Prince of Persia
di
Da qualche parte nel Deserto, nel bel mezzo di una tempesta di sabbia, un viaggiatore cerca di ritrovare la sua asina fuggita e recante in groppa (a sentir lui) tanto oro da poter avere vino, donne e tappeti “alti così”. É così che si ritrova improvvisamente tra le braccia una ragazza, anch'essa fuggitiva: si tratta di Elika, la principessa della regione e sacerdotessa del Dio della luce Ormazd, il cui padre pare impazzito ed é intenzionato a liberare il Dio oscuro Ahriman dalla sua prigione millenaria. Il povero viaggiatore si troverà così coinvolto nella salvezza dell'intera regione in compagnia di una ragazza carina, atletica e dal carattere piuttosto pepato.
La saga di Prince of Persia ha bisogno di poche presentazioni: quasi tutti sanno infatti che il vecchio platform per PC ha dato origine ad una serie piuttosto apprezzata nell'ultima generazione di macchine da gioco. Con questo nuovo episodio Ubisoft tende a dare per così dire un colpo di spugna sul passato, tant'é vero che il persino il titolo riparte “da 0”, e per dirla tutta il protagonista non é neppure un principe (o, se lo é, lo nasconde molto bene): la vera principessa é la co-protagonista Elika dai magici poteri.
Di base il gioco é strutturato come un platform-3D molto dinamico: il Principe (continueremo per abitudine a chiamarlo così) può correre, saltare, aggrapparsi a sporgenze, arrampicarsi su edere o fessure dei muri, scivolare lungo le pareti frenando la caduta col suo guanto d'arme, oscillare su sbarre orizzontali, addirittura percorrere brevi tratti sul soffitto, magari passando da un appiglio all'altro. Per svolgere tutte queste azioni avrete essenzialmente bisogno di pochissimi controlli: l'analogico sinistro per la corsa, un tasto per il salto, uno per lasciarsi scivolare, uno per afferrarsi e darsi la spinta sugli anelli metallici.
Un ulteriore tasto chiamerà in causa i poteri magici di Elika, che normalmente ci seguirà a breve distanza: da fermi questo comando ci indicherà la strada per raggiungere la destinazione selezionata, e l'utilizzo più immediato in movimento sarà quello di darci una “spinta” a mezz'aria in modo da prolungare un salto. Progredendo nell'avventura, però, si attiveranno le varie “piastre” tramite cui effettuare particolari evoluzioni, come brevi tratti in volo o corse rocambolesche a testa in giù. In caso di errore nell'esecuzione dei vari salti, inoltre, Elika afferrerà automaticamente al volo il Principe salvandolo da morte per sfracellamento - non c'é limite a questa abilità, e pertanto non esisterà un effettivo “Game Over”, ma per ottenere determinati trofei sarà bene non eccederne.
In determinati posti, solitamente nei tratti di strada tra una locazione e l'altra, troverete ad attendervi dei nemici, sempre uno alla volta: quando si attiverà il combattimento, il set dei controlli cambierà, assegnando a ciascuno dei tasti frontali una forma d'attacco differente (attacco con spada, balzo acrobatico, presa col guanto d'arme o attacco magico di Elika). Rimane palese che dall'esatta sequenza di questi tasti si origineranno le molteplici e spettacolari combo del gioco, ma ancora più importante é il padroneggiare il tasto laterale della parata, visto che il momento migliore per attaccare é sempre quello successivo ad una “parata ad impatto”.
Superata la breve introduzione-tutorial, avremo accesso alla mappa del mondo, in cui saranno visibili le varie locazioni esplorabili: alcune saranno immediatamente raggiungibili, altre temporaneamente inaccessibili. Al termine di ogni area troveremo ad attenderci un boss (il Cacciatore, l'Alchimista, la Concubina, il Guerriero), ed una volta sconfittolo Elika potrà “risanare” la terra corrotta, facendo così comparire dei bonus denominati Semi di Luce. Raccogliendo questi ultimi in quantità sufficiente sarà possibile sbloccare i poteri magici relativi alle succitate piastre, rendendo così accessibili le altre locazioni: l'ordine con cui prendere i poteri é lasciato alla vostra scelta, e pertanto anche l'ordine con cui affrontare le varie locazioni.
Il motore grafico utilizzato é il medesimo dell'acclamato Assassin's Creed (titolo che é stato più volte erroneamente affiancato a PoP più per motivi stilistici che non per vere similitudini di gameplaying) con in più l'implementazione dell'illuminazione Cell Shading: il risultato é molto convincente, giacché é stato possibile realizzare ambienti molto ampi con tempi di caricamento nulli (solo quando vi tele-trasportate da una locazione all'altra il gioco si ferma a caricare) e dare al tutto un aspetto molto congeniale all'atmosfera da mille e una notte. Particolare cura é stata posta nei dettagli delle textures, per quanto non fosse necessario lo stesso dettaglio delle dinamiche di AC: dopotutto il Principe segue delle pattern di movimento molto più “standardizzate” di quelle di Altair.
Encomiabile anche il lato del sonoro, non tanto per le bellissime musiche medio-orientaleggianti che fanno da contorno alla vicenda tanto nei momenti di calma e di esplorazione quanto nelle azioni più concitate, e neppure per gli ottimi effetti sonori. No, quello che veramente convince in PoP é (udite udite) il doppiaggio! Il Principe ed Elika hanno entrambi una parlantina sciolta e fluente: hanno sempre qualcosa da dirsi sia nelle azioni più frenetiche, come serie di salti o combattimenti, sia soprattutto quando ci fermiamo e premiamo l'apposito tasto. É veramente un piacere soffermarsi anche alcuni minuti a sentire i loro racconti, o ad assistere ai loro scherzi, senza contare le immancabili battute della verve del Principe (una su tutte: “Un venditore di ponti farebbe la sua fortuna qui!”).
Padroneggiare il sistema di controllo di base é piuttosto semplice, complice il fatto che la maggior parte delle evoluzioni sono effettuate con l'ausilio del solo tasto del salto. Man mano che si prosegue e si sbloccano locazioni le cose si fanno via via più intense - leggasi che dovrete eseguire più salti ed evoluzioni prima di poter riprendere fiato coi piedi per terra, ma la struttura stessa delle locazioni é tale che una volta giunti allo scontro finale con un boss (il sesto, vedi oltre), in effetti non troverete con gli altri delle sequenze di salti particolarmente più complesse.
Per rendere le cose più interessanti man mano che si prosegue, compariranno degli ostacoli che ci infastidiranno: tra essi macchie mobili di corruzione, tentacoli neri, gas velenoso o insetti fastidiosi. Anche i nemici si faranno via via più insidiosi, visto che acquisiranno l'abilità di rendersi temporaneamente invulnerabili a tutti gli attacchi tranne uno specifico. Questi incrementi di difficoltà sono invero necessari, anche perché altrimenti il gioco sarebbe scomponibile in quattro capitoli praticamente identici tra loro, perlomeno come grado di sfida.
Il punto debole di PoP é in effetti la ripetitività: una volta visti i vari tipi di salti ed evoluzioni non resta altro da fare che non ripeterli ancora e ancora, ed anche i poteri delle piastre si riassumono alla fin fine in due tipi. Persino i nemici sono tutti piuttosto simili, compresi i boss, ciascuno dei quali dev'essere inoltre affrontato ben sei volte: con l'unica eccezione forse del Guerriero, si riducono infatti nel dover parare i loro attacchi col giusto tempismo e poi scaricargli contro la combo più lunga che vi viene in mente, cercando di variare per evitare che la “imparino”. Il fatto che si combatta sempre e comunque contro un unico avversario alla volta non aiuta, gli enigmi sono abbastanza pochi (anche se non per forza banali) ed anche nelle sequenze di salti ed evoluzioni ci sono pochissime digressioni dal “percorso fisso dal punto A al punto B” - in un moto di autocritica, lo stesso Principe arriva a dire “Corri, Salta, Muori, ripetere”.
Ma dopotutto il gioco é un grande, massiccio e in sostanza ben realizzato Platform 3D con contorno di combattimenti e farcitura di hotkeys: cercare in esso la profondità di un Assassin's Creed, l'azione di un Devil May Cry o la complessità di un Tomb Raider é decisamente fuori luogo. PoP va vissuto come un'avventura veloce, frenetica e - diciamolo apertamente - divertente, per una dozzina e più (difficilmente meno) di ore di relax in compagnia di un vecchio e nuovo amico e della sua compagna.
La saga di Prince of Persia ha bisogno di poche presentazioni: quasi tutti sanno infatti che il vecchio platform per PC ha dato origine ad una serie piuttosto apprezzata nell'ultima generazione di macchine da gioco. Con questo nuovo episodio Ubisoft tende a dare per così dire un colpo di spugna sul passato, tant'é vero che il persino il titolo riparte “da 0”, e per dirla tutta il protagonista non é neppure un principe (o, se lo é, lo nasconde molto bene): la vera principessa é la co-protagonista Elika dai magici poteri.
Di base il gioco é strutturato come un platform-3D molto dinamico: il Principe (continueremo per abitudine a chiamarlo così) può correre, saltare, aggrapparsi a sporgenze, arrampicarsi su edere o fessure dei muri, scivolare lungo le pareti frenando la caduta col suo guanto d'arme, oscillare su sbarre orizzontali, addirittura percorrere brevi tratti sul soffitto, magari passando da un appiglio all'altro. Per svolgere tutte queste azioni avrete essenzialmente bisogno di pochissimi controlli: l'analogico sinistro per la corsa, un tasto per il salto, uno per lasciarsi scivolare, uno per afferrarsi e darsi la spinta sugli anelli metallici.
Un ulteriore tasto chiamerà in causa i poteri magici di Elika, che normalmente ci seguirà a breve distanza: da fermi questo comando ci indicherà la strada per raggiungere la destinazione selezionata, e l'utilizzo più immediato in movimento sarà quello di darci una “spinta” a mezz'aria in modo da prolungare un salto. Progredendo nell'avventura, però, si attiveranno le varie “piastre” tramite cui effettuare particolari evoluzioni, come brevi tratti in volo o corse rocambolesche a testa in giù. In caso di errore nell'esecuzione dei vari salti, inoltre, Elika afferrerà automaticamente al volo il Principe salvandolo da morte per sfracellamento - non c'é limite a questa abilità, e pertanto non esisterà un effettivo “Game Over”, ma per ottenere determinati trofei sarà bene non eccederne.
In determinati posti, solitamente nei tratti di strada tra una locazione e l'altra, troverete ad attendervi dei nemici, sempre uno alla volta: quando si attiverà il combattimento, il set dei controlli cambierà, assegnando a ciascuno dei tasti frontali una forma d'attacco differente (attacco con spada, balzo acrobatico, presa col guanto d'arme o attacco magico di Elika). Rimane palese che dall'esatta sequenza di questi tasti si origineranno le molteplici e spettacolari combo del gioco, ma ancora più importante é il padroneggiare il tasto laterale della parata, visto che il momento migliore per attaccare é sempre quello successivo ad una “parata ad impatto”.
Superata la breve introduzione-tutorial, avremo accesso alla mappa del mondo, in cui saranno visibili le varie locazioni esplorabili: alcune saranno immediatamente raggiungibili, altre temporaneamente inaccessibili. Al termine di ogni area troveremo ad attenderci un boss (il Cacciatore, l'Alchimista, la Concubina, il Guerriero), ed una volta sconfittolo Elika potrà “risanare” la terra corrotta, facendo così comparire dei bonus denominati Semi di Luce. Raccogliendo questi ultimi in quantità sufficiente sarà possibile sbloccare i poteri magici relativi alle succitate piastre, rendendo così accessibili le altre locazioni: l'ordine con cui prendere i poteri é lasciato alla vostra scelta, e pertanto anche l'ordine con cui affrontare le varie locazioni.
Il motore grafico utilizzato é il medesimo dell'acclamato Assassin's Creed (titolo che é stato più volte erroneamente affiancato a PoP più per motivi stilistici che non per vere similitudini di gameplaying) con in più l'implementazione dell'illuminazione Cell Shading: il risultato é molto convincente, giacché é stato possibile realizzare ambienti molto ampi con tempi di caricamento nulli (solo quando vi tele-trasportate da una locazione all'altra il gioco si ferma a caricare) e dare al tutto un aspetto molto congeniale all'atmosfera da mille e una notte. Particolare cura é stata posta nei dettagli delle textures, per quanto non fosse necessario lo stesso dettaglio delle dinamiche di AC: dopotutto il Principe segue delle pattern di movimento molto più “standardizzate” di quelle di Altair.
Encomiabile anche il lato del sonoro, non tanto per le bellissime musiche medio-orientaleggianti che fanno da contorno alla vicenda tanto nei momenti di calma e di esplorazione quanto nelle azioni più concitate, e neppure per gli ottimi effetti sonori. No, quello che veramente convince in PoP é (udite udite) il doppiaggio! Il Principe ed Elika hanno entrambi una parlantina sciolta e fluente: hanno sempre qualcosa da dirsi sia nelle azioni più frenetiche, come serie di salti o combattimenti, sia soprattutto quando ci fermiamo e premiamo l'apposito tasto. É veramente un piacere soffermarsi anche alcuni minuti a sentire i loro racconti, o ad assistere ai loro scherzi, senza contare le immancabili battute della verve del Principe (una su tutte: “Un venditore di ponti farebbe la sua fortuna qui!”).
Padroneggiare il sistema di controllo di base é piuttosto semplice, complice il fatto che la maggior parte delle evoluzioni sono effettuate con l'ausilio del solo tasto del salto. Man mano che si prosegue e si sbloccano locazioni le cose si fanno via via più intense - leggasi che dovrete eseguire più salti ed evoluzioni prima di poter riprendere fiato coi piedi per terra, ma la struttura stessa delle locazioni é tale che una volta giunti allo scontro finale con un boss (il sesto, vedi oltre), in effetti non troverete con gli altri delle sequenze di salti particolarmente più complesse.
Per rendere le cose più interessanti man mano che si prosegue, compariranno degli ostacoli che ci infastidiranno: tra essi macchie mobili di corruzione, tentacoli neri, gas velenoso o insetti fastidiosi. Anche i nemici si faranno via via più insidiosi, visto che acquisiranno l'abilità di rendersi temporaneamente invulnerabili a tutti gli attacchi tranne uno specifico. Questi incrementi di difficoltà sono invero necessari, anche perché altrimenti il gioco sarebbe scomponibile in quattro capitoli praticamente identici tra loro, perlomeno come grado di sfida.
Il punto debole di PoP é in effetti la ripetitività: una volta visti i vari tipi di salti ed evoluzioni non resta altro da fare che non ripeterli ancora e ancora, ed anche i poteri delle piastre si riassumono alla fin fine in due tipi. Persino i nemici sono tutti piuttosto simili, compresi i boss, ciascuno dei quali dev'essere inoltre affrontato ben sei volte: con l'unica eccezione forse del Guerriero, si riducono infatti nel dover parare i loro attacchi col giusto tempismo e poi scaricargli contro la combo più lunga che vi viene in mente, cercando di variare per evitare che la “imparino”. Il fatto che si combatta sempre e comunque contro un unico avversario alla volta non aiuta, gli enigmi sono abbastanza pochi (anche se non per forza banali) ed anche nelle sequenze di salti ed evoluzioni ci sono pochissime digressioni dal “percorso fisso dal punto A al punto B” - in un moto di autocritica, lo stesso Principe arriva a dire “Corri, Salta, Muori, ripetere”.
Ma dopotutto il gioco é un grande, massiccio e in sostanza ben realizzato Platform 3D con contorno di combattimenti e farcitura di hotkeys: cercare in esso la profondità di un Assassin's Creed, l'azione di un Devil May Cry o la complessità di un Tomb Raider é decisamente fuori luogo. PoP va vissuto come un'avventura veloce, frenetica e - diciamolo apertamente - divertente, per una dozzina e più (difficilmente meno) di ore di relax in compagnia di un vecchio e nuovo amico e della sua compagna.