Pro Evolution Soccer

di Redazione Gamesurf
Il sistema di controllo rivede la gestione delle terribili (per le difese) triangolazioni, anche in questo caso in favore della libertà di scelta del giocatore. Ora la pressione della combinazione L1 + X, comporta esclusivamente il passaggio d'andata e il movimento in avanti dell'atleta che si prepara a ricevere di nuovo la palla. A questo punto il giocatore ha tre scelte: concludere la triangolazione (con passaggio di ritorno alto o basso), passare ad un altro giocatore, oppure continuare in solitario l'azione. E' possibile quindi adattare il proprio gioco alle esigenze del campo, considerando anche l'utilità di avere un uomo in più che si getta in attacco, che potrebbe venire utile in un secondo momento

Di minore importanza, più che altro a causa di una scarsa utilità, l'introduzione di due nuove corse: la prima, più veloce, risulta leggermente più lenta del classico sprint, da sempre presente nella serie. La velocità persa dovrebbe essere compensata da un miglior controllo di palla, che effettivamente tende ad allontanarsi di meno dai piedi del giocatore, nonché dalla possibilità di effettuare un nuovo dribbling, una sorta di traslazione perpendicolare alla direzione del momento, efficace, ma un po' strana a vedersi. L'altra corsa consiste in realtà nella possibilità di camminare lentamente con la palla al piede, guadagnando esclusivamente un maggior controllo
FONDAMENTI DI FISICA
In parte rivisto anche il controllo della palla, ora più complesso e, nei limiti del possibile più realistico. In particolar modo, ci ha colpito particolarmente durante le prime partite il fatto che i giocatori correndo, si allunghino la palla con una naturalezza incredibile. Le implicazioni di questo "gesto" sono molteplici: in attacco, ci si accorge che si può allungare la palla per superare l'avversario, oppure per distanziarlo con efficacia mentre si corre sulla fascia. Anche in difesa però ci sono dei vantaggi, perché la maggior distanza tra il portatore e la palla permette tackle più mirati sul pallone, che fino ad ieri erano frutto del caso più che dell'abilità, evitando tra l'altro di commettere inutili falli