Prey (2006)
di
Alessandro Cossu
LA RESISTENZA E' INUTILE (O QUASI)
Il mistero che si cela dietro le "Abduction", vale a dire dietro i rapimenti da parte degli Extraterrestri, è al centro di una diatriba ultra decennale che divide in due gli Ufologi e gli Scettici, come ben pochi argomenti hanno saputo fare. Libri, film, documentari, scienziati più o meno attendibili hanno cercato di fare chiarezza su questo fenomeno che, a prescindere dalle proprie convinzioni, vanta un fascino intrinseco dal quale è difficile non rimanere ammaliati. Proprio da una sorta di aliena malia devono essere stati colpiti i programmatori di Prey i gloriosi membri della Human Head Studios, i quali hanno pensato bene di sfornare un titolo che ha, come base di partenza, proprio il rapimento di tre personaggi (tre nativi americani, per essere esatti), dei quali uno diverrà il nostro alter ego durante il gioco.
Per quanti non ne fossero a conoscenza, il nome Prey viaggia attraverso i canali videoludici da almeno dieci anni. Venne presentato per la prima volta nell'ormai lontano 1997, ma i mercati, così come i tempi, non erano ancora,probabilmente, maturi; infatti, un anno dopo, il progetto di Prey venne malamente abbandonato e tutte le persone coinvolte, dal Team Leader ai Distributori, si dedicarono ad altri progetti, facendo cadere il gioco in esame, in un triste dimenticatoio.
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Prey rivide la luce dodici mesi or sono e, fin dalle prime battute, si poteva già intuire che fosse destinato a divenire uno di quei giochi di cui si sarebbe continuato a parlare per molto tempo, come i vari Doom, Far Cry, Half Life e compagnia meravigliosa. Forse non tutte le promesse sono state mantenute: Prey è un classico FPS (First Person Shooter, sparatutto in prima persona), che porta poco o niente di nuovo ma, nonostante questo, è un titolo che ci ha convinto...e vi spieghiamo subito perché, partendo dalla trama forse poco più che un pretesto per giocare che si cela dietro al lavoro dei signori della 2K Games.
Dopo la relativamente lunga installazione e il check del sistema effettuato dal gioco per configurare al meglio la nostra esperienza con Prey (forse questa auto-diagnosi risulterà un po' troppo severa : vi consigliamo di settare manualmente i vostri parametri favoriti, in relazione all'hardware disponibile), ci troveremo catapultati nel gioco, di fronte al grugno del protagonista Tommy. Della trama si è disquisito a lungo anche nella succosa anteprima offertavi da Gamesurf, che vi invitiamo a leggere o a rileggere - qualora vi fosse sfuggita. In ogni caso, nell'apposito box, troverete una disamina dei primi cinque minuti di Prey, con annessa descrizione della trama di base.
Pur essendo uno sparatutto classico, inteso come gioco dove arrivare dal punto "A" al punto "B", sparando praticamente a tutto ciò che si muove, Prey ha dalla sua un discreto numero di chicche che lo elevano rispetto alla maggioranza dei titoli appartenenti allo stesso filone.
In primo luogo, durante le nostre scorribande a bordo dell'astronave Aliena (immensa, a dire il vero), ci imbatteremo spesso in una sorta di "portali di teletrasporto", i quali ci condurranno da una parte all'altra dell'astronave in un batter d'occhio. Particolarmente scenografiche, queste specie di porte dimensionali non solo ci faranno spostare, ma cambieranno anche l'assetto del gioco, facendoci camminare su un pavimento che, magari fino a pochi istanti prima, era il nostro soffitto e viceversa. Anche i nostri avversari godranno di queste peculiarità: non sarà infatti infrequente, combattere contro nemici che camminano allegramente sul soffitto o su un muro. Inoltre, l'intera astronave è costellata di apparecchiature di movimento simili alle scale mobili, ma con un effetto antigravità davvero sorprendente: infatti, queste scale (o Camminamenti a Muro, come vengono chiamati nel gioco), ignorano totalmente ogni legge fisica, rovesciando gli ambienti, camminando di traverso o girando su se stesse, portandoci a vedere le varie location sotto diverse prospettive. L'effetto è divertentissimo e spesso proprio la giusta interpretazione di come prendere una di queste scale magnetiche, ci farà superare un livello. Come se non bastasse tutto questo, ci imbatteremo con una certa frequenza in alcuni "pozzi gravitometrici artificiali" (termine preso in prestito da Star Trek, ma non sapevo come chiamarli, nd AleNet) i quali, in caso di attivazione(con un colpo delle nostre armi), rovesciano istantaneamente tutto l'ambiente dove ci troviamo, facendoci cambiare totalmente la strategia che avevamo in mente. Annoiarsi quindi, nonostante la linearità generale dei livelli, è impresa davvero difficile.
Certamente, non ci faranno annoiare i mostri : Alieni più o meno schifosi, a due, quattro o più zampe che, disponendo di una Intelligenza Artificiale assolutamente inadatta, faranno a gara per chi si farà massacrare prima dai nostri colpi. Il discorso cambia se giocheremo al massimo livello di difficoltà (come da tradizione Id Software il massimo livello di difficoltà si sbloccherà al termine della nostra avventura con Prey), quando i tempi di reazione degli alieni saranno estremamente bassi e li vedremo nascondersi, coprirsi a vicenda e cercare di stanarci con l'uso di piccoli alieni-bomba simili a granchiacci verdi. A prosito di armi, è da segnalare la poca varietà della nostro approvigionamento offensivo sia nel numero delle armi, sette in tutto (ognuna con un attacco alternativo) a cui si deve unire l'aggravante dello scarso appeal delle stesse. Eccezion fatta per il già citato pappagallo, tutte le armi di cui disporremo saranno di natura aliena: da una sorta di fucile a particelle, passando per lo snipershot, fucili ad acido e le "alienogranate"(!), non resteremo mai, salvo rare occasioni, a corto di munizioni, il che è un bene, visto il numero di alieni che infesta l'astronave.
Tommy, da bravo indiano Cherokee, ha un'altra peculiarità : grazie alla guida del nonno, è padrone del regno degli spiriti. Infatti, molto presto nel gioco, acquisiremo la capacità di abbandonare in certa misura il nostro corpo e procedere sotto forma di spirito, per attraversare porte che non possono essere valicate e per raggiungere luoghi che, in forma mortale, non potremmo neanche avvicinare. Anche quando saremo feriti a morte, visiteremo nostro malgrado il regno degli spiriti : qui, armati del nostro fedele arco, dovremo colpire, in un breve lasso di tempo, le Furie, mostri volanti rossi e blu, che ricaricheranno il nostro corpo (la salute) e la nostra anima (energia spirituale); fatto ciò, torneremo nell'esatto punto dove siamo stati abbattuti, con le ferite sanate e l'anima vendicativa. Questo aspetto, comunque interessante, è il punto di maggior forza e di maggior debolezza di Prey : se è vero che passare al regno spirituale è tanto spettacolare quanto divertente, è altrettanto vero che questa opzione rende di fatto quasi impossibile "morire", portando magari il giocatore a sottovalutare le sfide che gli si pareranno davanti.
Sul fronte prettamente estetico, Prey, che utilizza lo stesso motore di Doom 3 & Quake 4, è una gioia per gli occhi, a patto di avere una macchina "robusta" dove poter attivare tutti gli effetti visivi disponibili. Pur essendo, in qualche misura, la fiera del già visto (gli scenari, fin dalle prime battute, ricordano le opere di Carmack con qualcosa in più di un semplice omaggio), tutto quello che c'e' è fatto dannatamente bene.
Le locazioni, quasi sempre interne, sono curate e credibili e sprizzano sangue (sia esso verde o rosso) e violenza da ogni pixel. In esterna, Prey da il meglio di se, con alcune sequenze, come l'abduction di un intero aereo di linea teletrasportato sull'astronave davanti ai nostri occhi, di grandissimo impatto, e degne delle migliori produzioni cinematografiche di fantascienza. Anche le texture, curate in modo a dir poco maniacale, sono state create in modo da far immedesimare quanto più possibile il giocatore in una realtà è proprio il caso di dirlo Aliena.
Qualora ci si possa beare anche dell'utilizzo dell'HDR e dei filtri Antialiasing, allora le nostre retine non potranno che rimanere soddisfatte dall'impatto visivo di Prey.
Sul sonoro, il discorso generale non cambia, non troppo almeno. Il titolo, almeno allo stato attuale, sarà proposto ai giocatori localizzato in Italiano per tutto ciò che riguarda i sottotitoli e i menù di gioco. Il parlato rimarrà in Inglese, sia per le battutacce di Tommy, sia per quanto riguarda gli Alieni. Si, perché in Prey saremo in grado di capire anche il linguaggio degli extraterrestri, almeno fino a quando ci sarà il nostro Falco-Guida, a proteggerci ed a indicarci la via. Il sonoro, inteso come sound fx, non è proprio esaltante (il medesimo "difetto" di Doom 3: coincidenza?), mentre sono ottime le musiche. A tal proposito, si segnala la sporadica presenza di alcuni Juke-Box dai quali selezionare brani di artisti famosi, come i Judas Priest (!). Tutto questo senza dimenticare il multiplayer, disponibile in LAN o sulla grande rete, nelle classiche modalità, quali ad esempio DeathMatch & Team DeathMatch.
Prima di farci rapire dal commento finale, è bene precisare che, data la natura piuttosto violenta e "granguignolesca" del titolo, la sua fruizione è sconsigliata al pubblico più giovane.
Il mistero che si cela dietro le "Abduction", vale a dire dietro i rapimenti da parte degli Extraterrestri, è al centro di una diatriba ultra decennale che divide in due gli Ufologi e gli Scettici, come ben pochi argomenti hanno saputo fare. Libri, film, documentari, scienziati più o meno attendibili hanno cercato di fare chiarezza su questo fenomeno che, a prescindere dalle proprie convinzioni, vanta un fascino intrinseco dal quale è difficile non rimanere ammaliati. Proprio da una sorta di aliena malia devono essere stati colpiti i programmatori di Prey i gloriosi membri della Human Head Studios, i quali hanno pensato bene di sfornare un titolo che ha, come base di partenza, proprio il rapimento di tre personaggi (tre nativi americani, per essere esatti), dei quali uno diverrà il nostro alter ego durante il gioco.
Per quanti non ne fossero a conoscenza, il nome Prey viaggia attraverso i canali videoludici da almeno dieci anni. Venne presentato per la prima volta nell'ormai lontano 1997, ma i mercati, così come i tempi, non erano ancora,probabilmente, maturi; infatti, un anno dopo, il progetto di Prey venne malamente abbandonato e tutte le persone coinvolte, dal Team Leader ai Distributori, si dedicarono ad altri progetti, facendo cadere il gioco in esame, in un triste dimenticatoio.
table1
Prey rivide la luce dodici mesi or sono e, fin dalle prime battute, si poteva già intuire che fosse destinato a divenire uno di quei giochi di cui si sarebbe continuato a parlare per molto tempo, come i vari Doom, Far Cry, Half Life e compagnia meravigliosa. Forse non tutte le promesse sono state mantenute: Prey è un classico FPS (First Person Shooter, sparatutto in prima persona), che porta poco o niente di nuovo ma, nonostante questo, è un titolo che ci ha convinto...e vi spieghiamo subito perché, partendo dalla trama forse poco più che un pretesto per giocare che si cela dietro al lavoro dei signori della 2K Games.
Dopo la relativamente lunga installazione e il check del sistema effettuato dal gioco per configurare al meglio la nostra esperienza con Prey (forse questa auto-diagnosi risulterà un po' troppo severa : vi consigliamo di settare manualmente i vostri parametri favoriti, in relazione all'hardware disponibile), ci troveremo catapultati nel gioco, di fronte al grugno del protagonista Tommy. Della trama si è disquisito a lungo anche nella succosa anteprima offertavi da Gamesurf, che vi invitiamo a leggere o a rileggere - qualora vi fosse sfuggita. In ogni caso, nell'apposito box, troverete una disamina dei primi cinque minuti di Prey, con annessa descrizione della trama di base.
Pur essendo uno sparatutto classico, inteso come gioco dove arrivare dal punto "A" al punto "B", sparando praticamente a tutto ciò che si muove, Prey ha dalla sua un discreto numero di chicche che lo elevano rispetto alla maggioranza dei titoli appartenenti allo stesso filone.
In primo luogo, durante le nostre scorribande a bordo dell'astronave Aliena (immensa, a dire il vero), ci imbatteremo spesso in una sorta di "portali di teletrasporto", i quali ci condurranno da una parte all'altra dell'astronave in un batter d'occhio. Particolarmente scenografiche, queste specie di porte dimensionali non solo ci faranno spostare, ma cambieranno anche l'assetto del gioco, facendoci camminare su un pavimento che, magari fino a pochi istanti prima, era il nostro soffitto e viceversa. Anche i nostri avversari godranno di queste peculiarità: non sarà infatti infrequente, combattere contro nemici che camminano allegramente sul soffitto o su un muro. Inoltre, l'intera astronave è costellata di apparecchiature di movimento simili alle scale mobili, ma con un effetto antigravità davvero sorprendente: infatti, queste scale (o Camminamenti a Muro, come vengono chiamati nel gioco), ignorano totalmente ogni legge fisica, rovesciando gli ambienti, camminando di traverso o girando su se stesse, portandoci a vedere le varie location sotto diverse prospettive. L'effetto è divertentissimo e spesso proprio la giusta interpretazione di come prendere una di queste scale magnetiche, ci farà superare un livello. Come se non bastasse tutto questo, ci imbatteremo con una certa frequenza in alcuni "pozzi gravitometrici artificiali" (termine preso in prestito da Star Trek, ma non sapevo come chiamarli, nd AleNet) i quali, in caso di attivazione(con un colpo delle nostre armi), rovesciano istantaneamente tutto l'ambiente dove ci troviamo, facendoci cambiare totalmente la strategia che avevamo in mente. Annoiarsi quindi, nonostante la linearità generale dei livelli, è impresa davvero difficile.
Certamente, non ci faranno annoiare i mostri : Alieni più o meno schifosi, a due, quattro o più zampe che, disponendo di una Intelligenza Artificiale assolutamente inadatta, faranno a gara per chi si farà massacrare prima dai nostri colpi. Il discorso cambia se giocheremo al massimo livello di difficoltà (come da tradizione Id Software il massimo livello di difficoltà si sbloccherà al termine della nostra avventura con Prey), quando i tempi di reazione degli alieni saranno estremamente bassi e li vedremo nascondersi, coprirsi a vicenda e cercare di stanarci con l'uso di piccoli alieni-bomba simili a granchiacci verdi. A prosito di armi, è da segnalare la poca varietà della nostro approvigionamento offensivo sia nel numero delle armi, sette in tutto (ognuna con un attacco alternativo) a cui si deve unire l'aggravante dello scarso appeal delle stesse. Eccezion fatta per il già citato pappagallo, tutte le armi di cui disporremo saranno di natura aliena: da una sorta di fucile a particelle, passando per lo snipershot, fucili ad acido e le "alienogranate"(!), non resteremo mai, salvo rare occasioni, a corto di munizioni, il che è un bene, visto il numero di alieni che infesta l'astronave.
Tommy, da bravo indiano Cherokee, ha un'altra peculiarità : grazie alla guida del nonno, è padrone del regno degli spiriti. Infatti, molto presto nel gioco, acquisiremo la capacità di abbandonare in certa misura il nostro corpo e procedere sotto forma di spirito, per attraversare porte che non possono essere valicate e per raggiungere luoghi che, in forma mortale, non potremmo neanche avvicinare. Anche quando saremo feriti a morte, visiteremo nostro malgrado il regno degli spiriti : qui, armati del nostro fedele arco, dovremo colpire, in un breve lasso di tempo, le Furie, mostri volanti rossi e blu, che ricaricheranno il nostro corpo (la salute) e la nostra anima (energia spirituale); fatto ciò, torneremo nell'esatto punto dove siamo stati abbattuti, con le ferite sanate e l'anima vendicativa. Questo aspetto, comunque interessante, è il punto di maggior forza e di maggior debolezza di Prey : se è vero che passare al regno spirituale è tanto spettacolare quanto divertente, è altrettanto vero che questa opzione rende di fatto quasi impossibile "morire", portando magari il giocatore a sottovalutare le sfide che gli si pareranno davanti.
Sul fronte prettamente estetico, Prey, che utilizza lo stesso motore di Doom 3 & Quake 4, è una gioia per gli occhi, a patto di avere una macchina "robusta" dove poter attivare tutti gli effetti visivi disponibili. Pur essendo, in qualche misura, la fiera del già visto (gli scenari, fin dalle prime battute, ricordano le opere di Carmack con qualcosa in più di un semplice omaggio), tutto quello che c'e' è fatto dannatamente bene.
Le locazioni, quasi sempre interne, sono curate e credibili e sprizzano sangue (sia esso verde o rosso) e violenza da ogni pixel. In esterna, Prey da il meglio di se, con alcune sequenze, come l'abduction di un intero aereo di linea teletrasportato sull'astronave davanti ai nostri occhi, di grandissimo impatto, e degne delle migliori produzioni cinematografiche di fantascienza. Anche le texture, curate in modo a dir poco maniacale, sono state create in modo da far immedesimare quanto più possibile il giocatore in una realtà è proprio il caso di dirlo Aliena.
Qualora ci si possa beare anche dell'utilizzo dell'HDR e dei filtri Antialiasing, allora le nostre retine non potranno che rimanere soddisfatte dall'impatto visivo di Prey.
Sul sonoro, il discorso generale non cambia, non troppo almeno. Il titolo, almeno allo stato attuale, sarà proposto ai giocatori localizzato in Italiano per tutto ciò che riguarda i sottotitoli e i menù di gioco. Il parlato rimarrà in Inglese, sia per le battutacce di Tommy, sia per quanto riguarda gli Alieni. Si, perché in Prey saremo in grado di capire anche il linguaggio degli extraterrestri, almeno fino a quando ci sarà il nostro Falco-Guida, a proteggerci ed a indicarci la via. Il sonoro, inteso come sound fx, non è proprio esaltante (il medesimo "difetto" di Doom 3: coincidenza?), mentre sono ottime le musiche. A tal proposito, si segnala la sporadica presenza di alcuni Juke-Box dai quali selezionare brani di artisti famosi, come i Judas Priest (!). Tutto questo senza dimenticare il multiplayer, disponibile in LAN o sulla grande rete, nelle classiche modalità, quali ad esempio DeathMatch & Team DeathMatch.
Prima di farci rapire dal commento finale, è bene precisare che, data la natura piuttosto violenta e "granguignolesca" del titolo, la sua fruizione è sconsigliata al pubblico più giovane.
Prey (2006)
8
Voto
Redazione
Prey (2006)
E'il sogno di ogni amante dell'Ufologia, indagare su un rapimento alieno. Giocando a Prey, saremo i protagonisti di tale evento, senza tutte le scomode e ingombranti conseguenze del caso. Visivamente d'impatto, coinvolgente, mai banale. Prey è davvero un titolo che merita di essere giocato fino in fondo e, pur non portando invero nessuna novità, è e resta un titolo divertente, dalle molte potenzialità. Consigliato.