Prince of Persia Spirito Guerriero
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Questa volta l'abbiamo fatta grossa: vi ricordate quando abbiamo giocato, l'anno scorso, a Prince of Persia, le Sabbie del Tempo? E' proprio a causa di esse che oggi (circa cinque anni dopo) il Principe si trova in guai seri. E' infatti a causa del nostro assiduo impiego dei poteri delle Sabbie del Tempo (vedi Box) che è stato svegliato Dahaka, una creatura mitologica persiana a cui è affidato il compito di controllare il corso degli eventi. Il problema è che la creatura immortale tornerà al suo letargo solo quando avrà reso giustizia al destino, ovvero quando avrà ucciso il nostro povero Principe. Nel filmato introduttivo di questo Prince of Persia: Spirito Guerriero (da qui in avanti PoP2), infatti, vedremo il Principe impegnato a scappare dal suo inseguitore per le vie della città e, poco dopo, consultare un vecchio saggio, il quale gli dirà che la sua unica speranza di sopravvivere è quella di tornare indietro nel tempo e risolvere il problema alla radice, ovvero impedire all'Imperatrice del Tempo di creare le Sabbie del Tempo.
Modifiche mirate
Quella appena descritta è la trama del gioco, scritta per l'occasione dalla società di produzione Sekretagent (nota nel settore cinematografico per la creazione di alcune sceneggiature), a dimostrazione della cura con cui è stato definito ogni dettaglio di questo gioco. Ma il vero pregio di questo PoP2 è quello di prendere ogni aspetto positivo del suo predecessore e di correggere i pochi difetti che avevamo potuto constatare un anno fa, ovvero la longevità del gioco e i combattimenti. La longevità è ora assicurata da una durata di 10 12 ore, con l'ulteriore aggiunta di locazioni segrete e finali multipli. Per quanto riguarda i combattimenti, invece, è stato dato loro maggiore spessore tattico: i nemici ora sono più vari, più ostici e hanno una AI più evoluta. Ad esempio non capiterà di rado di essere accerchiati e di subire attacchi coordinati, capaci davvero di mettervi alle strette. Inoltre, nel caso veniate scaraventati a terra, dovrete parare i loro attacchi e cercare il momento giusto per rialzarvi, se non volete soccombere troppo presto.
Combattimenti a stile libero
Oltre a ciò, in questo PoP2, dovrete vedervela anche con un certo numero di boss, con i quali il combattimento assumerà un aspetto ulteriormente tattico. Per la gestione delle fasi di lotta è stato confermato il Free-Form Fighting System del prequel, il quale vi permetteva di interagire con le ambientazioni per compiere i vostri attacchi. Anch'esso, però, ha subito miglioramenti: ora, per esempio potrete aggrapparvi a una colonna e roteare brandendo una delle vostre armi, facendo a fettine i vostri oppositori. Un'altra novità rispetto al passato sarà la possibilità di impugnare due armi alla volta, realizzando delle combo ancor più spettacolari, oppure eseguendo attacchi a distanza lanciandone una. Le armi disponibili saranno più di 50 (tra cui anche semplici bastoni, nelle situazioni più disperate), ciascuna caratterizzata dalle proprie caratteristiche. Alcune armi le troverete lungo il vostro cammino, ma avrete anche la possibilità di raccogliere quelle lasciate dai nemici sopraffatti.
Anche le ambientazioni hanno subito un mutamento: ora vi troverete a combattere in scenari bui, tetri e poco rassicuranti, piuttosto simili a quelli visti nella saga "Il Signore degli Anelli". Tuttavia avrete modo di ricordare i fasti dei palazzi del primo capitolo grazie ai viaggi nel tempo che dovrete intraprendere. In ogni caso la grafica è davvero splendida, come splendidi sono gli effetti luminosi, quelli particellari e il movimento dell'acqua. Anche i personaggi sono rappresentati magnificamente, soprattutto il nostro alter ego, il quale è stato realizzato più maturo per l'occasione, ma anche più determinato e deciso rispetto al fanciullo che avevamo conosciuto nel prequel. E nonostante il frame rate sia piuttosto contenuto (fissato sui 30 fotogrammi al secondo) il tutto risulta essere fluido e privo di incertezze.
Feedback
Insomma... i casi sono due: o gli sviluppatori hanno accolto il feedback della stampa, rimboccandosi le maniche per apportare modifiche mirate al miglioramento un titolo che di per sé era ottimo, oppure sono telepatici e dotati di doti soprannaturali. In ogni caso il risultato è un gioco davvero al top della categoria, capace di riuscire nell'impresa (tutt'altro che banale) di fare meglio del prequel. Risulta addirittura complicato trovare dei difetti a un gioco così: se proprio vogliamo essere pignoli possiamo dire che a volte è un po' difficile trovare la soluzione a un determinato enigma, ma questo è dovuto al fatto che non è stato rinnegato il genere di appartenenza del primo Prince of Persia (uscito nel 1989), quello dei platform, genere costellato di trappole, enigmi ecc. In conclusione si tratta di uno di quei titoli da avere a tutti i costi per gli appassionati del genere, ma anche per gli altri.
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Modifiche mirate
Quella appena descritta è la trama del gioco, scritta per l'occasione dalla società di produzione Sekretagent (nota nel settore cinematografico per la creazione di alcune sceneggiature), a dimostrazione della cura con cui è stato definito ogni dettaglio di questo gioco. Ma il vero pregio di questo PoP2 è quello di prendere ogni aspetto positivo del suo predecessore e di correggere i pochi difetti che avevamo potuto constatare un anno fa, ovvero la longevità del gioco e i combattimenti. La longevità è ora assicurata da una durata di 10 12 ore, con l'ulteriore aggiunta di locazioni segrete e finali multipli. Per quanto riguarda i combattimenti, invece, è stato dato loro maggiore spessore tattico: i nemici ora sono più vari, più ostici e hanno una AI più evoluta. Ad esempio non capiterà di rado di essere accerchiati e di subire attacchi coordinati, capaci davvero di mettervi alle strette. Inoltre, nel caso veniate scaraventati a terra, dovrete parare i loro attacchi e cercare il momento giusto per rialzarvi, se non volete soccombere troppo presto.
Combattimenti a stile libero
Oltre a ciò, in questo PoP2, dovrete vedervela anche con un certo numero di boss, con i quali il combattimento assumerà un aspetto ulteriormente tattico. Per la gestione delle fasi di lotta è stato confermato il Free-Form Fighting System del prequel, il quale vi permetteva di interagire con le ambientazioni per compiere i vostri attacchi. Anch'esso, però, ha subito miglioramenti: ora, per esempio potrete aggrapparvi a una colonna e roteare brandendo una delle vostre armi, facendo a fettine i vostri oppositori. Un'altra novità rispetto al passato sarà la possibilità di impugnare due armi alla volta, realizzando delle combo ancor più spettacolari, oppure eseguendo attacchi a distanza lanciandone una. Le armi disponibili saranno più di 50 (tra cui anche semplici bastoni, nelle situazioni più disperate), ciascuna caratterizzata dalle proprie caratteristiche. Alcune armi le troverete lungo il vostro cammino, ma avrete anche la possibilità di raccogliere quelle lasciate dai nemici sopraffatti.
Anche le ambientazioni hanno subito un mutamento: ora vi troverete a combattere in scenari bui, tetri e poco rassicuranti, piuttosto simili a quelli visti nella saga "Il Signore degli Anelli". Tuttavia avrete modo di ricordare i fasti dei palazzi del primo capitolo grazie ai viaggi nel tempo che dovrete intraprendere. In ogni caso la grafica è davvero splendida, come splendidi sono gli effetti luminosi, quelli particellari e il movimento dell'acqua. Anche i personaggi sono rappresentati magnificamente, soprattutto il nostro alter ego, il quale è stato realizzato più maturo per l'occasione, ma anche più determinato e deciso rispetto al fanciullo che avevamo conosciuto nel prequel. E nonostante il frame rate sia piuttosto contenuto (fissato sui 30 fotogrammi al secondo) il tutto risulta essere fluido e privo di incertezze.
Feedback
Insomma... i casi sono due: o gli sviluppatori hanno accolto il feedback della stampa, rimboccandosi le maniche per apportare modifiche mirate al miglioramento un titolo che di per sé era ottimo, oppure sono telepatici e dotati di doti soprannaturali. In ogni caso il risultato è un gioco davvero al top della categoria, capace di riuscire nell'impresa (tutt'altro che banale) di fare meglio del prequel. Risulta addirittura complicato trovare dei difetti a un gioco così: se proprio vogliamo essere pignoli possiamo dire che a volte è un po' difficile trovare la soluzione a un determinato enigma, ma questo è dovuto al fatto che non è stato rinnegato il genere di appartenenza del primo Prince of Persia (uscito nel 1989), quello dei platform, genere costellato di trappole, enigmi ecc. In conclusione si tratta di uno di quei titoli da avere a tutti i costi per gli appassionati del genere, ma anche per gli altri.