Pro Evolution Soccer 2009

di Fabio Fundoni
Palla lunga e pedalare
Molti, lo scorso anno, concordavano nel dire che la migliore edizione di Pro Evolution Soccer 2008 fosse quella indirizzata al mercato di PSP, grazie alla diretta derivazione dalla versione PlayStation 2 e alle indubbie qualità del piccolo, ma performante, schermo della console, capace di valorizzare alla perfezione i poligoni nati in casa Konami. Problema principale era sicuramente la scarsa stabilità del frame rate, capace di far rallentare sensibilmente il gioco durante le azioni più concitate, rendendo spesso difficoltoso riuscire a cogliere il giusto attimo per battere a rete o intervenire sulla palla senza commettere fallo sui piedi dell'attaccante avversario. Nel generale rinnovamento che il team di Shingo “Seabass” Takatsuka ha voluto infondere nella serie, anche per le lamentele dei fan di lunga data, non poteva fare eccezione la versione in esame, nonostante sia ormai chiaro che, mentre secondo una strada ben precisa si muove lo sviluppo dedicato a PlayStation 3 e Xbox 360, PSP e PlayStation 2 si mantengono saldamente legate a diversi elementi più tradizionali, andando ad essere due edizioni praticamente gemelle.

Con menù completamente rivisitati ed estremamente colorati, é chiaro il messaggio del team di sviluppo: si é lavorato per svecchiare quello che ormai inizia ad essere troppo stantio. Accompagnati da una colonna sonora composta da brani rock freschi e trascinanti, osserviamo le varie voci che per la prima volta fanno la loro comparsa nella saga, notando però la mancanza della tanto decantata UEFA Champions League, fiore all'occhiello rimasto ad appannaggio delle versione in alta definizione del gioco. Tra i vari tornei disponibili, dove logicamente sarà possibile cimentarsi in coppe e campionati di diverso genere, continuano ad esserci la possibilità di editare squadre e giocatori (sebbene si debba dire che, i team presenti, godono di aggiornamenti recenti nelle rose).



Fanno però capolino due novità che non mancano di attirare l'attenzione del giocatore di vecchia data come di quello novizio. Stiamo parlando della ormai famosa modalità “Diventa un Mito” e della possibilità di giocare contro un avversario umano sfruttando una connessione ad internet in wi-fi. Nel primo caso, compito del giocatore, sarà quello di creare un proprio alterego virtuale, impostando diversi parametri che vanno dall'aspetto fisico alle predisposizioni calcistiche, come il ruolo preferito sul campo e alcuni punti abilità da distribuire a proprio piacimento nella solita lista di skill che da anni abbiamo imparato a conoscere. Una volta terminata la creazione, si potrà dare il via alla propria carriera nel mondo del pallone, partendo da partita fittizia dove, mettendoci in mostra, verremo cercati dai talent scout delle formazioni appartenenti ai maggiori campionati europei (o meglio, da quelli per cui Konami ha deciso di acquistare le licenze).

Manuale per diventare un mito
Inizia così una lunga avventura in cui perderemo di vista qualsiasi aspetto di pianificazione tattica della partita e passeremo a controllare unicamente il nostro personaggio, nel tentativo di conquistarci un posto stabile tra i titolari e magari essere contattati da squadre sempre più famose, per inseguire traguardi come vittorie prestigiose e, perché no, un posto in nazionale. Vista la natura portatile del gioco, si é deciso di non calcare troppo la mano sulla difficoltà d'accesso alla prima squadra, eliminando le partitelle infrasettimanali in famiglia tra titolari e riserve che, invece, su PS3 e Xbox 360 sono il modo migliore per mettersi in vista agli occhi del mister. Qui si verrà semplicemente convocati o no in quello che, nei primi periodi, sarà più che altro un farsi le ossa in pochi scampoli di partita, in attesa che le nostre abilità migliorino per renderci competitivi.

Quello che sembrerebbe un perfetto compromesso tra l'affascinante modalità di gioco e le tempistiche insite nella natura portatile della PSP, cade purtroppo miseramente appena ci si renderà conto di quanto siano invasivi i caricamenti tra una partita e l'altra. L'hardaware della console é costretto a gestire una considerevole mole di dati, trovandosi così a dover caricare per anche quasi due minuti prima di ogni partita, portando molto presto alla noia il giocatore, già magari provato dall'essere stato mandato in tribuna dal proprio allenatore.



Il problema si é mostrato unicamente in questa modalità, lasciando caricamenti più che accettabili in tutte le altre competizioni, mostrando quindi limiti di ottimizzazione proprio in una delle novità più attese. Fallisce anche la nuova visuale verticale, posta alle spalle del giocatore, inserita apposta per gli aspiranti Miti. Risulta infatti troppo stretta per permettere una corretta visuale di gioco, perdendo il confronto con le telecamere tradizionali.

Poco da rallegrarsi anche per quanto riguarda la possibilità di giocare online collegandosi in wi-fi ai server Konami dove, tramite una rapida registrazione e l'ingresso in apposite stanze virtuali, é possibile misurarsi contro giocatori di tutto il mondo. Anche avendo accesso a connessioni particolarmente veloci, é praticamente rarissimo riuscire a giocare una partita che non sia pesantemente rovinata da rallentamenti e lag, andando così a penalizzare il divertimento stesso di mettersi alla prova contro i migliori avversari rintracciabili. Un vero peccato, vista la natura del titolo, decisamente adatta ai confronti tra sfidanti umani.

Il coraggio di calciare un rigore
Andando invece ad analizzare il gioco in se stesso, rifacendosi alle modalità classiche, é possibile notare un globale miglioramento praticamente omogeneo in ogni sua componente. Come detto in precedenza, la grafica non soffre più i rallentamenti dello scorso anno, e la giocabilità si giova di una migliore intelligenza artificiale, costringendo l'utente a ragionare maggiormente su come gestire il possesso di palla, limitando la pratica di passare sempre al campione della squadra per tentare gol anche impossibili (quantomeno della realtà). I comandi della PSP non sono certo i migliori per un titolo calcistico, ma si é riusciti a migliorare maggiormente il feeling con i movimenti dei calciatori, sebbene siano sempre presenti i famigerati “binari invisibili” su cui sono soliti muoversi gli atleti.

Come abbiamo detto in precedenza, però, le principali innovazioni inserite in Pro Evolution Soccer 2009 su PSP, si presentano pesantemente minate da diversi problemi, rendendole di fatto di scarsa attrattiva. Ad oggi, benché sia impossibile non ravvisare i diversi miglioramenti infusi nel gameplay, il gioco si presenta principalmente nelle vesti in cui avremmo voluto vederlo lo scorso anno, esente da rallentamenti e capace di regalate tante ore di divertimento spensierato. Purtroppo però, ci si attendeva un maggiore coraggio (o quantomeno una maggiore perizia) nel dare una sostanziale virata al prodotto, magari differenziandolo maggiormente da quello per PlayStation 2, piattaforma che, per quanto rappresenti una pagina importante della storia dei videogame, é ormai alla fine del suo ciclo vitale. PSP dovrà invece continuare a rappresentare un punto fermo del mercato, motivo per cui ci si poteva attendere più attenzione.

PES 09, in questa sua incarnazione, non é sicuramente definibile un brutto prodotto, offre invece diversi spunti realmente pregevoli per una macchina portatile, ma continua a soffrire di un'impostazione troppo legata al passato per poter fare il tanto auspicato salto di qualità. Se siete fan della serie o non riponete troppe aspettative nel gioco online e nella carriera del singolo calciatore, troverete sicuramente ottimi motivi per portare il calcio Konami sempre con voi, ma se speravate in una produzione che sapesse slegarsi del tutto dei vecchi difetti, offrendo allo stesso tempo nuovi stimoli, forse converrà attendere il prossimo episodio del gioco, in cui ci si auspica che sia finalmente arrivato il momento per la versione PSP di camminare con le proprie gambe, senza essere una diretta conversione di quella per PS2.