Prince Of Persia: i due troni
di
Simone Parisi
Siamo alle solite....
Anche questa volta il Principe, giocando con le sabbie del tempo, ne ha combinata una delle sue. Vi ricordate, vero? Era inseguito dal Dahaka, lottava contro il suo destino ed era più furioso che mai, ma alla fine tutto sembrò risolversi al meglio: Dahaka sconfitto, amuleto del tempo distrutto, Kaileena salva e tutti vissero felici e contenti. E invece no. Come al solito il buon Principe ha cambiato il futuro, alterando il corso del tempo e ha condannato alla rovina Babilonia e se stesso. Come se non bastasse fanno ritorno vecchie conoscenze: il Visir, Farah, il Pugnale (tra l'altro molto cresciuto) e, ovviamente, nessuno si ricorda di ciò che accadde ai tempi di The Sands of Time. In più le cose si complicano dal momento che il Principe stesso viene infettato dalle sabbie del tempo che mettono il luce il suo "potenziale inespresso", il suo lato oscuro. Insomma, gli ingredienti per un ottimo sequel ci sono tutti.
Dr Jakyll e Mr Hide
Un'anima buona, un'anima malvagia. Una vuole salvare il suo popolo, l'altra dominarla. A causa di una buona permanenza tra le sabbie del tempo il Principe ha subito qualche piccolo cambiamento. L'avrete
notato anche voi quello strano braccio luminoso, vero? Ebbene le sabbie hanno risvegliato nell'anima del nostro eroe l'oscurità repressa, la sete di potere latente, dando vita, nel gioco, a due protagonisti, ognuno con caratteristiche diverse.
Questa è la novità certamente più importante di Prince of Persia 3: si potranno controllare i due personaggi alternativamente, con il protagonista "classico" più adatto per le fasi platform, meglio bilanciato e maggiormente portato grazie alla sua agilità per le fasi "acrobatiche" e con il suo alter ego decisamente migliore nei combattimenti. Il Principe "classico" lo conosciamo già bene, meglio soffermarsi sulla new entry.
Equipaggiato con una letale catena legata al braccio, il Dark Prince è il protagonista di frenetici e istintivi combattimenti, che costringono il giocatore molto spesso a "smanettare" sui tasti o ad una folle corsa verso la salvezza: la sua energia vitale, infatti, calerà continuamente (proprio come lo Spettro delle Sabbie nel Warrion Within) e solo le sabbie lasciate dai nemici o trovate in qualche anfora potranno curarlo.
L'introduzione di una simile novità, infine, ha non solo delle notevoli e positive ripercussioni a livello di gameplay, ma influenza anche la trama in maniera piuttosto convincente.
Persia dolce Persia
Già dalle primissime battute di gioco risulta evidente come The Two Thrones abbia cambiato rotta in termini di atmosfere, ritornando ad ambientazioni arabe, tipiche del The Sands of Time. Il principe non svolazza più su luoghi tetri, desolati, con sabbia ovunque nell'aria, ma lo sfondo su cui si muove è molto più "arabeggiante", più luminoso, più vivo. Meno dark insomma. La differenza si nota fin dal menu iniziale e di pausa, non più grigio e cupo come quello di Warrior Within, ma più solare, molto più simile al primo capitolo della saga (richiamato tra l'altro dalla presenza di una voce narrante). Ma ritorniamo alle ambientazioni di gioco: siamo nella capitale del grande regno di Persia, la Babilonia dei giardini pensili, dove a magnifici palazzi reali si contrappongono bassi e stretti vicoli. Ed è proprio in questo scenario che ha luogo la splendida avventura del Principe. Le ambientazioni appaiono molto curate e con un livello di dettaglio sopra la media. Si fanno soprattutto apprezzare i vari effetti grafici riguardanti il fuoco ed il fumo, due elementi che non possono mancare in una città devastata dalla guerra. Anche le visuali sembrano avere già raggiunto il giusto compromesso tra funzionalità ludica e bellezza estetica.
Così The Two Thrones riesce a riprodurre con una certa veridicità una Babilonia provata dalla guerra con un notevole gusto estetico, senza abbandonare paesaggi incantevoli per i loro effetti di luce e di rifrazione. Insomma, lo stile dark del secondo capitolo sembra aver fatto posto ad uno stile più arabo, tipico del primo Prince of Persia; tuttavia è sempre presente nei nemici, in certe ambientazioni ed ovviamente nel Dark Prince, la scia dark che aveva segnato il Warrior Within.
A dare un tocco di realismo e di varietà al gameplay contribuiscono anche le corse su biga, che sono inoltre una succosa novità. Sono corse veloci, ricche di effetti scenici, dove i riflessi del giocatore avranno un ruolo essenziale. Infine le musiche diventano ottima cornice delle diverse ambientazioni: avremo brani rock per le fasi dinamiche e pezzi più melodiosi per quelle platform.
Principe di Persia o Sam Fisher?
"Ecco, piano piano....ci siamo quasi....senza fare rumore....preso e strangolato! Ma, un attimo, dove è finito il vecchio Principe che non ci pensava due volte a gettarsi nella mischia, pronto ad "affettare" i nemici con mosse acrobatiche?" Ebbene ecco una grande novità: questa volta i combattimenti (soprattutto per il Principe "classico") non saranno più basati su mosse spettacolari, su incredibili svolazzi sulle teste di orde di nemici, ma su tecniche stealth. Così vedrete il nostro acrobata vestire i panni dell'agente segreto Sam Fisher per accoppare i nemici di soppiatto. Il sistema di Assassinio Rapido è infatti una delle novità portanti del nuovo capitolo: avvicinarsi di soppiatto, dall'alto, da dietro, da sotto, afferrare il nemico e colpirlo col giusto tempismo. Risultato: mosse letali, singole e multiple, con un incredibile effetto scenico. Le solite mosse, invece, basate su salti e spade, saranno meno efficaci contro i nemici, molto più abili nel parare e schivare: ingaggiare uno scontro corpo a corpo col il solo pugnale può a volte essere fatale per il Principe se non si ha un buona padronanza nelle sue capacità acrobatiche. Tutto questo, però, per il Principe "classico". Il Dark Prince ha invece delle peculiarità diverse. I suoi combattimenti richiamano lo stile di God of War, sia per l'arma, sia per le mosse: questa volta il Free-Form Fighting diventa essenziale nello scontro, sopratutto multiplo, e gli attacchi assomigliano maggiormente allo stile acrobatico di Warrior Whitin. La componente stealth viene accentuata dalla maggiore furtività del Dark Prince, anche se la sua superiorità consiste principalmente nello scontro multiplo.
Questa scelta di avere a disposizione diversi modi di combattimento, da una parte il Free-Form Fighting, istintivo e acrobatico, dall'altra l'Assassinio Rapido, furtivo e silenzioso, porta ad altissimi livelli il gameplay di gioco, rendendolo a tratti simile al The Sands of Time e in altri momenti al Warrior Within.
Di conseguenza cambia anche il mondo in cui si muovono le due anime: ci saranno molte più possibilità di interagire con l'ambiente circostante, da sfruttare al meglio in modo tale da riuscire sempre a sorprendere il nemico.
Parola chiave: interagire
Questa volta il principe non si accontenta più di arrampicarsi a travi sospese nel vuoto, di scivolare lungo rossi arazzi o di correre sul pendio di una rupe. Adesso nulla più sfugge alla furia del Principe. Grazie ai nuovi meccanismi il nostro eroe può interagire con ogni cosa: può appendersi a feritoie nei muri per poi correre lungo di essi (la principale new entry), può attivare nuovi meccanismi, può saltare su rampe e, ovviamente, devastare tranquillamente tutto ciò che incontra lungo il cammino. Inoltre il semplice sistema di telecamere e la visuale panoramica (che in questo capitolo purtroppo non può essere usata ovunque) permettono un'attenta analisi dell'ambiente circostante: il giocatore si ritroverà molto libero, senza però spaesarsi. Tutto ciò ovviamente col massimo della fluidità e del gameplay, grazie alla davvero sorprendente funzionalità del sistema di controllo, impeccabile nella gestioni dei movimenti del protagonista. Cambiano anche le trappole, ma a dir la verità sono piuttosto deludenti, poco innovative.
Anche questa volta il Principe, giocando con le sabbie del tempo, ne ha combinata una delle sue. Vi ricordate, vero? Era inseguito dal Dahaka, lottava contro il suo destino ed era più furioso che mai, ma alla fine tutto sembrò risolversi al meglio: Dahaka sconfitto, amuleto del tempo distrutto, Kaileena salva e tutti vissero felici e contenti. E invece no. Come al solito il buon Principe ha cambiato il futuro, alterando il corso del tempo e ha condannato alla rovina Babilonia e se stesso. Come se non bastasse fanno ritorno vecchie conoscenze: il Visir, Farah, il Pugnale (tra l'altro molto cresciuto) e, ovviamente, nessuno si ricorda di ciò che accadde ai tempi di The Sands of Time. In più le cose si complicano dal momento che il Principe stesso viene infettato dalle sabbie del tempo che mettono il luce il suo "potenziale inespresso", il suo lato oscuro. Insomma, gli ingredienti per un ottimo sequel ci sono tutti.
Dr Jakyll e Mr Hide
Un'anima buona, un'anima malvagia. Una vuole salvare il suo popolo, l'altra dominarla. A causa di una buona permanenza tra le sabbie del tempo il Principe ha subito qualche piccolo cambiamento. L'avrete
notato anche voi quello strano braccio luminoso, vero? Ebbene le sabbie hanno risvegliato nell'anima del nostro eroe l'oscurità repressa, la sete di potere latente, dando vita, nel gioco, a due protagonisti, ognuno con caratteristiche diverse.
Questa è la novità certamente più importante di Prince of Persia 3: si potranno controllare i due personaggi alternativamente, con il protagonista "classico" più adatto per le fasi platform, meglio bilanciato e maggiormente portato grazie alla sua agilità per le fasi "acrobatiche" e con il suo alter ego decisamente migliore nei combattimenti. Il Principe "classico" lo conosciamo già bene, meglio soffermarsi sulla new entry.
Equipaggiato con una letale catena legata al braccio, il Dark Prince è il protagonista di frenetici e istintivi combattimenti, che costringono il giocatore molto spesso a "smanettare" sui tasti o ad una folle corsa verso la salvezza: la sua energia vitale, infatti, calerà continuamente (proprio come lo Spettro delle Sabbie nel Warrion Within) e solo le sabbie lasciate dai nemici o trovate in qualche anfora potranno curarlo.
L'introduzione di una simile novità, infine, ha non solo delle notevoli e positive ripercussioni a livello di gameplay, ma influenza anche la trama in maniera piuttosto convincente.
Persia dolce Persia
Già dalle primissime battute di gioco risulta evidente come The Two Thrones abbia cambiato rotta in termini di atmosfere, ritornando ad ambientazioni arabe, tipiche del The Sands of Time. Il principe non svolazza più su luoghi tetri, desolati, con sabbia ovunque nell'aria, ma lo sfondo su cui si muove è molto più "arabeggiante", più luminoso, più vivo. Meno dark insomma. La differenza si nota fin dal menu iniziale e di pausa, non più grigio e cupo come quello di Warrior Within, ma più solare, molto più simile al primo capitolo della saga (richiamato tra l'altro dalla presenza di una voce narrante). Ma ritorniamo alle ambientazioni di gioco: siamo nella capitale del grande regno di Persia, la Babilonia dei giardini pensili, dove a magnifici palazzi reali si contrappongono bassi e stretti vicoli. Ed è proprio in questo scenario che ha luogo la splendida avventura del Principe. Le ambientazioni appaiono molto curate e con un livello di dettaglio sopra la media. Si fanno soprattutto apprezzare i vari effetti grafici riguardanti il fuoco ed il fumo, due elementi che non possono mancare in una città devastata dalla guerra. Anche le visuali sembrano avere già raggiunto il giusto compromesso tra funzionalità ludica e bellezza estetica.
Così The Two Thrones riesce a riprodurre con una certa veridicità una Babilonia provata dalla guerra con un notevole gusto estetico, senza abbandonare paesaggi incantevoli per i loro effetti di luce e di rifrazione. Insomma, lo stile dark del secondo capitolo sembra aver fatto posto ad uno stile più arabo, tipico del primo Prince of Persia; tuttavia è sempre presente nei nemici, in certe ambientazioni ed ovviamente nel Dark Prince, la scia dark che aveva segnato il Warrior Within.
A dare un tocco di realismo e di varietà al gameplay contribuiscono anche le corse su biga, che sono inoltre una succosa novità. Sono corse veloci, ricche di effetti scenici, dove i riflessi del giocatore avranno un ruolo essenziale. Infine le musiche diventano ottima cornice delle diverse ambientazioni: avremo brani rock per le fasi dinamiche e pezzi più melodiosi per quelle platform.
Principe di Persia o Sam Fisher?
"Ecco, piano piano....ci siamo quasi....senza fare rumore....preso e strangolato! Ma, un attimo, dove è finito il vecchio Principe che non ci pensava due volte a gettarsi nella mischia, pronto ad "affettare" i nemici con mosse acrobatiche?" Ebbene ecco una grande novità: questa volta i combattimenti (soprattutto per il Principe "classico") non saranno più basati su mosse spettacolari, su incredibili svolazzi sulle teste di orde di nemici, ma su tecniche stealth. Così vedrete il nostro acrobata vestire i panni dell'agente segreto Sam Fisher per accoppare i nemici di soppiatto. Il sistema di Assassinio Rapido è infatti una delle novità portanti del nuovo capitolo: avvicinarsi di soppiatto, dall'alto, da dietro, da sotto, afferrare il nemico e colpirlo col giusto tempismo. Risultato: mosse letali, singole e multiple, con un incredibile effetto scenico. Le solite mosse, invece, basate su salti e spade, saranno meno efficaci contro i nemici, molto più abili nel parare e schivare: ingaggiare uno scontro corpo a corpo col il solo pugnale può a volte essere fatale per il Principe se non si ha un buona padronanza nelle sue capacità acrobatiche. Tutto questo, però, per il Principe "classico". Il Dark Prince ha invece delle peculiarità diverse. I suoi combattimenti richiamano lo stile di God of War, sia per l'arma, sia per le mosse: questa volta il Free-Form Fighting diventa essenziale nello scontro, sopratutto multiplo, e gli attacchi assomigliano maggiormente allo stile acrobatico di Warrior Whitin. La componente stealth viene accentuata dalla maggiore furtività del Dark Prince, anche se la sua superiorità consiste principalmente nello scontro multiplo.
Questa scelta di avere a disposizione diversi modi di combattimento, da una parte il Free-Form Fighting, istintivo e acrobatico, dall'altra l'Assassinio Rapido, furtivo e silenzioso, porta ad altissimi livelli il gameplay di gioco, rendendolo a tratti simile al The Sands of Time e in altri momenti al Warrior Within.
Di conseguenza cambia anche il mondo in cui si muovono le due anime: ci saranno molte più possibilità di interagire con l'ambiente circostante, da sfruttare al meglio in modo tale da riuscire sempre a sorprendere il nemico.
Parola chiave: interagire
Questa volta il principe non si accontenta più di arrampicarsi a travi sospese nel vuoto, di scivolare lungo rossi arazzi o di correre sul pendio di una rupe. Adesso nulla più sfugge alla furia del Principe. Grazie ai nuovi meccanismi il nostro eroe può interagire con ogni cosa: può appendersi a feritoie nei muri per poi correre lungo di essi (la principale new entry), può attivare nuovi meccanismi, può saltare su rampe e, ovviamente, devastare tranquillamente tutto ciò che incontra lungo il cammino. Inoltre il semplice sistema di telecamere e la visuale panoramica (che in questo capitolo purtroppo non può essere usata ovunque) permettono un'attenta analisi dell'ambiente circostante: il giocatore si ritroverà molto libero, senza però spaesarsi. Tutto ciò ovviamente col massimo della fluidità e del gameplay, grazie alla davvero sorprendente funzionalità del sistema di controllo, impeccabile nella gestioni dei movimenti del protagonista. Cambiano anche le trappole, ma a dir la verità sono piuttosto deludenti, poco innovative.
Prince Of Persia: i due troni
8.5
Voto
Redazione
Prince Of Persia: i due troni
Prince of Persia: The Two Thrones svolge egregiamente il suo compito, mantenendo alto il nome della saga. Il suo principale pregio sta nel fatto di racchiudere con sapienza ed eleganza il meglio dei due prequel, portando allo stesso tempo qualche gradita innovazione. E alla fine poco importa se il gioco in termini di tempo è lievemente inferiore al precedente: questo capitolo, puntando più sulla qualità che sulla quantità, intraprende la giusta strada, alternando sezioni plaftform funamboliche a combattimenti frenetici, dando origine ad una storia ben sviluppata e ad ambientazioni fantastiche, caratterizzate da un sensibile ritorno alle origini. Il titolo Ubisoft si mantiene, come sempre, ai più alti vertici del suo genere, imponendosi senz'altro come migliore episodio della trilogia.