Prince of Persia 3D
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Chiaramente tutto questo scintillare ha un prezzo dal nome noto quanto odiato: hardware. Se non avete almeno un P300 con una buona scheda grafica 3D preparatevi ad assistere ad un impietoso slideshow che rovina completamente il feeling di gioco. I possessori di macchine dell'ultima generazione comunque non dovrebbero essere messi in crisi eccessivamente (se é questo che cercate nei videogiochi, la depressione, compratevi a colpo sicuro Ultima 9). Il sonoro é anch'esso ai massimi livelli, con un ottimo supporto delle funzioni tridimensionali e con delle musiche di sottofondo clamorosamente azzeccate ed evocative. Occhio a non farvi coinvolgere troppo o vi ritroverete a ballare la danza del ventre di fronte ai vostri famigliari sbigottiti o inebriati, a seconda dei casi
Finora abbiamo parlato dell'estetica, ma veniamo finalmente a parlare del gioco vero e proprio. Molte riviste d'oltreoceano si sono scagliate contro Prince of Persia 3D prima ancora che uscisse in Italia e leggendo quelle critiche avevo preso in mano il gioco con una rassegnata diffidenza. Temevo già di vedere un Principe senz'anima, magari dotato di un seno prosperoso, per rubare pubblico a Tomb Rider 4 invece mi sbagliavo
Il gioco c'é e soprattutto ha una caratterizzazione talmente elevata da far dimenticare alla lunga quella lista di difetti che si porta dietro. Ma andiamo con ordine
Il primo impatto con l'interfaccia é dei peggiori: il principe non si muove per i livelli analogicamente (tipo Mario o Zelda 64), ma utilizza un sistema simile a quello ben noto di Tomb Raider
Sono rimasti però tutti quei tasti speciali che tanto avevano fatto scuola nel primo episodio della saga, così potremo camminare cautamente, saltare e rimanere appesi alle pareti, ed anche camminare gattoni. In realtà la lista dei movimenti concessi é molto lunga e la scoprirete solo giocando a lungo. Il metodo di combattimento, una volta trovata la spada é quasi entusiasmante ed i duelli contro i nemici (sempre bellissimi ed orientaleggianti) sembrano delle sfide ad un picchiaduro: potrete muovere la spada e più avanti anche le altre armi contundenti (tipo le bellissime lame "alla Klingon") in tutte le direzioni ed, ovviamente, parare. Le sfide così sembrano molto simili a quelle abbastanza particolari del primo episodio se non fosse che l'intelligenza artificiale dei nemici é veramente ai minimi storici ed imparerete in fretta ad utilizzare tutti i loro bug per farli a polpette in maniera fin troppo facile (o ad essere affettati con stile dagli avversari degli ultimi livelli, fin troppo veloci). La prima patch, già disponibile, risolve alcuni di questi problemi, ma non tutti purtroppo. L'aggiunta di un arco all'arsenale del principe permette anche di espandere le sue tecniche d'attacco, e la cosa ovviamente non può che farci piacere. Perseverando si può riuscire a prendere confidenza con l'interfaccia di gioco, ma non si arriverà mai ad amarla per una serie di leggere imperfezioni che impacciano un po' il movimento del personaggio nei passaggi più delicati. In ogni caso consiglio calorosamente a tutti di utilizzare un joypad digitale con almeno sei tasti, al posto della tastiera per avere un feeling più immediato. La storia del gioco andando avanti appare sempre più un pretesto per farci avanzare nei livelli e coinvolge pochissimo il giocatore una scena animata ogni 2 ore di gioco circa non tiene molto alta la tensione, ed in questo senso si sarebbe potuto fare molto di più
Finora abbiamo parlato dell'estetica, ma veniamo finalmente a parlare del gioco vero e proprio. Molte riviste d'oltreoceano si sono scagliate contro Prince of Persia 3D prima ancora che uscisse in Italia e leggendo quelle critiche avevo preso in mano il gioco con una rassegnata diffidenza. Temevo già di vedere un Principe senz'anima, magari dotato di un seno prosperoso, per rubare pubblico a Tomb Rider 4 invece mi sbagliavo
Il gioco c'é e soprattutto ha una caratterizzazione talmente elevata da far dimenticare alla lunga quella lista di difetti che si porta dietro. Ma andiamo con ordine
Il primo impatto con l'interfaccia é dei peggiori: il principe non si muove per i livelli analogicamente (tipo Mario o Zelda 64), ma utilizza un sistema simile a quello ben noto di Tomb Raider
Sono rimasti però tutti quei tasti speciali che tanto avevano fatto scuola nel primo episodio della saga, così potremo camminare cautamente, saltare e rimanere appesi alle pareti, ed anche camminare gattoni. In realtà la lista dei movimenti concessi é molto lunga e la scoprirete solo giocando a lungo. Il metodo di combattimento, una volta trovata la spada é quasi entusiasmante ed i duelli contro i nemici (sempre bellissimi ed orientaleggianti) sembrano delle sfide ad un picchiaduro: potrete muovere la spada e più avanti anche le altre armi contundenti (tipo le bellissime lame "alla Klingon") in tutte le direzioni ed, ovviamente, parare. Le sfide così sembrano molto simili a quelle abbastanza particolari del primo episodio se non fosse che l'intelligenza artificiale dei nemici é veramente ai minimi storici ed imparerete in fretta ad utilizzare tutti i loro bug per farli a polpette in maniera fin troppo facile (o ad essere affettati con stile dagli avversari degli ultimi livelli, fin troppo veloci). La prima patch, già disponibile, risolve alcuni di questi problemi, ma non tutti purtroppo. L'aggiunta di un arco all'arsenale del principe permette anche di espandere le sue tecniche d'attacco, e la cosa ovviamente non può che farci piacere. Perseverando si può riuscire a prendere confidenza con l'interfaccia di gioco, ma non si arriverà mai ad amarla per una serie di leggere imperfezioni che impacciano un po' il movimento del personaggio nei passaggi più delicati. In ogni caso consiglio calorosamente a tutti di utilizzare un joypad digitale con almeno sei tasti, al posto della tastiera per avere un feeling più immediato. La storia del gioco andando avanti appare sempre più un pretesto per farci avanzare nei livelli e coinvolge pochissimo il giocatore una scena animata ogni 2 ore di gioco circa non tiene molto alta la tensione, ed in questo senso si sarebbe potuto fare molto di più