Project Gotham Racing
di
Redazione Gamesurf
Quando Xbox era un nome su un foglio e poco più di un assemblato di circuiti, quando Xbox, secondo qualcuno, era unicamente l'ennesimo "vaporware" dell'annata, in quel periodo Microsoft discuteva e pianificava i titoli che avrebbero accompagnato l'uscita dello scatolone nero sul mercato. Se Project Gotham Racing ha goduto dell'etichetta di "gioco di guida di lancio" di The Box, non si tratta propriamente di una posizione di scarso rilievo, ne converrete
Iniziamo con l'ammorbidire la battuta presentata nell'occhiello introduttivo di questa recensione: il riferimento é chiaramente ironico ed é volto semplicemente a ricordare a tutti quanto questo o quel nome sullo chassis di una console siano ben poco influenti e significativi ai fini prettamente "giocosi". Quel che conta é il disco ottico che vibra lievemente nel lettore della macchina, nel nostro caso si tratta di Project Gotham Racing
WOMAN DRIVING, MAN SLEEPING
Difficile dimenticare Metropolis Street Racer, per svariati motivi. In primis il travaglio che ne caratterizzò lo sviluppo e quindi la pubblicazione. Mesi e mesi (un anno almeno) di ritardo, cambiamenti, ripensamenti, aggiustamenti in corsa e distribuzione quanto mai disomogenea (vi basti sapere che in Giappone é comparso sugli scaffali dei negozi da pochi mesi). Poi, soprattutto, per l'altissima qualità che contraddistinse il titolo sviluppato da Bizarre Creations. Se vi é comparso un imponente punto interrogativo sulla testa non preoccupatevi, o avete Solid Snake alle calcagna o semplicemente vi siete persi (come molti) l'ennesimo gioiellino di quella console che é ormai quasi storia e che risponde al nome di Dreamcast
Metropolis Street Racer nasce, commercialmente, nell'ottobre del 2000, prodotto da Sega e distribuito inizialmente in Europa, quindi negli States e infine nelle isole giapponesi. Si trattò in effetti di un titolo quanto mai caratteristico, dato che affrontava il mondo dei giochi di guida arcade con un taglio tutto suo, interessante per alcuni, geniale per altri (tra cui chi scrive), semplicemente curioso e poco più per un'ultima fetta di giocatori. Project Gotham Racing é Metropolis Street Racer. O meglio: Project Gotham Racing é Metropolis Street Racer Lustrino Edition. Sicuri? Sicuri. L'accendiamo?
RISPETTO, CLASSE, ABILITA' = KUDOS
Il fulcro della questione é: in Project Gotham Racing conta come si guida, non quanti si va veloci. O non solo perlomeno. Come il suo predecessore (termine fuori luogo, ma ne parleremo più avanti) il qui presente gioco per Xbox pone l'accento sullo stile di guida proposto dal giocatore. Per questo tagliare il traguardo in prima posizione potrebbe non bastare... tirate fuori la grinta, incollate l'acceleratore al piede e salutate per l'ultima volta questo treno di gomme
Iniziamo con l'ammorbidire la battuta presentata nell'occhiello introduttivo di questa recensione: il riferimento é chiaramente ironico ed é volto semplicemente a ricordare a tutti quanto questo o quel nome sullo chassis di una console siano ben poco influenti e significativi ai fini prettamente "giocosi". Quel che conta é il disco ottico che vibra lievemente nel lettore della macchina, nel nostro caso si tratta di Project Gotham Racing
WOMAN DRIVING, MAN SLEEPING
Difficile dimenticare Metropolis Street Racer, per svariati motivi. In primis il travaglio che ne caratterizzò lo sviluppo e quindi la pubblicazione. Mesi e mesi (un anno almeno) di ritardo, cambiamenti, ripensamenti, aggiustamenti in corsa e distribuzione quanto mai disomogenea (vi basti sapere che in Giappone é comparso sugli scaffali dei negozi da pochi mesi). Poi, soprattutto, per l'altissima qualità che contraddistinse il titolo sviluppato da Bizarre Creations. Se vi é comparso un imponente punto interrogativo sulla testa non preoccupatevi, o avete Solid Snake alle calcagna o semplicemente vi siete persi (come molti) l'ennesimo gioiellino di quella console che é ormai quasi storia e che risponde al nome di Dreamcast
Metropolis Street Racer nasce, commercialmente, nell'ottobre del 2000, prodotto da Sega e distribuito inizialmente in Europa, quindi negli States e infine nelle isole giapponesi. Si trattò in effetti di un titolo quanto mai caratteristico, dato che affrontava il mondo dei giochi di guida arcade con un taglio tutto suo, interessante per alcuni, geniale per altri (tra cui chi scrive), semplicemente curioso e poco più per un'ultima fetta di giocatori. Project Gotham Racing é Metropolis Street Racer. O meglio: Project Gotham Racing é Metropolis Street Racer Lustrino Edition. Sicuri? Sicuri. L'accendiamo?
RISPETTO, CLASSE, ABILITA' = KUDOS
Il fulcro della questione é: in Project Gotham Racing conta come si guida, non quanti si va veloci. O non solo perlomeno. Come il suo predecessore (termine fuori luogo, ma ne parleremo più avanti) il qui presente gioco per Xbox pone l'accento sullo stile di guida proposto dal giocatore. Per questo tagliare il traguardo in prima posizione potrebbe non bastare... tirate fuori la grinta, incollate l'acceleratore al piede e salutate per l'ultima volta questo treno di gomme
Project Gotham Racing
8
Voto
Redazione
Project Gotham Racing
Project Gotham Racing è un gioco destinato a unire e a dividere, irrimediabilmente. Qualsiasi giocatore che tal vuol definirsi (e quindi non fanatico, ma tutt'al più appassionato) deve unirsi nel decantare le lodi grafiche del gioco Bizarre Creations, capace di offrire dei modelli poligonali da cardiopalma e in generale una resa visiva davvero di primissimo ordine. E' anche vero che la particolare struttura di gioco potrebbe invece dividere i giocatori, da una parte chi potrebbe apprezzare e sposare la causa di Bizarre Creations, dall'altra chi continuerà a preferire lo stile di un classico Ridge Racer. Il gioco rimane comunque completo, profondo, intrigante, caratteristico e curato come solo i grandi classici del genere, perfezionato poi da un sistema di controllo che non da adito a nessuna critica. Ma attenzione, se avete già adorato e scoperto in ogni suo risvolto Metropolis Street Racer, Project Gotham Racing potrebbe avere davvero troppo poco (di nuovo) da dirvi.