Pro Evolution Soccer 5
Licenziato
Anno dopo anno la serie PES si porta dietro sempre il solito difetto che ha ereditato dai primissimi ISS Pro e che non è mai riuscito ad eliminare del tutto: il database incompleto. Konami, infatti, non è mai stata in grado di inserire nel suo inventario di stelle internazionali tutti i giocatori realmente militanti nei vari campionati e nelle varie nazionali, bensì deve sempre ricorrere a trucchetti come battezzare i giocatori con nomi modificati sulla base di quelli reali, anche se riconoscibilissimi dall'aspetto fisico. Questa volta tocca alla nazionale ospitante i prossimi Mondiali, accoppiata all'Olanda, negare la possibilità di vedere i nomi reali. Per chi proprio non ce la facesse a leggere quegli storpiamenti (d'altro canto al Processo si sente di peggio) si profila un lungo pomeriggio da dedicare ad aggiustare le cose mediante l'apposito editor.
3
Fluido
Dal punto di vista delle modalità di gioco non si vedono novità di sorta: le coppe, la Master League e le partite sono tutte tali e quali al prequel e purtroppo non è stata inserita la fase di qualificazione ai Mondiali che si è vista nella versione NTSC (Winning Eleven 9). Peccato perché, nonostante non rappresentasse nulla di nuovo (basti ricordare FIFA Road To World Cup 98 per rendersi conto come queste modalità siano state sperimentate da tempo), sarebbe stato una piacevole aggiunta a un titolo che dal punto di vista dell'innovazione lascia un po' a desiderare. Il discorso però cambia sostanzialmente una volta che si scende in campo: dalle primissime partite è evidente come siano stati eliminati tutti i rallentamenti nelle fasi di gioco. È vero che essi permangono in alcune animazioni (ad esempio in quella in cui il portiere si appresta a calciare un rinvio lungo), ma durante le fasi giocate sono praticamente assenti.
Rissoso
Il conseguimento di questo importante traguardo tuttavia è stato pagato con l'eliminazione del pubblico in alcune delle visuali presenti, per intenderci quelle che permettono di sbirciare sugli spalti solo in concomitanza di lanci lunghi da bordo campo: nelle altre (quelle in cui la telecamera inquadra più frequentemente le scalinate) e nei replay gli spettatori ricompaiono quasi magicamente.
Il livello di dettaglio dei giocatori in campo e dell'area di gioco, invece, è rimasto pressoché costante anche perché la sensazione è che ci fosse poco da migliorare.
Se c'è un campo in cui sono stati fatti passi in avanti è quello delle animazioni durante le fasi di gioco: in particolare sono state aggiunte le movenze tipiche di Ronaldinho, e anche gli scontri tra due giocatori in corsa e le spinte durante le resse dei calci d'angolo sono ora più verosimili. A gioco fermo, infine, vanno menzionati i principi di rissa dopo un fallo particolarmente brutto e gli infortuni dei giocatori.
Affaticamento pericoloso
Ma questo PES 5 non apporta solo modifiche estetiche, bensì anche riguardanti la partita vera e propria. La prima differenza degna di nota è la norma del vantaggio, che ora è gestita decisamente meglio: l'arbitro lascia correre su un fallo al portatore di palla, se e solo se il primo a riconquistarla è un giocatore della stessa squadra, come è giusto che sia. Rispetto al prequel il passo in avanti è notevole.
Anche gli infortuni sono ora più verosimili: oltre a quelli che avverranno dopo i consueti abbattimenti da parte della contraerea-Materazzi, infatti, dovrete fare i conti anche con quelli causati dall'eccessivo affaticamento, che possono verificarsi anche se il giocatore non subisce un fallo degno di nota da oltre mezz'ora.
Meno pressing
Le novità più succose, infine, riguardano il gameplay. Esattamente come una scarpa nuova che chiede al piede di adattarvisi, questo PES 5 cambia piuttosto profondamente il gameplay in una direzione tale da avvicinarsi al realismo, richiedendo quindi al giocatore di adeguarvisi. La prima novità importante riguarda il pressing: i vertici di Konami devono aver notato un abuso del tasto X, talmente efficace da far quasi dimenticare la scivolata in fase difensiva. In questo caso il pressing richiede maggiore attenzione, in quanto la sua pressione indiscriminata (come i precedenti episodi di PES ci hanno abituato a fare) porta facilmente a un tiro libero. Ciò non significa affatto che esso non vada utilizzato del tutto: l'unica accortezza che necessita è un adeguato tempismo. Non significa nemmeno che in questo PES 5 il gameplay sia sbilanciato in attacco: come e più che nel prequel, infatti, il numero totale di gol a fine partita sarà spesso esiguo, grazie anche all'aumentata efficacia della scivolata, capace di compensare il declassamento del pressing.
Azioni corali
Durante le punizioni comparirà la barra della potenza anche per i passaggi, mentre quelli durante le fasi di gioco sono ora maggiormente realistici: il loro destino (inteso come arrivo a destinazione o intercettazione da parte degli avversari) è ora maggiormente legato alle capacità del giocatore (voi), quindi sarà più facile assistere a passaggi del tutto sballati.
Un'ultima novità immediatamente tangibile riguarda il controllo della palla: in funzione della potenza di un passaggio (e dall'abilità nello stop del calciatore) dipende di quanto essa si allontana da chi la riceve, mentre è ancora più difficile effettuare i dribbling (senza la pressione di R2), limitando così le azioni soliste.
Di contro i tiri da fuori aria si rivelano più potenti e precisi, anche se i portieri raramente si faranno infilare: la loro AI è finalmente accettabile (per intenderci non li vedrete subire i gol presi da Chimenti).
PES ovunque
Conclude il quadro delle novità sul campo l'inserimento del migliore in campo nelle pagelle finali.
Il sonoro invece non mostra novità di rilievo: esso è contraddistinto da cori poco incisivi e da una telecronaca fatta apposta per essere eliminata.
Per quanto riguarda le opzioni multiplayer, vera e propria linfa vitale di giochi del genere, finalmente sono state implementate le modalità online fino a 4 giocatori (due per macchina), ma c'è poco di che entusiasmarsi: quanto di buono mostrato dalla versione per Xbox non è avvicinata dal sempre deficitario servizio della Sony.
Chiude il quadro una curiosa possibilità dedicata ai possessori di PS2 e PSP, ovvero l'interscambio di dati tra le due console. In pratica potrete iniziare una Master League sulla PS2, scambiare i dati e continuare fuori casa grazie alla portabilità della PSP e così via.
Per la conclusione vi rimandiamo al commento finale.
112
Anno dopo anno la serie PES si porta dietro sempre il solito difetto che ha ereditato dai primissimi ISS Pro e che non è mai riuscito ad eliminare del tutto: il database incompleto. Konami, infatti, non è mai stata in grado di inserire nel suo inventario di stelle internazionali tutti i giocatori realmente militanti nei vari campionati e nelle varie nazionali, bensì deve sempre ricorrere a trucchetti come battezzare i giocatori con nomi modificati sulla base di quelli reali, anche se riconoscibilissimi dall'aspetto fisico. Questa volta tocca alla nazionale ospitante i prossimi Mondiali, accoppiata all'Olanda, negare la possibilità di vedere i nomi reali. Per chi proprio non ce la facesse a leggere quegli storpiamenti (d'altro canto al Processo si sente di peggio) si profila un lungo pomeriggio da dedicare ad aggiustare le cose mediante l'apposito editor.
Fluido
Dal punto di vista delle modalità di gioco non si vedono novità di sorta: le coppe, la Master League e le partite sono tutte tali e quali al prequel e purtroppo non è stata inserita la fase di qualificazione ai Mondiali che si è vista nella versione NTSC (Winning Eleven 9). Peccato perché, nonostante non rappresentasse nulla di nuovo (basti ricordare FIFA Road To World Cup 98 per rendersi conto come queste modalità siano state sperimentate da tempo), sarebbe stato una piacevole aggiunta a un titolo che dal punto di vista dell'innovazione lascia un po' a desiderare. Il discorso però cambia sostanzialmente una volta che si scende in campo: dalle primissime partite è evidente come siano stati eliminati tutti i rallentamenti nelle fasi di gioco. È vero che essi permangono in alcune animazioni (ad esempio in quella in cui il portiere si appresta a calciare un rinvio lungo), ma durante le fasi giocate sono praticamente assenti.
Rissoso
Il conseguimento di questo importante traguardo tuttavia è stato pagato con l'eliminazione del pubblico in alcune delle visuali presenti, per intenderci quelle che permettono di sbirciare sugli spalti solo in concomitanza di lanci lunghi da bordo campo: nelle altre (quelle in cui la telecamera inquadra più frequentemente le scalinate) e nei replay gli spettatori ricompaiono quasi magicamente.
Il livello di dettaglio dei giocatori in campo e dell'area di gioco, invece, è rimasto pressoché costante anche perché la sensazione è che ci fosse poco da migliorare.
Se c'è un campo in cui sono stati fatti passi in avanti è quello delle animazioni durante le fasi di gioco: in particolare sono state aggiunte le movenze tipiche di Ronaldinho, e anche gli scontri tra due giocatori in corsa e le spinte durante le resse dei calci d'angolo sono ora più verosimili. A gioco fermo, infine, vanno menzionati i principi di rissa dopo un fallo particolarmente brutto e gli infortuni dei giocatori.
Affaticamento pericoloso
Ma questo PES 5 non apporta solo modifiche estetiche, bensì anche riguardanti la partita vera e propria. La prima differenza degna di nota è la norma del vantaggio, che ora è gestita decisamente meglio: l'arbitro lascia correre su un fallo al portatore di palla, se e solo se il primo a riconquistarla è un giocatore della stessa squadra, come è giusto che sia. Rispetto al prequel il passo in avanti è notevole.
Anche gli infortuni sono ora più verosimili: oltre a quelli che avverranno dopo i consueti abbattimenti da parte della contraerea-Materazzi, infatti, dovrete fare i conti anche con quelli causati dall'eccessivo affaticamento, che possono verificarsi anche se il giocatore non subisce un fallo degno di nota da oltre mezz'ora.
Meno pressing
Le novità più succose, infine, riguardano il gameplay. Esattamente come una scarpa nuova che chiede al piede di adattarvisi, questo PES 5 cambia piuttosto profondamente il gameplay in una direzione tale da avvicinarsi al realismo, richiedendo quindi al giocatore di adeguarvisi. La prima novità importante riguarda il pressing: i vertici di Konami devono aver notato un abuso del tasto X, talmente efficace da far quasi dimenticare la scivolata in fase difensiva. In questo caso il pressing richiede maggiore attenzione, in quanto la sua pressione indiscriminata (come i precedenti episodi di PES ci hanno abituato a fare) porta facilmente a un tiro libero. Ciò non significa affatto che esso non vada utilizzato del tutto: l'unica accortezza che necessita è un adeguato tempismo. Non significa nemmeno che in questo PES 5 il gameplay sia sbilanciato in attacco: come e più che nel prequel, infatti, il numero totale di gol a fine partita sarà spesso esiguo, grazie anche all'aumentata efficacia della scivolata, capace di compensare il declassamento del pressing.
Azioni corali
Durante le punizioni comparirà la barra della potenza anche per i passaggi, mentre quelli durante le fasi di gioco sono ora maggiormente realistici: il loro destino (inteso come arrivo a destinazione o intercettazione da parte degli avversari) è ora maggiormente legato alle capacità del giocatore (voi), quindi sarà più facile assistere a passaggi del tutto sballati.
Un'ultima novità immediatamente tangibile riguarda il controllo della palla: in funzione della potenza di un passaggio (e dall'abilità nello stop del calciatore) dipende di quanto essa si allontana da chi la riceve, mentre è ancora più difficile effettuare i dribbling (senza la pressione di R2), limitando così le azioni soliste.
Di contro i tiri da fuori aria si rivelano più potenti e precisi, anche se i portieri raramente si faranno infilare: la loro AI è finalmente accettabile (per intenderci non li vedrete subire i gol presi da Chimenti).
PES ovunque
Conclude il quadro delle novità sul campo l'inserimento del migliore in campo nelle pagelle finali.
Il sonoro invece non mostra novità di rilievo: esso è contraddistinto da cori poco incisivi e da una telecronaca fatta apposta per essere eliminata.
Per quanto riguarda le opzioni multiplayer, vera e propria linfa vitale di giochi del genere, finalmente sono state implementate le modalità online fino a 4 giocatori (due per macchina), ma c'è poco di che entusiasmarsi: quanto di buono mostrato dalla versione per Xbox non è avvicinata dal sempre deficitario servizio della Sony.
Chiude il quadro una curiosa possibilità dedicata ai possessori di PS2 e PSP, ovvero l'interscambio di dati tra le due console. In pratica potrete iniziare una Master League sulla PS2, scambiare i dati e continuare fuori casa grazie alla portabilità della PSP e così via.
Per la conclusione vi rimandiamo al commento finale.
Pro Evolution Soccer 5
8.5
Voto
Redazione
Pro Evolution Soccer 5
Il quinto capitolo della serie si propone al grande pubblico di appassionati del gioco più bello del mondo con la rimozione totale dei rallentamenti, alcuni miglioramenti nelle animazioni e, soprattutto, un gameplay quasi rivoluzionato: il pressing, strumento utile quanto abusato nei prequel, è ora praticamente bandito richiedendo al giocatore un maggiore tatticismo in fase difensiva e in quella di possesso palla. Per il resto è sempre il solito PES, nel bene e nel male: capace di mostrarsi imprevedibile come il calcio giocato, ma anche caratterizzato dall'assenza della licenza di Olanda e Germania e di un multiplayer online che presta il fianco alle critiche di chi sperava in un deciso passo in avanti, in questo settore, della software house nipponica.