Pro Evolution Soccer 6
La PSP non è la Playstation 2, una considerazione indubbiamente banale e scontata ma secondo noi necessaria per comprendere fino in fondo il valore del titolo di casa Konami. Capita spesso, infatti, che versioni di un gioco molto diverse fra loro vengano "incrociate" in sede di analisi dei contenuti, errore decisamente marchiano specie quando si confronta un titolo presente su PS2 da oltre un lustro con uno giunto proprio quest'anno alla sua seconda apparizione. Come era facilmente intuibile, Pro Evolution Soccer 6 approda su PSP menomato di alcune caratteristiche del tutto accessorie presenti invece "nel fratello maggiore", scelta secondo alcuni discutibile ma che ha prodotto come risultato quello di offrire un impianto di gioco del tutto simile per non dire identico a quello già visto su Playstation 2.
Effettuate le opportune correzioni al sistema di editing, limitata in questo caso alle sole fattezze somatiche dei giocatori, agli emblemi ed ai nomi dei team, agli stadi -appena uno- ed al comparto audio, menomato ancora una volta della telecronaca (presente solo la voce del commentatore all'atto del goal) per ridurre al minimo gli accessi al UMD, l'ultima fatica di casa Konami offre di fatto un menu decisamente ricco, comprendente dalla più classica delle partite della modalità Esibizione utile a quanti preferiscano avvicinarsi al gioco senza molte pretese, fino all'opzione più importante per ciò che concerne il versante single player, la Master League. Esattamente come nella versione Playstation 2 e nonostante l'assenza sia dell'opzione legata alla crescita dei giocatori che della possibilità di partecipare nel corso della stagione alle coppe (sia quelle di categoria che quelle internazionali), tale modalità consente in sintesi di prendere il controllo di una delle squadre presenti nelle cinque principali leghe professionistiche europee, Serie A italiana, Premiere League inglese, Liga Spagnola, Eredivise olandese e Ligue Francese, e di guidarla lungo le tre categorie disponibili potendone gestirne al contempo sia le "questioni tecniche" che quelle patrimoniali e di rafforzamento. Per gli amanti del multiplayer ed esattamente come nel prequel, è infine presente la modalità Ad-Hoc che consente di sfidare un giocatore unicamente via wireless rigorosamente offline.
Che si tratti di una semplice partita della modalità esibizione o della finalissima di una fra le cinque competizioni internazionali disponibili (Coppa America, Coppa d'Africa, Asia Cup, Coppa Konami e Coppa Reebok), il sistema di gioco offerto dal gioiello di casa Konami rispecchia in tutto e per tutto quello già ammirato su Xbox 360 e Playstation 2.
Sotto questo punto di vista il team di sviluppo ha saputo compiere un lavoro di conversione praticamente perfetto, offrendo nello specifico sia le medesime features pre-gara (moduli di gioco, atteggiamento dei giocatori, schemi) che soprattutto la meccanica in game tipica del gioco firmato KCEE. E così, movimenti di squadra, atteggiamento (sovrapposizioni, tagli) ed intelligenza artificiale dei giocatori controllati dalla CPU si traducono in pratica con un'azione di gioco "in sintonia" con lo sviluppo stesso della partita, esattamente come le capacità tecniche e balistiche di ogni singolo atleta, capaci proprio come nel calcio reale di alternare a seconda delle proprie caratteristiche dribbling ubriacanti e tiri all'incrocio dei pali ad errori macroscopici ed interventi a dir poco scomposti. Non da meno è la "caratterizzazione" dei diversi team, capaci di proporre soluzioni di attacco e di difesa variabili in funzione del tasso tecnico e atletico della squadra. Tecnicamente parlando il lavoro del team Konami è indubbiamente degno di nota. Graficamente Pro Evolution Soccer 6 si presenta infatti del tutto identico alla versione home, tanto per la qualità delle textures (eccettuato un leggero flickering sugli atleti) che soprattutto per il livello delle animazioni dei giocatori, capaci di correre, dribblare e tirare con assoluta disinvoltura. Non da meno è l'ottimo impatto visivo sia per quanto concerne il design dell'unico stadio disponibile che per la riproduzione del manto erboso e delle maglie dei giocatori, del tutto fedeli alle rispettive controparti reali.
Sempre a proposito di note positive da rimarcare l'ottima fisica del pallone, mentre in senso negativo si segnala la presenza di sporadici quanto preoccupanti cali di framerate riscontrabili sia in occasione dei calci piazzati in area che durante alcune fasi di gioco sulla linea mediana del campo.
Capitolo a parte merita invece il discorso legato al sistema di controllo. Come è noto, uno dei maggiori punti di forza della serie Pro Evolution Soccer su PS2 è sempre stato il perfetto connubio fra il gioco firmato Konami ed il control-pad di casa Sony, capace di assecondare le innumerevoli azioni disponibili in game attraverso la perfetta mappatura degli otto principali tasti di azione. La mancanza su PSP di un sistema di controllo altrettanto funzionale, fattore determinato per lo più dalla necessità di riconfigurare l'intero set di comandi su "appena" sei pulsanti, unitamente alla presenza di un control stick non propriamente preciso, non consente di fatto di aver su Playstation Portable il medesimo feeling riscontrabile invece su PS2, sensazione che diventa in taluni casi vero e proprio dramma specie per chi è abituato a fare dello scontro uno contro uno la propria arma vincente.
In sintesi
Konami prosegue il lavoro iniziato un anno or sono con il primo capitolo di Pro Evolution Soccer su PSP, proponendo in questa nuova versione un gioco finalmente non più orfano della principale modalità in Single Player, la Master League. Detto questo restano sia le ottime impressioni per ciò che concerne il sistema di gioco e le novità sotto il profilo contenutistico, che ahimé i "soliti" dubbi circa la qualità di un sistema di controllo ancora una volta non propriamente all'altezza della situazione.
Effettuate le opportune correzioni al sistema di editing, limitata in questo caso alle sole fattezze somatiche dei giocatori, agli emblemi ed ai nomi dei team, agli stadi -appena uno- ed al comparto audio, menomato ancora una volta della telecronaca (presente solo la voce del commentatore all'atto del goal) per ridurre al minimo gli accessi al UMD, l'ultima fatica di casa Konami offre di fatto un menu decisamente ricco, comprendente dalla più classica delle partite della modalità Esibizione utile a quanti preferiscano avvicinarsi al gioco senza molte pretese, fino all'opzione più importante per ciò che concerne il versante single player, la Master League. Esattamente come nella versione Playstation 2 e nonostante l'assenza sia dell'opzione legata alla crescita dei giocatori che della possibilità di partecipare nel corso della stagione alle coppe (sia quelle di categoria che quelle internazionali), tale modalità consente in sintesi di prendere il controllo di una delle squadre presenti nelle cinque principali leghe professionistiche europee, Serie A italiana, Premiere League inglese, Liga Spagnola, Eredivise olandese e Ligue Francese, e di guidarla lungo le tre categorie disponibili potendone gestirne al contempo sia le "questioni tecniche" che quelle patrimoniali e di rafforzamento. Per gli amanti del multiplayer ed esattamente come nel prequel, è infine presente la modalità Ad-Hoc che consente di sfidare un giocatore unicamente via wireless rigorosamente offline.
Che si tratti di una semplice partita della modalità esibizione o della finalissima di una fra le cinque competizioni internazionali disponibili (Coppa America, Coppa d'Africa, Asia Cup, Coppa Konami e Coppa Reebok), il sistema di gioco offerto dal gioiello di casa Konami rispecchia in tutto e per tutto quello già ammirato su Xbox 360 e Playstation 2.
Sotto questo punto di vista il team di sviluppo ha saputo compiere un lavoro di conversione praticamente perfetto, offrendo nello specifico sia le medesime features pre-gara (moduli di gioco, atteggiamento dei giocatori, schemi) che soprattutto la meccanica in game tipica del gioco firmato KCEE. E così, movimenti di squadra, atteggiamento (sovrapposizioni, tagli) ed intelligenza artificiale dei giocatori controllati dalla CPU si traducono in pratica con un'azione di gioco "in sintonia" con lo sviluppo stesso della partita, esattamente come le capacità tecniche e balistiche di ogni singolo atleta, capaci proprio come nel calcio reale di alternare a seconda delle proprie caratteristiche dribbling ubriacanti e tiri all'incrocio dei pali ad errori macroscopici ed interventi a dir poco scomposti. Non da meno è la "caratterizzazione" dei diversi team, capaci di proporre soluzioni di attacco e di difesa variabili in funzione del tasso tecnico e atletico della squadra. Tecnicamente parlando il lavoro del team Konami è indubbiamente degno di nota. Graficamente Pro Evolution Soccer 6 si presenta infatti del tutto identico alla versione home, tanto per la qualità delle textures (eccettuato un leggero flickering sugli atleti) che soprattutto per il livello delle animazioni dei giocatori, capaci di correre, dribblare e tirare con assoluta disinvoltura. Non da meno è l'ottimo impatto visivo sia per quanto concerne il design dell'unico stadio disponibile che per la riproduzione del manto erboso e delle maglie dei giocatori, del tutto fedeli alle rispettive controparti reali.
Sempre a proposito di note positive da rimarcare l'ottima fisica del pallone, mentre in senso negativo si segnala la presenza di sporadici quanto preoccupanti cali di framerate riscontrabili sia in occasione dei calci piazzati in area che durante alcune fasi di gioco sulla linea mediana del campo.
Capitolo a parte merita invece il discorso legato al sistema di controllo. Come è noto, uno dei maggiori punti di forza della serie Pro Evolution Soccer su PS2 è sempre stato il perfetto connubio fra il gioco firmato Konami ed il control-pad di casa Sony, capace di assecondare le innumerevoli azioni disponibili in game attraverso la perfetta mappatura degli otto principali tasti di azione. La mancanza su PSP di un sistema di controllo altrettanto funzionale, fattore determinato per lo più dalla necessità di riconfigurare l'intero set di comandi su "appena" sei pulsanti, unitamente alla presenza di un control stick non propriamente preciso, non consente di fatto di aver su Playstation Portable il medesimo feeling riscontrabile invece su PS2, sensazione che diventa in taluni casi vero e proprio dramma specie per chi è abituato a fare dello scontro uno contro uno la propria arma vincente.
In sintesi
Konami prosegue il lavoro iniziato un anno or sono con il primo capitolo di Pro Evolution Soccer su PSP, proponendo in questa nuova versione un gioco finalmente non più orfano della principale modalità in Single Player, la Master League. Detto questo restano sia le ottime impressioni per ciò che concerne il sistema di gioco e le novità sotto il profilo contenutistico, che ahimé i "soliti" dubbi circa la qualità di un sistema di controllo ancora una volta non propriamente all'altezza della situazione.
Pro Evolution Soccer 6
8
Voto
Redazione
Pro Evolution Soccer 6
Konami prosegue il lavoro iniziato un anno or sono con il primo capitolo di Pro Evolution Soccer su PSP, proponendo in questa nuova versione un gioco finalmente non più orfano della principale modalità in Single Player, la Master League. Detto questo restano sia le ottime impressioni per ciò che concerne il sistema di gioco e le novità sotto il profilo contenutistico, che ahimé i "soliti" dubbi circa la qualità di un sistema di controllo ancora una volta non propriamente all'altezza della situazione.