Pro Evolution Soccer 2012
di
Giuseppe Schirru
Un'attenta analisi del panorama calcistico videoludico odierno porta alle seguenti considerazioni: FIFA é il metro di paragone, il campione da battere, quello che riprendendo le parole di Mourinho nei confronti del Barca é “un prodotto finito” e che di anno in anno si migliora con novità mirate a impreziosirne il gameplay e raggiunger sempre più livelli di eccellenza. E PES? Nonostante il glorioso passato é purtroppo e certamente un prodotto grezzo, da affinare, perfezionare, qualcosa su cui ancora lavorare sodo e che la cadenza annuale e l'imprescindibilità di presenziare sugli scaffali a settembre-ottobre di certo non aiuta. Se poi ogni anno il team di sviluppo parte con l'idea di stravolgere le carte in tavola, allora il sentore é che passerà un bel pezzo prima che la serie raggiunga nuovamente la piena maturità. La visibile distanza dall'eccellenza non significa però che il pargolo di Konami sia da buttar via, tutt'altro.
Per ora saltiamo a pié pari il discorso licenze et similia, per quanto vedere alcuni dei maggiori campionati europei menomati in quanto a squadre lasci oltremodo basiti. Pro Evolution Soccer é un titolo calcistico e il banco di prova dev'essere unicamente il rettangolo di gioco. La prima vera e propria novità, denominata Off the Ball, riguarda la possibilità di comandare i giocatori senza palla, sia durante la normale azione di gioco, sia durante i calci piazzati. Il sistema si rivela invero arzigogolato e richiede un minimo di apprendistato per essere padroneggiato a dovere, poiché ci troveremo essenzialmente a controllare due giocatori (con lo stick destro quello senza palla) allo stesso tempo aumentando esponenzialmente le possibilità di arrecare danno alle difese avversarie. Altra novità arriva dall'intelligenza artificiale dei giocatori comandati dalla cpu, sensibilmente migliorata, che stavolta si dimostrano ben più attenti e reattivi in fase difensiva e capaci di attaccare efficacemente gli spazi in quella offensiva.
Partendo dal presupposto che Pro Evolution Soccer 2012 si lascia piacevolmente giocare e si consegni al fruitore come un titolo godibile, é doveroso ammettere che a livello di gameplay alcune scelte faranno storcere il naso alla folla. Questa versione 2012 appare come una figura combattuta, sicuramente votata al rinnovamento ma incapace di scrollarsi di dosso alcune scelte di gameplay che da anni gravano su di essa come un macigno. L'universo di PES é governato da millenni dalla regola che la distanza più breve tra due punti é una retta, quindi tornano a gran voce (urla di terrore) i cosiddetti binari che ancora una volta limitano l'azione di gioco in sé rendendola troppo pilotata. Una piaga che non necessita di presentazioni e che oramai i fan di pes odiano da diverso tempo, capace com'é di limitare sensibilmente la libertà d'azione del giocatore.
Rimanendo in tema di "purtroppo", oltre a una fisica spesso e volentieri “incoerente” (specie a livello di tiri), sul campo da gioco persiste un sistema di collisioni non esente da pecche (e definirlo così significa possedere gran dose di magnanimità), un sistema di dribbling troppo meccanico (lontano anni luce da quanto proposto dalla diretta concorrenza), una legnosità a livello di movimenti dei giocatori che sulle prime lascia interdetti, e poi imbestialiti considerando che é il millesimo anno di fila che non si hanno sensibili miglioramenti in tal senso. Sorvolando sulle onnipresenti cutscene che spezzettano continuamente l'azione (i troppi tempi morti sono un vero e proprio giramento di maracas) non convincono ancora un paio di aspetti, e su tutti svetta la deficienza artificiale dei portieri.
In Pro Evolution Soccer 2012 i portieri sono così scarsi e capaci di comportamenti incomprensibili che richiederebbero di modificare la definizione di deficiente nel Devoto-Oli. Konami ha promesso una patch tempestiva per risolvere il problema, ma ad oggi gli estremi difensori di estremo hanno solo alcune dormite degne del peggior Dida, data la capacità di trasformare un innocente retropassaggio nella più temibile azione da goal, senza parlare poi del fattore uscite o ribattute. Chiudete le finestre e le persiane perché i pad potrebbero finire in strada.
Per ora saltiamo a pié pari il discorso licenze et similia, per quanto vedere alcuni dei maggiori campionati europei menomati in quanto a squadre lasci oltremodo basiti. Pro Evolution Soccer é un titolo calcistico e il banco di prova dev'essere unicamente il rettangolo di gioco. La prima vera e propria novità, denominata Off the Ball, riguarda la possibilità di comandare i giocatori senza palla, sia durante la normale azione di gioco, sia durante i calci piazzati. Il sistema si rivela invero arzigogolato e richiede un minimo di apprendistato per essere padroneggiato a dovere, poiché ci troveremo essenzialmente a controllare due giocatori (con lo stick destro quello senza palla) allo stesso tempo aumentando esponenzialmente le possibilità di arrecare danno alle difese avversarie. Altra novità arriva dall'intelligenza artificiale dei giocatori comandati dalla cpu, sensibilmente migliorata, che stavolta si dimostrano ben più attenti e reattivi in fase difensiva e capaci di attaccare efficacemente gli spazi in quella offensiva.
Partendo dal presupposto che Pro Evolution Soccer 2012 si lascia piacevolmente giocare e si consegni al fruitore come un titolo godibile, é doveroso ammettere che a livello di gameplay alcune scelte faranno storcere il naso alla folla. Questa versione 2012 appare come una figura combattuta, sicuramente votata al rinnovamento ma incapace di scrollarsi di dosso alcune scelte di gameplay che da anni gravano su di essa come un macigno. L'universo di PES é governato da millenni dalla regola che la distanza più breve tra due punti é una retta, quindi tornano a gran voce (urla di terrore) i cosiddetti binari che ancora una volta limitano l'azione di gioco in sé rendendola troppo pilotata. Una piaga che non necessita di presentazioni e che oramai i fan di pes odiano da diverso tempo, capace com'é di limitare sensibilmente la libertà d'azione del giocatore.
Rimanendo in tema di "purtroppo", oltre a una fisica spesso e volentieri “incoerente” (specie a livello di tiri), sul campo da gioco persiste un sistema di collisioni non esente da pecche (e definirlo così significa possedere gran dose di magnanimità), un sistema di dribbling troppo meccanico (lontano anni luce da quanto proposto dalla diretta concorrenza), una legnosità a livello di movimenti dei giocatori che sulle prime lascia interdetti, e poi imbestialiti considerando che é il millesimo anno di fila che non si hanno sensibili miglioramenti in tal senso. Sorvolando sulle onnipresenti cutscene che spezzettano continuamente l'azione (i troppi tempi morti sono un vero e proprio giramento di maracas) non convincono ancora un paio di aspetti, e su tutti svetta la deficienza artificiale dei portieri.
In Pro Evolution Soccer 2012 i portieri sono così scarsi e capaci di comportamenti incomprensibili che richiederebbero di modificare la definizione di deficiente nel Devoto-Oli. Konami ha promesso una patch tempestiva per risolvere il problema, ma ad oggi gli estremi difensori di estremo hanno solo alcune dormite degne del peggior Dida, data la capacità di trasformare un innocente retropassaggio nella più temibile azione da goal, senza parlare poi del fattore uscite o ribattute. Chiudete le finestre e le persiane perché i pad potrebbero finire in strada.
Pro Evolution Soccer 2012
8
Voto
Redazione
Pro Evolution Soccer 2012
PES 2012 é un titolo che presenta due facce, quella rivolta verso il futuro e che presenta alcune migliorie e novità atte ad impreziosirlo, e l'altra ancorata al passato, che ripropone problematiche oramai storiche e millenarie che la saga avrebbe dovuto lasciarsi alle spalle da un bel pezzo. Rimane tuttavia un titolo godibile, divertente e che si lascia giocare, ma ripensando al glorioso passato non é questo il posto che gli compete. E quel posto gli viene soffiato sotto al naso da chi, attualmente, ha capito come un titolo calcistico dovrebbe effettivamente essere.