Princess Peach: Showtime, la semplicità che intrattiene – Recensione Switch

La recensione della nuova avventura made in Nintendo con protagonista la principessa Peach, un titolo pensato per i più giovani ma con più di una freccia al suo arco

Princess Peach Showtime la semplicità che intrattiene  Recensione Switch

Ci eravamo lasciati con la demo di Princess Peach: Showtime! fiduciosi che il titolo dovesse ancora ingranare, che ci fosse più carne al fuoco rispetto a quello che i due elementari livelli introduttivi sembravano sottendere, e invece dopo aver provato il gioco completo le nostre perplessità trovano purtroppo conferma: la nuova opera di Good-Feel e Nintendo si rivolge ad un pubblico di giovanissimi, e ha poco da spartire con i pezzi da novanta di cui pullula la libreria di Switch. Niente exploit per la principessa del Regno dei Funghi, dunque, ma non tutto il male viene per nuocere; Princess Peach: Showtime! è comunque un prodotto della casa di Kyoto e in quanto tale è stato curato nei minimi particolari. Facile, sì, ma non superficiale; vediamo come. 

Stranamente la demo non consente di importare i salvataggi nella versione integrale. Poco male, si è rivelata un’ottima occasione per tentare di nuovo la sorte con le prove della Pasticciera e intascare qualche gemma luminosa extra; contemporaneamente me n’è scappata una con la Spadaccina, ma questo è un altro discorso. Il recupero di tutte le gemme nei singoli livelli è probabilmente la parte più ardua del titolo, dato che alcune sono nascoste davvero bene oppure sono bloccate dietro particolari requisiti di completamento; scovarle tutte al primo tentativo non è affatto semplice, data anche la carenza indizi a riguardo.

Princess Peach: Showtime, la semplicità che intrattiene – Recensione Switch

Fatto sta che una volta tornati a quello che sarebbe dovuto essere il nostro punto di partenza, ecco fare capolino i nuovi costumi per la principessa. Sono 10 in totale, e ognuno è caratterizzato da 3 livelli in tema, uno propedeutico, uno avanzato, e uno in compagnia (previo opportuno salvataggio) dello Splendì a cui abbiamo soffiato l’abito. 30 scenari non sono moltissimi (più boss di fine piano), e complice la scarsa difficoltà basta veramente poco per arrivare ai titoli di coda (diciamo che superare le 10 ore è grasso che cola). Vero, i livelli si rigiocano volentieri in virtù della caccia alle gemme (anche se alcuni sono migliori di altri, ci arriveremo a breve) e una volta completata la campagna si sbloccano una serie di sfide aggiuntive, ma a meno che non siate completisti incalliti è improbabile che Princess Peach: Showtime! vi tenga incollati allo schermo a lungo dopo l’epilogo. 

Princess Peach: Showtime, il gameplay: it's showtime!

Tornando ai livelli, le meccaniche uniche di ciascun costume ne determinano sensibilmente il ritmo e la formula di gioco; tutto sempre molto semplice, all’acqua di rose, ma di certo la varietà non manca. Essenzialmente ne distinguiamo tre macro-tipi: gli stage di natura action, in cui si tende spesso a menare le mani e a far saltare in aria cose, come nel caso di Spadaccina, Kung Fu e Supereroina, quelli platform, legati perlopiù all’interazione con l’ambiente, come Ninja, Ladra Mascherata e Cowgirl, e quelli “gimmick”, che prediligono minigiochi e prove di abilità, come Pasticciera, Detective, Pattinatrice e Sirena.

Princess Peach: Showtime, la semplicità che intrattiene – Recensione Switch

Le prime due categorie sono piuttosto divertenti, per quanto banali, poiché si ha il controllo diretto dell’azione e vengono proposte numerose varianti sul tema, la terza invece è un po’ più statica e dalla qualità altalenante. In particolar modo abbiamo trovato poco appetibili i livelli della Pattinatrice, per via delle pessime collisioni di acrobazie e piroette, e del Detective, a causa di “enigmi” alla Dora l’esploratrice tra il soporifero e l’imbarazzante; meglio Sirena e Pasticciera, soprattutto per le idee mostrate in scena, anche se complessivamente non siamo oltre gli standard di un minigioco degno di un Mario Party a caso (e lo dice un fan della serie NdR). 

Lo sistema di controllo basato su soli due tasti funziona: Peach risponde bene agli input e ci sono un sacco di contesti che consentono di variare la formula senza alterare il semplice schema. Come la Spadaccina può eseguire un rapido contrattacco contrastando un attacco nemico o saltando al momento giusto, oltre ad usare i suoi fendenti, similmente la Supereroina può sferrare i suoi pugni in sezioni a scorrimento in stile shmup, mentre la Ladra Mascherata può usare la sua frusta per stordire i nemici, aggrapparsi ad appositi appigli oppure attivare congegni; Princess Peach: Showtime! è pieno di trovate di questo tipo, mitigando una base minimale con un canovaccio creativo e variegato.

Princess Peach: Showtime, la semplicità che intrattiene – Recensione Switch

Princess Peach: Showtime, il lato tecnico: un mondo di luci e cartone

Creatività che emerge soprattutto dal punto di vista scenografico, visto che gran parte degli elementi a schermo sono realizzati in modo da sembrare oggetti di scena, per l’appunto, con tanto di backstage accessibile dalle botole sopra cui ci si deve mettere in posa. I riflettori puntati sui punti di interesse, nastri azzurri in movimento a indicare le onde dell’oceano, le nuvole di cartoncino appese ad un filo... Stilisticamente il titolo Good-Feel è un piccolo spettacolo, anche se a nostro dire potevano osare ancora di più sotto questo quest’aspetto. Come nell’anteprima, ribadisco che le transizioni potevano essere più ispirate rispetto alla schermata nera proposta, e non sempre gli oggetti con cui si può interagire sono “finti”, rovinando un po’ l’immersione. Minuzie, comunque, rispetto alla portata e alla cura del lavoro complessivo. 

Quanto alle performance, il gioco utilizza l’Unreal Engine 4, e sappiamo quanto Switch lo digerisca maluccio. Il colpo d’occhio è buono e simula il classico template delle altre opere Nintendo, ma i caricamenti piuttosto lunghi e gli occasionali cali di frame rate e di risoluzione ne tradiscono le origini. Nulla di grave, specialmente in modalità fissa, ma siete avvisati.

Princess Peach: Showtime, la semplicità che intrattiene – Recensione Switch

Eclettica come il gameplay, la colonna sonora propone dozzine di brani allineati al setting del momento, per una scaletta variopinta e piena di motivetti orecchiabili, che vi terranno compagnia durante le sessioni. Nulla di eclatante sotto questo punto di vista, ma si lascia ascoltare volentieri.

Princess Peach: Showtime!

Versione Testata: Switch

7

Voto

Redazione

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Princess Peach: Showtime!

Concettualmente Princess Peach: Showtime! è un gran bel gioco. Vedere Peach prendere in mano una volta tanto le redini della situazione è decisamente rinfrescante, vestire così tanti costumi dalle proprietà più disparate crea una formula di gioco momento per momento variegata e divertente, e visivamente parlando, salvo un paio di singhiozzi di natura tecnica, è davvero incantevole. La regia però ha scelto un target demografico di giovanissimi, determinando un tasso di sfida inesistente per chiunque sopra i 6 anni (a essere generosi), e il prezzo di listino pieno non aiuta. Diciamo che se dovessi fare un regalo e avessi 60 euro di budget, Princess Peach Showtime! non sarebbe la mia prima scelta, a meno che il ricevente per qualche motivo non sia un fan sfegatato della principessa. In caso contrario, valutate attentamente l’acquisto.