Process of Elimination, la recensione di un thriller giapponese!
La visual novel con una spruzzata di strategia ci mette alla ricerca di un assassino che si nasconde tra i nostri compagni!
Process of Elimination: la visual novel alla ricerca di strategia
Sappiamo bene come in oriente siano molto apprezzate le visual novel, esperienze videoludiche dove l’utente si occupa quasi unicamente di leggere una storia e compiere qualche scelta per vedere come si svolgono le avventure dei protagonisti e, magari, dare una propria impronta. Nel nostro mercato c’è un terreno molto meno fertile per questo genere, ma è indubbio che ci sia una fetta di pubblico comunque interessata a godersi una bella storia davanti alla propria console. Abbiamo negli scorsi mesi seguito con interesse gli annunci dedicati all’arrivo di un titolo NIS che prometteva di portare un interessante mix di narrazione e strategia sul nostro mercato, ed eccoci qui a tirare le somme di questo approdo in occidente. Di cosa stiamo parlando? Per scoprirlo non dovete fare altro che continuare a leggere la recensione di Process of Elimination!
Disponibile per PlayStation 4 (nostra piattaforma di prova) e Nintendo Switch, Process of Elimination ci mette nei panni di Wato Hojo, uno studente che vorrebbe tanto diventare un detective ma che, povero lui, sino ad oggi sembra essere capace solo di ritrovare gatti scomparsi. Il destino però ha in serbo ben altri casi per lui e dopo un incontro rocambolesco con un anziano, ma leggendario, detective si ritroverà trasportato contro il proprio volere sull’isola che fa da quartier generale della Detective Alliance, la più importante associazione di investigatori di cui fanno parte i migliori “segugi” del pianeta. Il suo arrivo è legato alla presenza del Quartering Duke, un serial killer che ha messo a segno centinaia di omicidi e che non è mai stato acciuffato. Le prime evoluzioni della storia faranno precipitare gli eventi e Wato si ritroverà in compagnia dei principali membri della Detective Alliance con cui dovrà riuscire a scoprire l’identità del Quartering Duke se non fosse che… il feroce assassino si nasconde proprio tra loro! Questa è la trama del gioco che, come avrete capito, poggia su una base di gameplay figlia delle visual novel: tantissimi testi da leggere e qualche rara scelta da compiere. Nel caso di Process of Elimination, come dicevamo, ci ha sin da subito affascinato il fatto che fosse presente anche una sezione strategica, andando a piazzare il titolo Nippon Ichi vicino alla saga di Utawarerumono o al recente Digimon Survive.
Se però siete tra quelli che si sono lamentati proprio di Digimon Survivor perché la narrazione era preponderante rispetto alla parte strategica, sappiate sin da subito che in Process of Elimination è ancor di più marcata questa differenza, con i dialoghi che portano via anche un paio d’ore di gioco tra una battaglia e l’altra. “Battaglia” è comunque un termine non adatto alla situazione, perché nelle mappe (in perfetto stile strategia a turni) messe a nostra disposizione non dovremo combattere, ma utilizzare le qualità univoche dei nostri detective per esplorare e indagare su vari elementi per svelare indizi e portali alla luce. C’è una interessante meccanica che vede le zone di interesse richiedere un certo numero di “punti investigazione” (chiamiamoli così) per essere svelate e per farlo potremo non solo sfruttare le qualità del singolo personaggio, ma avremo modo di usare il boost dato dall’assistenza di un suo compagno che si troverà al suo fianco. Insomma, mescolare le qualità di tutti per arrivare in tempo alla giusta deduzione che porta alla verità. La meccanica avrebbe interessanti potenzialità, ma come avrete già capito è ampiamente sotto sfruttata. Quella che speravamo potesse essere una seconda anima del gioco si rivela invece solo una parte marginale, per nostro sommo dispiacere. Il gameplay predominante è quindi quello della classica visual novel: si osservano schermate statiche disegnate in un buon stile anime e si leggono le decine e decine (e decine e ancora decine) di dialoghi per venire molto raramente chiamati a dare una risposta, quasi sempre legata a una intuizione investigativa o al ricordare un evento accaduto.
Le buone intenzioni non bastano ad essere ottimi detective
A conti fatti il gameplay di Process of Elimination si discosta davvero poco dalle classiche visual novel e va, tra l’altro, a piazzarsi tra quelle con meno interazione nella narrazione. La qualità della trama è discreta ma non tocca particolari picchi e si limita a seguire il canovaccio investigativo mescolandolo ad alcuni elementi sovrannaturali, che rendono un po’ meno intrigante la storia e gli fanno perdere un certo livello di verosimiglianza. I detective protagonisti, ognuno con un soprannome basato sulle loro abilità, sono un mix di personaggi estremamente legato agli stereotipi delle produzioni nipponiche, rivelandosi spesso sin troppo caricaturali. Abbiamo la ragazza snob, l’impiegato che dedica anima e corpo sul lavoro, il ragazzino geniale in sedia a rotelle, la bionda dal fisico mozzafiato e via dicendo, in un cast non proprio memorabile. La storia è quindi nella media, con alcuni dialoghi abbastanza superflui (nulla di nuovo in questo ambito) e sebbene ci siano momenti molto interessanti, principalmente legati al Quartering Duke, siamo ben lontani dalla qualità di titoli come Doki Doki Literature Club. La grafica è naturalmente legata alla presenza di immagini statiche e ai protagonisti che si limitano a pochissime animazioni (tipo sbattere le ciglia), ma questo fa parte del genere delle visual novel e non va preso come difetto. il doppiaggio nipponico non è affatto male, mentre le musiche sono nella media, con alcuni momenti molto pregevoli legati alle situazioni più ansiogene e altri dove cadono nell’anonimato.
I testi sono tutti in inglese e non parliamo certo di un inglese scolastico. Approcciarsi al gioco senza avere un'adeguata conoscenza della lingua è totalmente sconsigliato, ma ricordiamo che avere un titolo così di nicchia in occidente è già da considerarsi una vittoria. Peccato però che la componente strategia sia stata così tanto relegata all’angolo, mentre poteva essere il vero colpo da maestro per elevare Process of Elimination rispetto alla concorrenza, visto che trama e caratterizzazione non toccano particolari picchi. Segnaliamo anche il fatto che in alcuni frangenti è impossibile salvare, anche per lunghi periodi, situazione che in un titolo dalle tempistiche così dilatate si rivela abbastanza fastidiosa. Inoltre, per quanto il gioco non implichi alcuna difficoltà per l’hardware su cui gira, durante la nostra prova siamo anche incappati in un paio di freeze che ci hanno costretti a chiudere tutto e riprendere dal save più recente. Process of Elimination partiva da ottimi presupposti, ma si è rivelato deludente da diversi punti di vista, per quanto sia impossibile negare alla produzione qualche buono spunto.
Versione Testata: PS4
Voto
Redazione
Process of Elimination
La tanto anticipata visual novel con aggiunta di un gameplay strategico si rivela una mezza delusione, con tantissimi dialoghi (e questo era ovvio) purtroppo non sempre capaci di tenere alta l'attenzione del giocatore e una parte strategica che definire abbozzata è un complimento, per quanto con alcune interessanti intuizioni. Il cast è ampiamente stereotipato e la trama strizza sin troppo l'occhio al sovrannaturale per risultare credibile in un contesto "giallo", ma propone comunque con passaggi interessanti. Bei disegni, ma musiche raramente apprezzabili che accompagnano un vero e proprio muro di testo tutto in un inglese non certo scolastico, c'è un buon doppiaggio giapponese, ma vi servirà a ben poco per capire la storia. Chi sperava in una maggiore importanza della componente strategica rimarrà molto deluso e anche gli amanti delle visual novel, per quanto stuzzicati da alcuni passaggi, patiranno un ritmo rivedibile.