Project Eden
di
Redazione Gamesurf
Lo scenario di Project Eden é descritto in modo sintetico ma indimenticabile nel video in full motion di presentazione: un orsetto di peluche sfugge dalle mani della bionda figlia di una famiglia ricca e dall'empireo dei piani più alti precipita in una caduta che sembra senza fine, attraversando livelli mano a mano sempre più degradati. Quando tocca il fondo, un fondo buio e acquitrinoso, viene raccolto dalla mano deturpata e sanguinante di un disperato, una creatura concepita da un inferno tecnologico
I QUATTRO DELL'URBAN PROTECTION AGENCY
In questo paradossale monumento alla disuguaglianza sociale c'é uno speciale corpo di polizia che vigila sui sogni dorati degli eletti: l'UPA, Urban Protection Agency. Carter é il leader della sua squadra, 36 anni, di colore, nervi d'acciaio, non é certo il tipo che aspetta di raggiungere i quaranta per ritirarsi dietro una scrivania. Il suo secondo, Andre, 32 anni, é un ingegnere fuggito dal suo precedente impiego per troppa noia. Completa la squadra Minoko, 20 anni, orientale, destinata fin da piccola a far parte dell'Urban Protection Agency per via della sua innata attitudine a hackerare qualsiasi sistema informatico, e Amber, ora un cyborg, ma in passato una ragazza salvata dalla tecnologia dell'UPA dai postumi di un incidente pauroso; taciturna e introversa, Amber sta diventando sempre più simile a una macchina, come sembra inevitabile tra le "teste di metallo" della polizia
MOLTEPLICI INFLUENZE, CONCEPT ORIGINALE
Molti di voi avranno riconosciuto in Project Eden elementi dello scenario di Blade Runner e Robocop, e in effetti l'ultima creazione di Core Design non fa nulla per nascondere le sue fonti di ispirazione, attingendo a piene mani dalle rappresentazioni più allucinanti dell'universo cyberpunk: la tecnologia é sporca (non solo metaforicamente) e puzza (vi basterà guardare). Le luci e il lusso dei piani alti ci sono solo per far emergere in modo ancora più stridente lo squallido degrado del sottosuolo. Tra tubi metallici, complessi industriali in semi abbandono e macchinari dall'aspetto sinistro Project Eden sembra in parte prendere qualcosa da Alien 3, e per il resto cerca suggestioni da survival horror precipitando in una oscurità inquietante gli ambienti più sordidi. Ma Core Design cela il suo asso nella manica altrove piuttosto che in un plot interessante ma a suo modo sfruttato: il concept, il modello cooperativo applicato a un incrocio tra adventure game e shooter é la vera chiave interpretativa di questo gioco
I QUATTRO DELL'URBAN PROTECTION AGENCY
In questo paradossale monumento alla disuguaglianza sociale c'é uno speciale corpo di polizia che vigila sui sogni dorati degli eletti: l'UPA, Urban Protection Agency. Carter é il leader della sua squadra, 36 anni, di colore, nervi d'acciaio, non é certo il tipo che aspetta di raggiungere i quaranta per ritirarsi dietro una scrivania. Il suo secondo, Andre, 32 anni, é un ingegnere fuggito dal suo precedente impiego per troppa noia. Completa la squadra Minoko, 20 anni, orientale, destinata fin da piccola a far parte dell'Urban Protection Agency per via della sua innata attitudine a hackerare qualsiasi sistema informatico, e Amber, ora un cyborg, ma in passato una ragazza salvata dalla tecnologia dell'UPA dai postumi di un incidente pauroso; taciturna e introversa, Amber sta diventando sempre più simile a una macchina, come sembra inevitabile tra le "teste di metallo" della polizia
MOLTEPLICI INFLUENZE, CONCEPT ORIGINALE
Molti di voi avranno riconosciuto in Project Eden elementi dello scenario di Blade Runner e Robocop, e in effetti l'ultima creazione di Core Design non fa nulla per nascondere le sue fonti di ispirazione, attingendo a piene mani dalle rappresentazioni più allucinanti dell'universo cyberpunk: la tecnologia é sporca (non solo metaforicamente) e puzza (vi basterà guardare). Le luci e il lusso dei piani alti ci sono solo per far emergere in modo ancora più stridente lo squallido degrado del sottosuolo. Tra tubi metallici, complessi industriali in semi abbandono e macchinari dall'aspetto sinistro Project Eden sembra in parte prendere qualcosa da Alien 3, e per il resto cerca suggestioni da survival horror precipitando in una oscurità inquietante gli ambienti più sordidi. Ma Core Design cela il suo asso nella manica altrove piuttosto che in un plot interessante ma a suo modo sfruttato: il concept, il modello cooperativo applicato a un incrocio tra adventure game e shooter é la vera chiave interpretativa di questo gioco
Project Eden
8
Voto
Redazione
Project Eden
Project Eden è basato su un concept magnifico realizzato in maniera soddisfacente. L'idea di una squadra con diverse abilità che coopera alla soluzione di enigmi basati sulla struttura dei livelli lo rende molto intrigante, anche se non immediato come uno sparatutto. I combattimenti potevano essere studiati meglio, spingendo magari sull'aspetto tattico di uno scontro a fuoco e prevedendo nemici più intelligenti e armi più diversificate, allo stato attuale sono solo una piacevole variante. La grafica è indiscutibilmente di grande impatto, grazie a una risoluzione poligonale tra le più alte viste in un gioco per PC dell'ultima generazione e alla grande quantità di eccellenti modelli poligonali che il motore 3D riesce a renderizzare all'interno della stessa visuale (in alcuni punti sembra quasi Shen Mue). Qualche problema per le texture, che sembrano risentire dell'originale progettazione di questo gioco per la PS2. Eccellente il character design: vi innamorerete dei membri dell'UPA e vi appassionerete alle loro vicende, anche se il background narrativo è affascinante ma poco originale. Globalmente, un gioco originale, interessante, appassionante, concepito da un team di designer che di programmazione di ambienti 3D se ne intende. E' caldamente consigliato a tutti, a parte chi di ragionamento proprio non vuole sentir parlare.