Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate
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Il più giovane figlio di re Sharaman, risolta la spinosa questione del Pugnale delle Sabbie del Tempo, viene mandato dal padre presso l'antica città di re Salomone, governata in sua vece dal primogenito Malik, perché da esso impari l'arte del governo. Qui il Principe di Persia trova il palazzo preso d'assalto da un esercito intenzionato a impossessarsi delle sue infinite ricchezze: i due fratelli hanno appena il tempo di riabbracciarsi che Malik, non volendosi rassegnare alla sconfitta, decide di risvegliare l'antico esercito leggendario di Salomone. Purtroppo, però, quello che si risveglia risulta essere un esercito di mostri di sabbia, controllati da un Efreet di nome Ratash. Il giovane Principe, aiutato dalla millenaria Jinn di nome Razia, regina dei Marid, dovrà adesso trovare il modo di salvare il regno e, se possibile, suo fratello.
Per quanto ci sembri futile introdurre un titolo che reca in sé le parole “Prince of Persia”, per rispetto a quei pochi lettori che non dovessero mai averne sentito parlare diremo che si tratta di una serie di videogiochi d'azione a metà strada tra il platform e il picchiaduro che affonda le sue radici addirittura nel lontano 1989. La serie é tornata poi in auge coi tre titoli sviluppati su PS2, tra il primo e il secondo dei quali si svolge la vicenda trattata in questo nuovo episodio. Per completezza, non possiamo non citare anche il capitolo uscito pochi anni fa (quello col Ladro e la principessa Elika, per capirci), anche se non ha storicamente nulla da spartire con questo nuovo episodio.
Il gioco si svolge in una successione lineare di livelli in cui il Principe si troverà alternativamente o simultaneamente impegnato ad affrontare sessioni di combattimento e sessioni di platform: essendo le due modalità completamente intrecciate tra loro, il sistema di controllo sarà univoco, dedicando orientativamente i tasti frontali al combattimento e quelli laterali alle azioni esplorative, con il solo salto come comando comune. Il Principe potrà pertanto affrontare i suoi nemici sferrando colpi di spada (veloci o caricati) o sbilanciandoli a calci, rotolare per evitare i loro attacchi e infine saltare sulle loro teste per colpirli dall'alto. Man mano che andrete avanti nella vicenda accumulerete anche dei punti esperienza tramite cui selezionare e potenziare fino a quattro attacchi magici, ciascuno dei quali sarà poi assegnato alle quattro frecce della croce direzionale.
Nelle sessioni esplorative, oltre al già citato salto, il tasto più utilizzato sarà sicuramente quello della corsa sui muri, necessario tanto per superare baratri quanto per arrampicarsi per brevi tratti di parete. Le ambientazioni saranno come di consueto ricche di sbarre su cui volteggiare, cornicioni a cui aggrapparsi o colonne su cui arrampicarsi: per queste ultime é importante segnalare la possibilità di saltare “velocemente” da una all'altra senza bisogno di girarci intorno. Ben presto, dopo il primo incontro con Razia, si renderà disponibile il famoso potere del Tempo, quello ossia che in caso di errore ci permette di “tornare indietro” (come quando si usa il tasto Rewind su un lettore DVD) e ripetere gli ultimi secondi di gioco. Inutile dire come questo potere, il cui uso é ovviamente limitato, può risultare utile anche in combattimento, specie negli scontri boss.
I doni di Razia però non si limitano a questo: alla seconda visita ci donerà il potere di “cristallizzare” le acque. Ecco pertanto che una cascata si potrà tramutare in una parete per qualche secondo, uno schizzo orizzontale in una sbarra e un getto verticale in una colonna. Nella struttura dei livelli questo nuovo elemento é sicuramente il più innovativo: non sempre, infatti, i getti saranno permanenti, e tra un'evoluzione e l'altra sarà necessario disattivare a riattivare il potere di cristallizzazione con la giusta coordinazione, senza contare i casi in cui bisognerà rapidamente stabilire se una parete d'acqua andrà cristallizzata o invece semplicemente attraversata.
Ancora più avanti nel gioco, Razia ci permetterà di utilizzare il tasto dello scatto durante un salto per proiettarci con la velocità del lampo contro un nemico anche abbastanza distante: oltre ad essere utilizzabile in combattimento per rendersi ancora più imprevedibili, questo potere sarà indispensabile per raggiungere determinate locazioni, e talvolta capiterà di doverlo utilizzare ripetutamente per saltare da un nemico volante all'altro. L'ultimo potere (come se non fossero già abbastanza), attivo però solo nella città perduta di Rekem, permetterà di “solidificare” i ricordi di Razia (uno solo per volta), facendo così comparire o scomparire intere sezioni di palazzi altrimenti in totale rovina.
L'impatto grafico di questo nuovo POP é notevole, soprattutto in virtù dell'ottimo impiego delle texture in alta risoluzione: che si tratti di nemici comuni o boss, che si tratti di semplici pareti di roccia o di curati mosaici, le textures sono sempre al massimo livello. L'altro elemento che immediatamente riempie gli occhi, ereditato dai due Assassin's Creed, é la considerevole vastità del campo visivo, ed é veramente rimarchevole come i numerosi elementi animati (che siano soldati o complessi macchinari) siano attivi in tempo reale anche quando relegati in secondo piano. Ottimi anche i vari effetti speciali, a partire da quelli dei vari poteri elementali, fino all'effetto dei getti e delle pareti d'acqua.
Non é però tutto oro quel che luccica: capita più che occasionalmente che le animazioni diano origine a fastidiosi quanto futili casi di bad-clipping, fortunatamente mai pericolosi per il gameplaying. Quello che invece troppo spesso causa disturbo é la tendenza che ha il gioco di bloccare l'inquadratura della camera: per quanto l'effetto sia studiato tanto per indicare la direzione corretta da seguire quanto per evitare che degli ostacoli si frappongano tra il giocatore e il Principe, quello che é veramente fastidioso é il fatto che queste inquadrature cambino repentinamente mentre siamo impegnati in una delicata serie di salti, ottenendo così l'effetto contrario di farci sbagliare - e sprecare preziosi usi del potere del Tempo.
Niente da eccepire per quanto concerne il sonoro: le musiche medio-orientaleggianti tengono ottimamente compagnia per tutta l'esperienza di gioco, variando sensibilmente tra le fasi di pura esplorazione, quelle più concitate dove il tempo stringe, i combattimenti generici e gli scontri boss, più le immancabili cinematiche. Anche i doppiaggi sono dell'ottimo livello a cui Ubisoft ci ha ormai abituati (anche se in effetti i personaggi da doppiare sono solo tre, più le comparse), e il fatto che siano interamente in Italiano ci permette di chiudere un occhio sulla totale assenza di sottotitoli.
L'apprendimento del sistema di controllo non é particolarmente immediato, nonostante l'esaustivo tutorial e il fatto che inizialmente avremo da gestire appena due tasti per salti e capriole. La verità é che finché non avremo preso bene la mano al sistema, ossia circa 30-50 minuti, rischieremo continuamente di precipitare in salti che più avanti diverranno giochi da ragazzi. Quando otterremo il potere del Tempo le cose si faranno perlomeno più incoraggianti (se si sbaglia, non é necessario tornare al checkpoint), mentre con il potere di cristallizzare iniziano i guai, ma anche il vero divertimento: encomio speciale agli sviluppatori degli ambienti, studiati ed intricati in maniera talmente geniale da far passare silenziosamente in secondo piano l'altrimenti evidente assurdità di certi percorsi.
La trama attinge in maniera variegata da vari miti medio-orientali, mischiando miti biblici a creature da “Mille e una Notte”, forse allontanandosi un po' troppo dalla “Persia”, ed anche se la vicenda raccontata non presenta particolari colpi di scena, rimane comunque una bella favola. Dall'inizio alla fine il gioco richiede tra le 6 e le 8 ore per essere completato, e sono disponibili due livelli di difficoltà (Facile e Normale) che differiscono tra loro essenzialmente per la “cattiveria” dei nemici. Purtroppo, con un po' di attenzione é più che possibile affrontare il gioco partendo direttamente dalla difficoltà più alta, ed una volta terminato non si sblocca nessuna ipotetica modalità “Difficile”, col risultato che a quel punto avrete visto quasi tutto.
É pur vero che la ricerca di tutti i segreti (sottoforma di sarcofagi nascosti) potrebbe prendervi due o anche tre tornate, così come é vero che iniziando il gioco é possibile conservare tutti i potenziamenti accumulati, in modo da raggiungere il 100%. É infine vero che dopo il filmato finale si renderà disponibile la modalità “Sfida” (mentre per accedere alla “Sfida a tempo” sarà necessario un account al servizio Uplay, rendendola di fatto inaccessibile a chi non possiede una connessione internet), ma si tratta di poco più di palliativi: la verità é che una volta completato il gioco un paio di volte, lo riporrete definitivamente nello scaffale. A quel punto é difficile stabilire se “le Sabbie Dimenticate” diventeranno “indimenticabili” o tornino ad essere “dimenticate”: solo eventuali sequel ce lo diranno...
Per quanto ci sembri futile introdurre un titolo che reca in sé le parole “Prince of Persia”, per rispetto a quei pochi lettori che non dovessero mai averne sentito parlare diremo che si tratta di una serie di videogiochi d'azione a metà strada tra il platform e il picchiaduro che affonda le sue radici addirittura nel lontano 1989. La serie é tornata poi in auge coi tre titoli sviluppati su PS2, tra il primo e il secondo dei quali si svolge la vicenda trattata in questo nuovo episodio. Per completezza, non possiamo non citare anche il capitolo uscito pochi anni fa (quello col Ladro e la principessa Elika, per capirci), anche se non ha storicamente nulla da spartire con questo nuovo episodio.
Il gioco si svolge in una successione lineare di livelli in cui il Principe si troverà alternativamente o simultaneamente impegnato ad affrontare sessioni di combattimento e sessioni di platform: essendo le due modalità completamente intrecciate tra loro, il sistema di controllo sarà univoco, dedicando orientativamente i tasti frontali al combattimento e quelli laterali alle azioni esplorative, con il solo salto come comando comune. Il Principe potrà pertanto affrontare i suoi nemici sferrando colpi di spada (veloci o caricati) o sbilanciandoli a calci, rotolare per evitare i loro attacchi e infine saltare sulle loro teste per colpirli dall'alto. Man mano che andrete avanti nella vicenda accumulerete anche dei punti esperienza tramite cui selezionare e potenziare fino a quattro attacchi magici, ciascuno dei quali sarà poi assegnato alle quattro frecce della croce direzionale.
Nelle sessioni esplorative, oltre al già citato salto, il tasto più utilizzato sarà sicuramente quello della corsa sui muri, necessario tanto per superare baratri quanto per arrampicarsi per brevi tratti di parete. Le ambientazioni saranno come di consueto ricche di sbarre su cui volteggiare, cornicioni a cui aggrapparsi o colonne su cui arrampicarsi: per queste ultime é importante segnalare la possibilità di saltare “velocemente” da una all'altra senza bisogno di girarci intorno. Ben presto, dopo il primo incontro con Razia, si renderà disponibile il famoso potere del Tempo, quello ossia che in caso di errore ci permette di “tornare indietro” (come quando si usa il tasto Rewind su un lettore DVD) e ripetere gli ultimi secondi di gioco. Inutile dire come questo potere, il cui uso é ovviamente limitato, può risultare utile anche in combattimento, specie negli scontri boss.
I doni di Razia però non si limitano a questo: alla seconda visita ci donerà il potere di “cristallizzare” le acque. Ecco pertanto che una cascata si potrà tramutare in una parete per qualche secondo, uno schizzo orizzontale in una sbarra e un getto verticale in una colonna. Nella struttura dei livelli questo nuovo elemento é sicuramente il più innovativo: non sempre, infatti, i getti saranno permanenti, e tra un'evoluzione e l'altra sarà necessario disattivare a riattivare il potere di cristallizzazione con la giusta coordinazione, senza contare i casi in cui bisognerà rapidamente stabilire se una parete d'acqua andrà cristallizzata o invece semplicemente attraversata.
Ancora più avanti nel gioco, Razia ci permetterà di utilizzare il tasto dello scatto durante un salto per proiettarci con la velocità del lampo contro un nemico anche abbastanza distante: oltre ad essere utilizzabile in combattimento per rendersi ancora più imprevedibili, questo potere sarà indispensabile per raggiungere determinate locazioni, e talvolta capiterà di doverlo utilizzare ripetutamente per saltare da un nemico volante all'altro. L'ultimo potere (come se non fossero già abbastanza), attivo però solo nella città perduta di Rekem, permetterà di “solidificare” i ricordi di Razia (uno solo per volta), facendo così comparire o scomparire intere sezioni di palazzi altrimenti in totale rovina.
L'impatto grafico di questo nuovo POP é notevole, soprattutto in virtù dell'ottimo impiego delle texture in alta risoluzione: che si tratti di nemici comuni o boss, che si tratti di semplici pareti di roccia o di curati mosaici, le textures sono sempre al massimo livello. L'altro elemento che immediatamente riempie gli occhi, ereditato dai due Assassin's Creed, é la considerevole vastità del campo visivo, ed é veramente rimarchevole come i numerosi elementi animati (che siano soldati o complessi macchinari) siano attivi in tempo reale anche quando relegati in secondo piano. Ottimi anche i vari effetti speciali, a partire da quelli dei vari poteri elementali, fino all'effetto dei getti e delle pareti d'acqua.
Non é però tutto oro quel che luccica: capita più che occasionalmente che le animazioni diano origine a fastidiosi quanto futili casi di bad-clipping, fortunatamente mai pericolosi per il gameplaying. Quello che invece troppo spesso causa disturbo é la tendenza che ha il gioco di bloccare l'inquadratura della camera: per quanto l'effetto sia studiato tanto per indicare la direzione corretta da seguire quanto per evitare che degli ostacoli si frappongano tra il giocatore e il Principe, quello che é veramente fastidioso é il fatto che queste inquadrature cambino repentinamente mentre siamo impegnati in una delicata serie di salti, ottenendo così l'effetto contrario di farci sbagliare - e sprecare preziosi usi del potere del Tempo.
Niente da eccepire per quanto concerne il sonoro: le musiche medio-orientaleggianti tengono ottimamente compagnia per tutta l'esperienza di gioco, variando sensibilmente tra le fasi di pura esplorazione, quelle più concitate dove il tempo stringe, i combattimenti generici e gli scontri boss, più le immancabili cinematiche. Anche i doppiaggi sono dell'ottimo livello a cui Ubisoft ci ha ormai abituati (anche se in effetti i personaggi da doppiare sono solo tre, più le comparse), e il fatto che siano interamente in Italiano ci permette di chiudere un occhio sulla totale assenza di sottotitoli.
L'apprendimento del sistema di controllo non é particolarmente immediato, nonostante l'esaustivo tutorial e il fatto che inizialmente avremo da gestire appena due tasti per salti e capriole. La verità é che finché non avremo preso bene la mano al sistema, ossia circa 30-50 minuti, rischieremo continuamente di precipitare in salti che più avanti diverranno giochi da ragazzi. Quando otterremo il potere del Tempo le cose si faranno perlomeno più incoraggianti (se si sbaglia, non é necessario tornare al checkpoint), mentre con il potere di cristallizzare iniziano i guai, ma anche il vero divertimento: encomio speciale agli sviluppatori degli ambienti, studiati ed intricati in maniera talmente geniale da far passare silenziosamente in secondo piano l'altrimenti evidente assurdità di certi percorsi.
La trama attinge in maniera variegata da vari miti medio-orientali, mischiando miti biblici a creature da “Mille e una Notte”, forse allontanandosi un po' troppo dalla “Persia”, ed anche se la vicenda raccontata non presenta particolari colpi di scena, rimane comunque una bella favola. Dall'inizio alla fine il gioco richiede tra le 6 e le 8 ore per essere completato, e sono disponibili due livelli di difficoltà (Facile e Normale) che differiscono tra loro essenzialmente per la “cattiveria” dei nemici. Purtroppo, con un po' di attenzione é più che possibile affrontare il gioco partendo direttamente dalla difficoltà più alta, ed una volta terminato non si sblocca nessuna ipotetica modalità “Difficile”, col risultato che a quel punto avrete visto quasi tutto.
É pur vero che la ricerca di tutti i segreti (sottoforma di sarcofagi nascosti) potrebbe prendervi due o anche tre tornate, così come é vero che iniziando il gioco é possibile conservare tutti i potenziamenti accumulati, in modo da raggiungere il 100%. É infine vero che dopo il filmato finale si renderà disponibile la modalità “Sfida” (mentre per accedere alla “Sfida a tempo” sarà necessario un account al servizio Uplay, rendendola di fatto inaccessibile a chi non possiede una connessione internet), ma si tratta di poco più di palliativi: la verità é che una volta completato il gioco un paio di volte, lo riporrete definitivamente nello scaffale. A quel punto é difficile stabilire se “le Sabbie Dimenticate” diventeranno “indimenticabili” o tornino ad essere “dimenticate”: solo eventuali sequel ce lo diranno...