Prince of Persia Spirito Guerriero
di
Il ritmo ludico con cui sono state alternate le due componenti motrici porta alla prova dei fatti ad un'osservazione: che una maggior enfasi sull'esplorazione ed una minore sulla frequenza dei combattimenti avrebbe incrementato (o meglio, condotto ad altri equilibri) la magia di Prince of Persia Spirito Guerriero, dotato fra l'altro di un background ambientale assolutamente encomiabile.
Interessante a tal proposito è la varietà, ludica e non, che si raggiunge, previo utilizzo di pseudo-portali, al cambio di lassi temporali. Il Passato dell'isola ospitante è caratterizzato da un servirsi sapientemente di luce, illuminazioni e proiezioni d'ombra, a tratti somiglianti idealmente (sebbene meno assiduamente presenti), a quelle concepite dal capolavoro di Ueda Fumito: Ico. La dimensione offerta nel presente invece ne è quasi l'antitesi, con prevalenza dell'oscurità ed impedimenti dovuti al dominio raggiunto negli "anni" da arbusti, frane, radici od altro ancora.
Per quanto concerne le peculiarità che fanno del Principe arbitro del tempo, oltre ad addossare contro di lui la rabbia del Dahaka, esse lo aiutano nell'intento che la trama propone: tornare nel passato, prima che le sabbie del tempo vengano create ed impedire al contempo il loro ingresso nel corso della storia e l'avverarsi delle vicissitudini che vedono il fato decisamente ostile. Il bello è che il giocatore ne sfrutterà il beneficio: che sia la sempre apprezzata possibilità di tornare indietro cronologicamente ed evitare così un salto mal calcolato od un fendente mortale infertoci ("Ricordo"), che sia per rallentare il moto di quanto ci circonda ed oltrepassare ad esempio una porta che lentamente va a chiudersi nella distanza o che sia magari un potente attacco multiplo messoci a disposizione.
In definitiva, per raggiungere i titoli di coda (mansione che richiederà una quindicina d'ore circa) occorrerà razionare a dovere il quando, il quanto ed il come utilizzare le dosi di sabbia dispensate (mentre per ricaricarsi è sufficiente andare alla ricerca di appositi contenitori o, benché non sempre ne siano elargitori, nemici da sconfiggere).
In conclusione, fra i lati discutibili e le migliorie nei confronti del titolo che lo ha preceduto, Warrior Within ha in assoluto il pregio di proporre un significante fattore sfida. Sebbene globalmente sia lineare (ad eccezione di quando l'area di gioco si sviluppi notevolmente in altezza od ampiezza), gli errori commessi dal fruitore arriveranno, ed un senso complementare di migliorarsi non tarderà a prendere il suo fondamentale spazio (in maniera appropriata alla difficoltà selezionata).
112
Se a questo si aggiunge la ponderata allocazione di fontane ove rifocillarsi e salvare, la potenziale voglia di perfezionare il proprio stile marziale, la ricerca di upgrade, o quella di forzieri contenenti illustrazioni di ottima fattura (visibili, al pari delle sequenze animate, nelle apposite gallerie): si può ben dire di trovarsi dinanzi ad un titolo dallo spessore, dalle qualità e dalle offerte parimenti innegabili.
Interessante a tal proposito è la varietà, ludica e non, che si raggiunge, previo utilizzo di pseudo-portali, al cambio di lassi temporali. Il Passato dell'isola ospitante è caratterizzato da un servirsi sapientemente di luce, illuminazioni e proiezioni d'ombra, a tratti somiglianti idealmente (sebbene meno assiduamente presenti), a quelle concepite dal capolavoro di Ueda Fumito: Ico. La dimensione offerta nel presente invece ne è quasi l'antitesi, con prevalenza dell'oscurità ed impedimenti dovuti al dominio raggiunto negli "anni" da arbusti, frane, radici od altro ancora.
Per quanto concerne le peculiarità che fanno del Principe arbitro del tempo, oltre ad addossare contro di lui la rabbia del Dahaka, esse lo aiutano nell'intento che la trama propone: tornare nel passato, prima che le sabbie del tempo vengano create ed impedire al contempo il loro ingresso nel corso della storia e l'avverarsi delle vicissitudini che vedono il fato decisamente ostile. Il bello è che il giocatore ne sfrutterà il beneficio: che sia la sempre apprezzata possibilità di tornare indietro cronologicamente ed evitare così un salto mal calcolato od un fendente mortale infertoci ("Ricordo"), che sia per rallentare il moto di quanto ci circonda ed oltrepassare ad esempio una porta che lentamente va a chiudersi nella distanza o che sia magari un potente attacco multiplo messoci a disposizione.
In definitiva, per raggiungere i titoli di coda (mansione che richiederà una quindicina d'ore circa) occorrerà razionare a dovere il quando, il quanto ed il come utilizzare le dosi di sabbia dispensate (mentre per ricaricarsi è sufficiente andare alla ricerca di appositi contenitori o, benché non sempre ne siano elargitori, nemici da sconfiggere).
In conclusione, fra i lati discutibili e le migliorie nei confronti del titolo che lo ha preceduto, Warrior Within ha in assoluto il pregio di proporre un significante fattore sfida. Sebbene globalmente sia lineare (ad eccezione di quando l'area di gioco si sviluppi notevolmente in altezza od ampiezza), gli errori commessi dal fruitore arriveranno, ed un senso complementare di migliorarsi non tarderà a prendere il suo fondamentale spazio (in maniera appropriata alla difficoltà selezionata).
Se a questo si aggiunge la ponderata allocazione di fontane ove rifocillarsi e salvare, la potenziale voglia di perfezionare il proprio stile marziale, la ricerca di upgrade, o quella di forzieri contenenti illustrazioni di ottima fattura (visibili, al pari delle sequenze animate, nelle apposite gallerie): si può ben dire di trovarsi dinanzi ad un titolo dallo spessore, dalle qualità e dalle offerte parimenti innegabili.