'assenza di contenuti extra significativi limitano il potenziale di questo titolo. Per i fan del franchise potrebbe essere un buon passatempo, specialmente se giocato in gruppo, ma chi cerca un'esperienza innovativa o appassionante potrebbe restare deluso. Chi ha già giocato il titolo potrebbe inoltre non trovare motivi sufficienti per acquistarlo nuovamente.