Pro Evolution Soccer 2011

di Fabio Fundoni
Come ai vecchi tempi
Nell'anno del tentativo di rivoluzionare i suoi canoni su PlayStation 3 e Xbox 360, la saga di Pro Evolution Soccer non poteva comunque mancare di dare ai propri fan il classico episodio anche su PSP dove, da qualche anno, sta continuando a portare avanti il proprio marchio seguendo però lo stile di gioco più classico, da sempre rimasto ancorato alle edizioni su PlayStation 2 e importato quasi di peso sulla portatile Sony. Chiariamo subito che, un po' per limiti tecnici degli hardware in questione, un po' per il gusto della tradizione, la musica non cambia nemmeno quest'anno, mettendoci davanti alla naturale prosecuzione della strada intrapresa dai ragazzi al seguito di Shingo “Seabass” Takatsuka.

Insomma nessun “free pass”, per intenderci, con un lavoro più indirizzato a limare quel che si é fatto sino ad oggi in pura chiave “revisionismo PESistico”. Chiaramente qualcuno potrebbe a ragione rimanere deluso dalla cosa, ma una rapida analisi dei fatti può far comprendere il perché della scelta, fatto salvo l'”amore” del team di sviluppo per la propria tradizione. Basta ricordare le qualità dei controlli a disposizione per rendersi conto che, molto probabilmente, l'implementazione del passaggio libero (vero piatto forte del nuovo che avanza in casa Konami) sarebbe stata più negativa che altro. Vi immaginate a cercare d'imbroccare la giusta direzione a 360 gradi con la croce direzionale o la levetta analogica della PSP?Insomma, la scelta sembra quantomeno sensata e, al giorno d'oggi, non é certo poco.“More of the same”? Data disk annuale? Correre a conclusioni affrettate potrebbe essere precipitoso, ma é indubbio che lo sviluppo su questi lidi paia, in un certo senso, poco reattivo. Ci da il benvenuto uno stile tutto nuovo, identico a quello visto su piattaforme ad alta definizione, se non altro per musiche e grafica dei menu.




Sono a disposizione un buon numero di modalità, naturalmente a partire dalle classiche sfide veloci, passando per la Maste League (dove costruire la squadra dei propri sogni) sino a giungere alla Champion's League, ancora una volta con licenza in mano alla Konami. A queste si affianca la Coppa Libertadores, trofeo sudamericano che porta in dote squadre più o meno celebri, tra Boca Junior e Indipendiente. Anche per quanto riguarda le partire da giocare utilizzando un solo calciatore, lasciando quindi il resto della squadra all'intelligenza artificiale, si registra una novità da affiancare al classico “Mito”, che ci vede ancora una volta impegnati a creare un alter ego da zero per portarlo a diventare un campione apprezzato e rispettato. Ora potremo anche prendere in mano la vita professionale di un calciatore già esistente e metterci nei suoi panni per farlo emergere tra i vari atleti a disposizione del mister o, magari, suggellare con qualche nuovo trofeo una bacheca già ben nutrita.

Se non passi non vale
I veri calciofili avranno insomma pane per i loro denti anche quando saranno lontani dalla loro console casalinga e dal divano, in compagnia di un gameplay che, per quelli che hanno messo in vita loro le mani almeno su un altro Pro Evolution Soccer, non avranno problemi a padroneggiare sin da subito. Stampo arcade dove si può notare qualche piccolo accorgimento rispetto al passato, dove la velocità sembra essere stata leggermente ridimensionata ed é necessaria una certa pratica per riuscire a fuggire dai difensori avversari palla al piede. L'intelligenza artificiale, sebbene non perfetta, ha ricevuto una certa registrazione: alzando al massimo il livello di difficoltà avrete il vostro bel da fare per portare a casa i tre punti, con i difensori a gestire abbastanza oculatamente gli spazi a disposizione. Rimangono però i vecchi difetti come, ad esempio, i classici “binari” su cui paiono correre i nostri eroi in pantaloncini .

La gestione di tiri, passaggi, e corsa é pressoché invariata, lasciando un classico senso di “già visto” in larga percentuale. Logicamente sono da segnalarsi le novità per quel che riguarda rose e team, ma dobbiamo registrare un certo ritardo nei trasferimenti, costringendoci così ad editare “a mano” i colpi arrivati a fine mercato, vedi Ibrahimovic ancora al Barcellona o Borriello accasato a Milano invece che alla corte di Ranieri. Peccato veniale, ma che lascia un certo retrogusto amaro nell'era dell'online, in cui una leggera patch potrebbe aggiustare tutto con pochi mega di download. É proprio l'online uno dei punti più dolenti del titolo, o meglio uno dei punti assenti. Se solo due episodi fa era presente la possibilità di giocare in rete semplicemente tramite in collegamento wi-fi (sebbene con sensibile lag), gli sviluppatori hanno deciso di abbandonare totalmente questa strada, per battere invece l'opzione che vede un massimo di quattro utenti sfidarsi in wireless locale.




Scompare anche l'interazione tra PlayStation 2 e PSP, apprezzatissima in passato e capace di farci importare ed esportare a piacimento i salvataggi tra le due macchine da gioco, in modo da poter portare avanti un campionato o allenare il proprio giocatore virtuale sia in casa che in qualsiasi altro posto. Peccato, perché far dialogare a questa maniera le console sembrava essere l'incipit di una strada interessantissima in vista della prossima accoppiata PlayStation 3 - PSP 2. Speriamo che questa non sia da considerarsi una bocciatura definitiva, ma semplicemente tirare il fiato prima del prossimo exploit.

Giocare con stile
Graficamente Pro Evolution Soccer 2011 non presenta dunque novità, se non alcune limature ai già ottimi modelli poligonali dei calciatori che, anno dopo anno, sono sempre più somiglianti alle controparti reali, sebbene vi sia qualche animazione non proprio perfetta. Buona anche la fluidità, requisito necessario per godersi pienamente un titolo simile. Anche il sonoro fa la sua parte, mostrando finalmente una telecronaca completa, rispetto a quella degli scorsi anni dove si potevano ascoltare solo sparute frasi. Nuovamente affidato a José Altafini e Pirluigi Pardo, il commento riesce ad essere abbastanza puntuale anche se, come accade spesso nei titoli sportivi, alla lunga inizia a stancare. Le battute di Altafini sono poi un discorso a parte: dipenderà dal vostro gusto personale capire se saranno inutili orpelli o piacevoli freddure.

É possibile fare un discorso simile anche per la colonna sonora, dove ad un paio di canzoni più ritmate fa compagnia un set di brani che ci é parso non proprio adatto ad un titolo sportivo vedi, ad esempio, la presenza della nostrana Nina Zilli che canta di amori perduti. Quantomeno é presente la possibilità di editare in toto la track list, inserendo i propri mp3 presenti su memory stick. Buoni poi gli effetti sonori come il rumore del pallone o il tifo. In tutto questo, visti i sin troppo lunghi caricamenti che minavano pesantemente il divertimento del capitolo precedente, compare adesso la possibilità di installare circa 600 MB di dati, in modo da snellire il lavoro dell'hardware e rendere la resa più performante. Una vera manna, viste l'esperienza passata.

Insomma, Pro Evolution Soccer 2011 non verrà ricordato come la rivoluzione del calcio portatile, ma si presenta come miglior episodio della serie su PSP, grazie ad un lavoro fedele alla linea storia Konami con un buon numero di miglioramenti non epocali, ma utili alla soddisfazione del giocatore. La perfezione non abita qui, ma gli appassionati non mancheranno di passare molte ore piacevoli in questa compagnia. Puntiamo comunque gli occhi sul futuro: visto come si sta evolvendo altrove la saga sarà interessante vedere le prossime mosse di Seabass.