Pro Evolution Soccer Management

di Bizio Cirillo
Dopo i due passaggi a vuoto nella sua versione Tactics datati rispettivamente 2003 e 2004, il calcio manageriale di casa Konami debutta anche in Europa pronto ad ampliare l'offerta sportiva ad uso e consumo degli utenti Playstation 2.
Affidato alle sapienti mani di Akiyoshi Chosokabe sotto la supervisione dello stesso creatore della serie PES, Shingo Takatsuka, Pro Evolution Soccer Management consente al giocatore di cimentarsi nella complicatissima gestione di una squadra di club. La principale caratteristica del titolo di casa Konami consta ovviamente nell'estrema attinenza con il fratello maggiore, da cui ha ereditato sia il motore grafico e la relativa rappresentazione della gara, del tutto identica ad una normale partita di PES se pur giocata dalla CPU, che il database giocatori che annovera i principali atleti e le squadre dei campionati di lega di Italia, Olanda, Germania,, Francia e Spagna.


Per cominciare
Tralasciando le delucidazioni sulla "partita singola" di chiara comprensione, la principale modalità di PES Management è quella soprannominata "stagione" che consente, nei panni di un dirigente di club, di seguire la conduzione tecnica e finanziaria della squadra selezionata in funzione degli obbiettivi minimi imposti della società e dei relativi liquidi a disposizione.
Le primissime battute del gioco sono dedicate alla creazione dello staff di dirigenziale, partendo dalla scelta dei tre talent scout, fondamentali sia per scovare giovani talenti in erba che per apportare correttivi durante il mercato di riparazione, e proseguendo con l'ingaggio dell'allenatore e del preparatore atletico il cui compito sarà quello di pianificare il lavoro settimanale fin nei minimi particolari, aumentando l'affiatamento della squadra, dedicando più attenzione ai giocatori meno dotati e soprattutto decidendo il modulo di gioco le tattiche da opporre agli avversari, potendo contare su schede informative sull'avversario presentate volta per volta dagli stessi componenti dello staff.
Completata la fase di tuning pre gara, ci troviamo di fronte al solito PES, ovvero ad un titolo basato sul medesimo motore grafico e le stesse routine di gioco, ivi compresi elementi quali movimenti di squadra, la telecronaca (affidata nella versione italiana al duo Meccia Sandreani) e persino le esultanze. Peccato che tale ricchezza sia fruibile esclusivamente come semplice spettatore e non come giocatore vero e proprio, una scelta questa dettata a nostro avviso più dalla volontà di evitare pericolose sovrapposizioni con l'opera originale che non da effettivi problemi dal punto di vista concettuale. Del tutto inedito, invece, la gestione del tempo di gara, che potrà essere accelerato o rallentato tramite la semplice pressione dei tasti dorsali, così come il sistema di inquadratura a volo d'uccello, attivabile anche durante la gara, realizzato sulla medesima falsariga dei Manageriali "più classici". Abbastanza fastidiosa, invece, è l'impossibilità di poter saltare a piè pari lo svolgimento integrale della partita, una scelta invece ben presente in quasi tutti i manageriali di un certo spessore.


Tecnicamente parlando
Dal punto di vista tecnico il team di sviluppo ha sfruttato a dovere i punti di forza di PES 5 utilizzandone sia la chiarezza dei menu e delle schermate di gioco intermedie, fondamentali per un titolo manageriale come questo, che la splendida ricchezza poligonale in sede di svolgimento delle partite. Ed è forse proprio questo il più grande limite di PES Management, in grado di dare una rappresentazione visiva del mondo del calcio indubbiamente appagante, ma non altrettanto valido nel proporre una profondità di gioco degna di questo nome.
E' infatti sufficiente qualche minuto di gioco per rendersi conto della superficialità del prodotto, incapace di approfondire concetti cardine quali lo sviluppo dei giocatori e la gestione dei trasferimenti degli stessi, non sarà affatto inusuale assistere a cessioni o acquisti clamorosi
di giocatori in funzione del semplice costo del cartellino, ma soprattutto assolutamente ';autonomo' nella gestione della gara vera e propria, che pare determinata più la volontà stessa della CPU che non dalla nostra capacità di mettere la squadra in campo e di apportare gli eventuali correttivi a partita in corso. A tutto questo si aggiunge poi la presenza di licenze ufficiali insolitamente limitate ed in cui appare quanto meno discutibile la decisione di ';tagliare' una campionato di lega blasonato come quello inglese.